Velourosa, Grand’ Soirée e Bohémes. Les Merveilles e l’esprit couture di Keiko Mecheri
Qualcuno ha scritto che “l’haute couture è fatta della stessa materia di cui sono fatti sogni” e non è difficile crederlo, perché quelli che presenta due volte l’anno a Parigi sono capolavori che fanno sognare uomini e donne, cuciti da mani silenziose armate solo di ago, filo e tanta pazienza, destinati a essere indossati da donne dalle fortune economiche sconfinate come le sovrane del moderno Celeste Impero, le principesse del regno dell’oud e le zarine dell’oro nero. Secondo Valentino “molti ne parlano, pochi la sanno fare, tanti dovrebbero andare a ripetizione. Per essere bravi bisogna conoscere le regole“, oltre a possedere una creatività che supera la fantasia e una visione della bellezza fuori dall’ordinario.
Nella parfumerie il suo equivalente sono le collezioni d’exceptions, creazioni ad alto voltaggio emozionale con le quali i profumieri azzardano accordi arditi, esplorano latitudini sconosciute, osano l’inosabile utilizzando materie prime più rare della manna del deserto. Le maison che possono concedersi il lusso di una linea di haute parfumerie sono pochissime: Guerlain (L’Art et la Materie), Dior (Les Amphores), Caron (Les Exceptionnels), Givenchy (Atelier de Givenchy), Creed (Les Royal Exclusives) e Keiko Mecheri che nel 2012 ha proposto la sua idea di alta profumeria con sette fragranze couture (Ambre Mirabilis, Soussanne, Bal de Roses, Cuir Fauve, Canyon Dreams, Tangeri e Vetiver Velours) presentate sotto il titolo “Bespoke Collection”, oggi ribattezzate con un nome che descrive perfettamente la loro vera natura, Les Merveilles.
Non una seconda linea più costosa rispetto alla media, ma un atelier di creazione e sperimentazione grazie al quale la creatrice giapponese traduce in profumo passioni, visioni ma soprattutto sogni, in piena libertà e senza limiti di budget, dimenticando quella poetica eterea e soffusa che è la sua cifra stilistica per esplorare atmosfere voluttuose addizionate di edonismo e glamour. La meraviglia compiuta da Keiko Mecheri con Les Merveilles è aver creato una collezione che esprime un senso di lusso quasi proibito senza ricorrere al cliché di un packaging bling bling: il luccichio è dentro il flacone ed è dedicato unicamente all’olfatto.
A marzo Les Merveilles si è presentata con una nuova veste e sei profumi capaci di materializzare sulla pelle scie di jais e paillettes, scintillanti ricami orientali, ruches e broderies fiorite, drappeggi di tessuti preziosi come quelli che nasconde nel cuore Velourosa, orientale en fleur cucito su un accordo di petali vellutati e spezie accaldate. Un profumo così affascinante e sensuale che sembra nato per essere posato unicamente su scollature incorniciate dai preziosi ricami di Lesage. La sua piramide olfattiva solletica con note di limone, trasmette un brivido con un tocco di aldeidi, riscalda con accenti di zafferano, patchouli e benzoino, fa innamorare con un bouquet di rose di Grasse colte un momento prima dello sboccio. Les Merveilles sono fragranze dotate di un potere invisibile. Agli uomini regalano l’illusione di vestire un completo dal taglio sartoriale impeccabile, alle donne invece la sensazione di indossare un abito di alta moda, di quelli che mettono in evidenza il décolleté, sottolineano la vita e la curva dei fianchi, nascondono le gambe sotto metri di organza di seta e hanno bisogno di una mano maschile per essere chiusi. Emblema dell’esprit couture de Les Merveilles è il cuore opulento di Grand’ Soirée, reminiscenza olfattiva delle masquerade in scena nei saloni di Palazzo Labia a Venezia negli anni ’50, quando gli invitati si chiamavano Christian Dior, Truman Capote, Salvador Dalì e le donne come Liz Taylor, Grace Kelly, Marisa Berenson celavano la loro bellezza sotto maschere di piume e cristalli per sedurre solo con la magia del profumo. Una composizione “da gran sera”, come lo è un’altra fragranza sparkly della collezione, Bal de Roses, dentro alla quale Keiko Mecheri mixa polvere di stelle e desiderio con note agrumate, essenza di rosa, davana e legni nobili, seguite da un ampio strascico di vaniglia che fa capitolare i sensi. Di tutt’altra trama è Bohémes: evoca un’eleganza libera dal conformismo mentre fa affiorare nell’aria fantasie paisley simili a quelle dei long dress di Talitha Getty. E’ un distillato di suggestioni anni ’70 e fantasie hippie, esotico “figlio dei fiori” dal cuore di rosa, iris e violetta. Droga la pelle non con fumi psicotropi ma con la dolcezza pericolosa del miele e della mandorla bianca. Dopo il “saluto al sole” eseguito con un accordo di pompelmo rosa e mandarino verde, scivola con passo deciso tra spezie indiane e legni antichi, sfumandosi languido su un fondo onirico di muschio bianco e vaniglia.
(continua…)
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