Vanhera. Viaggio nel nuovo “all black” di Laboratorio Olfattivo alla scoperta della vaniglia
Under pressure. I grandi dello sport lo sanno da sempre, da prima che la scienza e le statistiche l’avessero confermato con teoremi e percentuali: giocare sotto pressione aumenta il rendimento, tira fuori le capacità straordinarie di una persona che in una situazione tranquilla non riuscirebbe mai a rivelare.
Giocare sotto stress, spesso, è il punto decisivo che porta alla vittoria. È la tattica che ha adottato Laboratorio Olfattivo per la sua sedicesima eau de parfum presentata in anteprima a Pitti Fragranze 15 Vanhera. Individuata la materia prima sulla quale sarebbe stata realizzata la fragranza, la vaniglia, l’ha messa in competizione con gli altri ingredienti della formula per far emergere tutte le sue potenzialità aromatiche. Con Vanhera il marchio italiano creato da Roberto Drago si è trovato di fronte a un bivio: creare un profumo orientale con spiccati accenti gourmand, così amabile, confortevole e rassicurante da piacere a tutti ed essere consumato a ettolitri oppure percorrere la strada più difficile, mettersi in gioco e rischiare, proponendo qualcosa di diverso e inaspettato. Opzione, questa, scelta anche da Serge Lutens quando nel 2003 incaricò Christopher Sheldrake di distillare il lato oscuro e inquietante della vanilla planifolia in Un Bois Vanille e più recentemente dal duo Rodrigo Flores-Roux e Yann Vasnier nell’interpretazione asciutta e maschile dell’orchidea zuccherina di The Architects Club (Arquiste) e da Pierre Guillaume con l’accordo “vaniglia salata” di Long Courrier (Collection Croisiere) e la versione dal manto maculato e il passo felino di Felanilla (Parfumerie Generale).
Andare sul sicuro garantisce sonni tranquilli, ma rischiare è decisamente più eccitante. E così Laboratorio Olfattivo ha accettato la sfida e invece di ambientare Vanhera in una pâtisserie francese, in mezzo a macarons e meringhe, ha deciso di collocarla in tutt’altro contesto. Il nome Vanhera, la provenienza esotica della materia prima e la descrizione fornita dal brand — “(…) non una fragranza nella quale si esaltano le note dolci della vaniglia. Piuttosto una battaglia, un conflitto tra ingredienti” — fanno volare la fantasia e spingono a immaginare questa creazione in un angolo di paradiso dell’emisfero australe, dove ogni pezzetto di prato si può trasformare in un campo di rugby e una partita in un combattimento duro e leale. Isole Figi, Samoa, Tonga? Decidete voi, ma la collezione “all blacks“ in cui milita Vanhera — Laboratorio in Nero — induce chi scrive a credere che il “luogo della disputa” sia in Nuova Zelanda.
Squadra che vince non si cambia. Per Vanhera Laboratorio Olfattivo ha puntato su una collaborazione collaudata, quella con Luca Maffei già firma di MyLO e Nun, che per l’occasione ha lasciato i giardini di Laboratorio in Fiore per calarsi nel delicato ruolo di mediano di mischia di una partita mai giocata fino ad ora in profumeria. Accerchiata, sovrastata, a tratti soffocata, messa sotto stress ma mai domata. La vaniglia che Maffei ha gettato nella mischia di Vanhera è un’assoluta del Madagascar, narcotica e voluttuosa, dai sospiri potenti e le tonalità nerastre, come il colore assunto dai baccelli dell’orchidea una volta essiccati, custodi dei minuscoli semi che generano l’aroma tanto amato.
Jonah Lomu, mitico giocatore Maori degli All Blacks, soprannominato “l’uragano nero” per la sua capacità di trascinare la squadra alla vittoria, una volta disse “Quando segno una meta il merito non è mio, bensì del mio avversario che mi ha costretto a fare placcaggi perfetti, a correre più veloce, a giocare meglio di lui“. Non è dato sapere se il profumiere si sia ispirato alla leggenda del rugby, ma esaminando la formula di Vanhera il dubbio viene. Invece di far salire la vaniglia su un trono con la complicità di una corte accondiscendente, le ha messo di fronte una squadra di note massicce e tenaci che cerca, in ogni passaggio della piramide, di sottometterla per aggiudicarsi il dominio della formula. Il risultato finale è magnifico: una ruck di sfumature vivaci e lente, un caos di note speziate, legnose e animali, dentro il quale la vaniglia cerca di emergere di continuo. Vanhera è un combattimento senza esclusioni di colpi, affascinante proprio per questo, dove non c’è posto per la dolcezza.
