Vanille, Vanille Fruitée e Vanille Patchouli. La sensualità di Lolita secondo Molinard
Fin dalle origini, Molinard – blasonata Maison d’Oltralpe nata nella boutique dell’omonimo chimico Hyacinthe – si è distinta per spirito creativo e innovatore. Galeotta fu nel 1921 la sovversiva inserzione in un profumo da donna di una nota “maschia”, il vetiver; nacque così Habanita, l’indiscusso capolavoro della Maison.
La volontà di scardinare i tradizionali retaggi delle fragranze femminili pervade anche il trittico de Les Éléments uscito nel2015, che ruota attorno alla nota tipica delle “ragazzine”: la vaniglia.
Le atmosfere sognanti e bambinesche nelle tre eaux de parfum di Molinard – Vanille, Vanille Fruitée e Vanille Patchouli – sconfinano in un gioco più adulto, catapultando immediatamente chi le sceglie nel cupo abisso di desiderio del professor Humbert del celebre libro di Vladimir Nabokov, Lolita.
La Vanille è al primo sniffo, rubando al complessato protagonista, un “amore a prima vista, a ultima vista, a eterna vista”. Un gourmand di una bollente innocenza; ti sorride con due occhioni di fior di vaniglia, perdendo lascive gocce di caramello dalla boccuccia corrucciata ad arte. Si espande nelle narici con volute ampie e ondeggianti, tropicali, dolce ma non zuccherino.
Il cuore è di baccello appena scavato su cui si innesta l’afflato segreto del benzoino; la scontata deriva edibile è evitata in un declivio soffuso e talcato. Come Dolores-Lolita nei primi approcci con Humbert, il flirt che Vanille instaura con chi la indossa è di civettuola e maliziosa giocosità, presente ma discreto in sillage e persistenza.
Le dinamiche dell’amore sensuale tipico delle “ ninfette” prendono il volo in Vanille Fruitée. “Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia”: esatto, questa è una vaniglia peccaminosa. La testa è audace: l’affilato duo bergamotto-garofano penetra la dolcezza dell’orchidea; ne fuoriescono nel cuore sospiri rossastri di lampone e sbuffi teneri di eliotropio. Il drydown (che assicura a questa edp una longevità di 10 ore sicure) si rivela totalizzante e scabroso affondando in un letto di muschio. Lo zucchero qui è di nuovo percettibile, ma scuro e…”malato”.
Alla Fruitée e alla sua adulta dolcezza, che la rende del tutto unisex, ben si adatta lo sguardo colpevolmente compiaciuto di un irretito Humbert: “(…) mi offriva i pallidi boccioli del seno; nella luce rosata della lampada una leggera lanugine pubica luccicava sulla sua paffuta collinetta”.
Il dado è tratto; l’enfant è ormai charmante et furbe. Finito il gioco dei sensi subentra inevitabile la riflessione su quanto successo. Vanille Patchouli è un rientro nella realtà. I primi bocconi amari del rimorso hanno il terreno aplomb di un patchouli classico, quasi asettico per equilibrio. La vaniglia viene relegata allo sfondo, schiacciata man mano da grandi lattee falcate di sandalo. Atmosfera che da bollente e passionale tramuta in chic, sobria, raffinata. Una cenere sensuale in cui solo il cuore batte ancora di dolce vaniglia pura e benzoino.
Il finale sfuma in lievemente incensate talcature con muschi scevri di ombre. Meno performante delle precedenti, risulta assolutamente la più versatile, sia per quanto riguarda il pubblico che la può indossare, sia per le occasioni.
Vanille Patchouli chiude la triade con uno schiocco… “Lo-Li-Ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti.”
Concentrazione e formato Vanille, Vanille Fruitée, Vanlle Patchouli – Molinard
Eau de Parfum – 100 ml
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