Vero Kern. 28.03.1940 – 18.12.18 e in mezzo il profumo una vita vissuta con pienezza
Questo è l’articolo che non avrei mai voluto scrivere. È vero: cominciare con questa frase il più delle volte significa cadere in uno dei più triti luoghi comuni. In questo caso però assume un valore del tutto diverso, non di maniera, ma sincero, schietto e addolorato.
Il 18 dicembre 2018 Vero Kern ha chiuso gli occhi al mondo per riaprirli chissà dove.
Aveva 78 anni. Non sappiamo perché o che cosa l’abbia portata via e francamente poco importa. Ciò che invece importa è che oggi siamo tutti un po’ più poveri e tristi non solo perché si è spenta una creatrice di profumi tra le più originali e talentuose di sempre, ma una bella persona.

Avevo conosciuto Vero Kern. E per quanto la conoscessi poco e tanto allo stesso tempo, porterò con me il ricordo di una persona brillante, divertita e divertente, dal cuore grande e soprattutto portatrice sana di una voglia di vivere che dava seriamente del filo da torcere all’età che avanzava.
La prima volta che la incontrai fu durante la prima edizione di Esxence. Allora il mondo della profumeria di nicchia era veramente una “nicchia” e ci stava tutto, o quasi, nello spazio Pelota di Milano. Ricordo la sua eleganza giovanile e sportiva, i capelli biondi raccolti in una coda e la valigetta in coccodrillo dalla quale spuntavano i tre estratti che la resero celebre.
Nel tempo furono diverse le occasioni, ma mai quante ne avremmo, forse, volute entrambi e ogni volta era una festa. Ricordo ancora quella volta a Firenze quando la sentii rispondere in un perfetto italiano all’amica che era con me, dopo averle scritto e parlato da sempre in inglese. E un’altra volta ancora, sempre a Firenze, mi disse che il suo ultimo profumo sarebbe stato un tabacco, quello che poi fu Naja. Si ricordava sempre che il mio preferito era .onda., nel quale vedevo migrato lo spirito di Djedi, e intorno al quale mi resterà il rammarico di non aver potuto ripetere la lunga, bella chiacchierata che precedette l’articolo su .rubj., che tanto apprezzò, così come resterà il rimpianto di non aver potuto accogliere il suo ripetuto invito di andarla a trovare a Zurigo.

Vero Kern era nata il 28 marzo del 1940 nel cantone di Zurigo, in Svizzera. Viene avviata a studi di farmacia. Diventa hostess per la compagnia di bandiera, la Swissair, professione che poi abbandona per approfondire i suoi interessi nell’aromacologia. Sul finire del secolo scorso segue i corsi di profumeria di Cinquième Sens, a Parigi, imparando direttamente dalla fondatrice della scuola, Monique Schlienger, allieva di Jean Carles.
Nel 2007 Vero Kern, nel suo sessantasettesimo anno d’età, non paga di ciò che la vita già le aveva portato, fonda il suo marchio .vero.profumo. e lancia i suoi primi tre estratti: .rubj., l’erotismo e il colore rosso catturati da fiori d’arancio, tuberosa e gelsomino; la vibrazione di .onda. trasmessa attraverso un graffiante accordo di zenzero, vetiver, cuoio e cera d’api; .kiki., che omaggia Parigi e Kiki de Montparnasse attraverso la più interessante rivisitazione della lavanda nella profumeria contemporanea. Agli estratti vengono affiancate le eau de parfum dove la formula originale viene ingentilita dal frutto della passione e una nuova fragranza .mito. anch’essa in eau de parfum, uno chypre verde cristallino ispirato dai giardini di Villa d’Este a Tivoli.
È poi la volta di .rozy., una rosa di porpora e velluto che esprime l’amore di Vero per l’Italia con un tributo ad Anna Magnani e al film «La rosa tatuata». Nel decimo anniversario di .vero.profumo. è la volta di Naja, un tabacco che, bruciando in un rito sciamanico, si trasforma in un filo di fumo sinuoso come le spire di un serpente.

Il 18 dicembre 2018 Vero Kern si addormenta.
Noi speriamo si sia risvegliata in un posto di pace dove si respiri il profumo irripetibile di famiglia e di eternità, e ci auguriamo che chi di dovere si prenda cura del suo lascito, perpetuando il ricordo di Vero nelle sue meravigliose fragranze.
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