Il primo tempo sembra quasi il classico riscaldamento che precede una competizione: una fase che non lascia presagire nulla di quello che arriverà dopo. L’impatto sulla pelle rivela un gioco di passaggi misurati ma penetranti in cui bergamotto, bacche rosa e pepe Sichuan mostrano la loro impronta incisiva e fresca, sostenuta dal cardamomo che ne rallenta la volatilità aromatica. Già nelle note di testa, in sottofondo, si avverte la presenza della vaniglia, evanescente e sensuale, lontana ma sufficentemente presente da suscitare un desiderio di conquista. L’assoluta del Madagascar posta nel finale è un trofeo da conquistare con l’olfatto: è questa la tattica di gioco studiata da Maffei che invita, chi sceglie questa eau de parfum, a oltrepassare la metà campo per raggiungere la linea di meta.
Il primo contrasto arriva con l’entrata delle note centrali vellutate, calde e dense, punteggiate da scintille di cannella che movimentano l’evoluzione della fragranza e alzano la temperatura della competizione. Legno di sandalo e di Cashmere regalano al jus una texture avvolgente e decisa: un pacchetto di mischia dagli accenti legnosi, ambrati e floreali che spazza via le note iniziali, avanza con passo sicuro e cadenzato, mostrando tutta la sua potenza, con il solo obiettivo di mettere in ombra e smorzare l’impronta della vaniglia, rubarle il ruolo di nota principe. Un intento che tecnicamente non va a buon fine ma, al contrario, contribuisce a rendere più intensa la vaniglia e più appassionante il secondo tempo della fragranza, tanto da far dire “vediamo chi vince”.
È nel mezzo di questo scontro che si intuisce un dettaglio importante di Vanhera: quello di essere di fronte a una fragranza diversa dalle altre dello stesso genere. Seducente quanto basta da essere adorata dalla pelle femminile, virile e decisa da essere scelta da quella maschile. Un profumo dal sillage importante e una tenuta solida, in grado di superare ampiamente il tradizionale “terzo tempo” che sancisce la fine di ogni partita di rugby.
La loro caratteristica è un mix di potenza, velocità e tecnica. Quando vengono lanciati verso la linea di meta è impossibile fermarli, resistono a qualsiasi tipo di placcaggio e sono in grado di fare incredibili cambi di passo per scartare l’avversario. In una squadra di rugby, i giocatori che ricoprono il ruolo di “ala” sono responsabili delle fasi conclusive delle azioni di gioco volte a segnare una meta. Le “ali” scelte per Vanhera svolgono in modo eccellente il loro compito. Ambra, muschi animali e prodigi di sintesi dalle venature di sandalo e cedro, quali karmawood e timbersilk, anziché chiudere la fragranza, ne marcano con decisione le fasi finali, la mantengono “viva”, la placcano con sentori selvatici e sporchi – ecco il secondo scontro – offrendo finalmente all’olfatto quello che aspettava da molte ore, un terzo tempo indimenticabile: il piacere di gustare una vaniglia superba ma soprattutto inedita, dotata di una vibrazione aromatica mai sentita prima.
Una vaniglia che ha “battuto” con onore tutti i suoi avversari e per questo merita rispetto, incastonata in una creazione che fa segnare a Laboratorio Olfattivo una meta che vale la Coppa del Mondo.
Piramide olfattiva Vanhera — Laboratorio Olfattivo
Note di testa: bergamotto, cardamomo, pepe Sichuan, pepe rosa CO2
Note di cuore: legno di sandalo, legno di Cashmere, scorze di cannella
Note di fondo: assoluta di vaniglia, karmawood, timbersilk, ambra, muschi
Concentrazione e formato Vanhera — Laboratorio Olfattivo
Eau de Parfum (15% di concentrazione) — 100 ml
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