Whip ~ Le Galion (Perfume Review)
Il 13 maggio 1977 prende il via la 30ma edizione del Festival del Cinema di Cannes, presieduta da Roberto Rossellini. Nelle due settimane della rassegna, accanto a importanti opere di registi del calibro di Altman, Scott, Monicelli, Anghelopulous e Wenders, viene presentato quello che oggi è ritenuto uno dei capolavori di Ettore Scola, “Una giornata particolare”, che non vincerà la Palma d’Oro, assegnata al film “Padre Padrone” dei fratelli Taviani, ma l’anno seguente farà incetta di premi con due David di Donatello (miglior regia e migliore attrice protagonista), un Golden Globe (migliore film straniero), tre Nastri d’Argento, il Premio Cèsar (miglior film straniero) e due nomination al premio Oscar (miglior film straniero e migliore attore protagonista).
Magistralmente interpretata dalla collaudata coppia Mastroianni-Loren, la vicenda ruota attorno al breve incontro tra Antonietta, donna semplice, sei volte madre e succube di un autoritario marito di inossidabile fede fascista e Gabriele, giornalista omosessuale disoccupato a causa della sua diversità. Sullo sfondo, la visita a Roma di Hitler il 6 maggio del 1938, per 110 minuti di poesia che commuove e fa pensare. Oltre che per la magnifica interpretazione dei suoi protagonisti, il film colpì per la fotografia di grande radicalità e sperimentazione visiva caratterizzata da un enorme lavoro di desaturazione voluto da Scola e dal direttore della fotografia Pasqualino De Santis.
Lo stesso Scola ne ebbe a scrivere: “Già in partenza tutto quello che riguardava l’ambientazione e tutti i capi di vestiario erano stati decolorati. Poi girammo con un filtro speciale, e quindi decolorammo ancora in stampa. E questo non fu soltanto per fare assomigliare maggiormente la fotografia ai pezzi di documentario con cui avevo aperto il film, ma perché i ricordi miei, della casa in cui abitavo a Piazza Vittorio a quell’epoca, sono in quella tonalità“. (F. Faldini, G. Fofi, Il cinema italiano d’oggi 1970-1984, Milano, Mondadori, 1984)
Inesorabilmente lo scorrere del tempo aveva gradualmente alterato la particolare tonalità adottata nella pellicola, cancellando in parte l’atmosfera originariamente voluta per il film. Per tale motivo quest’anno il Centro Sperimentale di Cinematografia ha eseguito un accurato restauro dell’opera partendo dai negativi originali per restituirla a Settembre in tutto il suo originario splendore alla 71ma mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.
Si vede che il 2014 è un anno buono per i recuperi dei capolavori del passato poiché, in modo analogo e con la stessa onesta passione, in Francia Nicolas Chabot si è imbarcato, è proprio il caso di dire, nell’impresa di rilanciare Le Galion, pregevole maison del secolo scorso, attiva dagli anni ‘30, artefice di fragranze memorabili realizzate sotto la guida del compianto naso francese Paul Vacher e caduta nell’oblio da più di trent’anni a causa di una cattiva gestione da parte del gruppo che l’aveva acquisita nel 1980. E anche in questo caso si è ben pensato di partire dall’originale, ovvero di andare a recuperare e riproporre proprio le fragranze che avevano decretato il successo della maison nel suo periodo d’oro. Niente di più semplice, avendo in casa il prezioso archivio delle formule di tutti i prodotti realizzati da Le Galion nel corso degli anni. O quasi, poiché gli inevitabili adattamenti imposti dalle normative emesse negli anni dall’IFRA hanno messo fuori legge una serie di materie prime centrali nella formulazione delle fragranze e si è dovuto attuare un delicato lavoro di ricostruzione delle nuances originali nel rispetto delle regole odierne.
Tra le creature oggetto di questo attento lavoro di ri-creazione troviamo Whip, originariamente lanciata nel 1953 come versione al tempo moderna e giovanile della classica colonia maschile. Oggi la fragranza appare classica ed elegante, nel solco delle varie interpretazioni del tema agrumato proposte negli anni da molte maison. In realtà elementi di modernità ancora si colgono, a partire dall’apertura dove l’accordo di lavanda, limone (del tipo verdello siciliano, più acidulo e intenso) e bergamotto di Calabria viene affiancato subito da una nota aromatica di cardamomo, ad aggiungere tridimensionalità e un pizzico di distinzione ad un esordio altrimenti da manuale, che in questa fragranza ha una tenuta insolitamente lunga.
La testa dichiara anche la presenza di dragoncello, dai lievi sentori di anice, che emerge in un secondo tempo e fa da ponte verso la fase centrale in cui il jus si scalda e mostra un cuore floreale di gelsomino, violetta e iris, mai intenso e asciugato dalla presenza di note verdi e legnose portate in dote da un galbano non privo di toni muschiati. Qui è ancora possibile avvertire le note agrumate dell’apertura, che si fondono con l’accordo centrale perdendo l’iniziale asprezza e vestendosi di una sfumatura elegante e leggermente talcata (dovuta all’iris, il fiore maschile per eccellenza che pure rende il jus perfettamente adatto ad un pubblico femminile).
Bella e non banale la chiusura su un fondo che rinuncia ai consueti eleganti legni di sandalo o cedro e sceglie un finale più materico (dominato da patchouli e vetiver che fanno la voce grossa) che viene ammorbidito dalla “moderata” presenza di muschio di quercia, forse la vittima più illustre delle direttive IFRA che ne limitano pesantemente le quantità utilizzabili per “presunte” ragioni di tollerabilità dell’epidermide. In verità la piramide olfattiva elenca anche delle note cuoiate che confessiamo di non riuscire a cogliere.
In compenso, e sembra quasi incredibile a dirsi, ancora si avvertono gli ultimi ormai tenui effluvi dell’accordo agrumato dell’apertura, un record di tenacia e longevità per delle note solitamente volatili per natura, a testimonianza di una realizzazione che non fa sconti sulla qualità delle materie utilizzate e sulla lavorazione, in piena fedeltà alle opere di un tempo che vengono riproposte oggi.
In buona compagnia con le altre raffinate creazioni della collezione Le Galion, Whip si presenta oggi su un mercato denso di proposte di brand dell’ultima ora che spesso non hanno granché da raccontare, forte di un patrimonio artistico ancora attuale e godibile, per tutti quelli che, come il sottoscritto, sabato 20 Settembre 2014 hanno scelto di rivedere “Una giornata particolare” trasmessa in occasione dell’ottantesimo compleanno di Sofia Loren, lasciando ad altri l’onere di seguire inessenziali musical neomelodici, le gesta “eroiche” di Steven Seagal o imbarazzanti reality su matrimoni zigani, gente incapace di vestirsi e disperati che non riescono a smettere di mangiare sassi, bere detersivi o sniffare benzina.
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Una colonia con questo freddo??? No, grazie preferisco un bel Montale!