Yuzu Ab Irato ~ Parfumerie Generale (Perfume Review)
Alla fine anche stavolta ce l’ha fatta. Ci ha pensato e ripensato, ha fatto timidamente capolino quel tanto che basta per farsi vedere e poi tornare sui suoi passi, ma poi ha dovuto cedere al corso naturale delle cose ed è finalmente esplosa in tutta la sua calorosa essenza. E’ ufficiale, anche quest’anno è arrivata l’estate e sembra che abbia intenzioni molto serie. Già qualcuno parla di nuovo record, dopo quello tremendamente indimenticabile del 2003, con temperature africane e canicole inesorabili. Quindi ecco il momento di riporre i fidati aromatici e orientali, le ambre e i legni, gli incensi e i muschi, per fare posto a più consone fragranze: fresche, agrumate, fiorite o acquatiche che siano, purché capaci di portare sollievo e refrigerio nelle lunghe e roventi giornate di sole che ci aspettano.
Cosa c’è di meglio allora di Yuzu Ab Irato – numero 9 della collezione Parfumerie Generale del Naso francese Pierre Guillaume – che come suggerito dal nome si basa sull’agrume orientale intenso e amarognolo, qui lavorato in modo da risultare non troppo aspro a vantaggio di una interpretazione che ne risalta soprattutto l’aspetto energizzante e fresco.
Anticipiamo subito che il nome del jus, declinato in eau de toilette nel caratteristico flacone diolene della collezione PG, può essere in qualche modo fuorviante in quanto in realtà il suo carattere è definito soprattutto da un tono costantemente verde (come suggerisce il bel colore del jus), che si declina lungo tutta la sua evoluzione affiancando dapprima sì un cotè agrumato, che però poi diventa mentolato e per finire erbaceo. L’apertura infatti è dominata dalla forte e brillante essenza di yuzu, che in questa fase iniziale sovrasta quasi completamente la nota di menta piperita che insieme ne compone la testa. Però l’esplosione agrumata di yuzu si smorza velocemente e l’accento si sposta sulla menta precedentemente soverchiata e ora rinforzata da una nota di pepe, la prima ad emergere dall’accordo centrale di cuore. A seguire si fa sentire il bouquet fiorito di magnolia, gelsomino e giacinto, che ammorbidisce il tono finora asprigno del profumo, lo rende più soft, con un sentore leggermente talcato, come ci si aspetterebbe dalla presenza di iris, che invece non c’è (o perlomeno non è dichiarato in piramide).
Come anticipato la fase conclusiva di coda cambia nuovamente la tonalità olfattiva di Yuzu Ab Irato e lo muove verso una nuance ancora verde ma dal carattere prevalentemente erbaceo, grazie all’impiego nel fondo di erbe aromatiche da cucina, con timo e mirto, sostenute dallo strascico ancora ben presente del pepe di cuore. Il tono erbaceo è rinforzato dall’issopo, una pianta cespugliosa spontanea, con foglie strette e fiori azzurri che viene usata per la preparazione di infusi e liquori alle erbe e per la colorazione di quello all’assenzio, e da una nota di bambù che fa tanto meditazione e relax.
Questa fase conclusiva ci piace molto e ci sembra il momento più originale e interessante del jus, grazie al quale si distingue dalla foltissima schiera dei consueti agrumati in una maniera che ricorda un po’ la prima Eau d’Issey pour Homme maschile, che maschile non era affatto, proprio come questa e che come questa era caratterizzata da una partenza decisa di yuzu che va a finire su tutt’altro terreno.
L’effetto di tante evoluzioni evoca una passeggiata ideale che parte da un giardino giapponese ed arriva ad affacciarsi su uno scenario mediterraneo e marinaro, per una destinazione d’uso molto estiva e adatta al clima caldo, quando saprà rinfrescare ed energizzare senza cadere nei soliti cliché delle fragranze esperidate, proprio in virtù della sua natura verdescente e mutevole. Ad uno solo di questi cliché purtroppo non si sfugge giacché Yuzu Ab Irato ha una durata e un sillage a dir poco discreti, come del resto è consuetudine e scelta intenzionale per molte creazioni di Parfumerie Generale, per la gioia di chi ritiene il profumo un fatto molto intimo e discreto. Per tutti gli altri e le altre, ancora una volta non resta che armarsi di un bel travel atomizer e riapplicare a piacimento, in attesa (chissà) di una versione 9.1 intensa in eau de parfum.
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Decisamente scialbino questo Yuzu, mi piacciono gli agrumati costruiti sui contrasti, ad esempio Hyperessence Matale, sopra fresco e chiaro, sotto caldo e pungente, in mezzo molto oriente. Forse una versione più strong potrebbe metterebbe in evindenza le sue qualità qui nascoste ma ne dubito…
Peccato che il fondo sia praticamente inesistente e avrei preferito una coda legnosa magari acerba tanto per rimanere coerenti con la palette.
Troppo verde per passare per un agrumato e troppo lemonade per entrare nella categoria dei verdi. Mi dispiace ma non riesco ad apprezzarlo.