V come Violetta
[box]Così ho rimproverato la violetta audace:
ladra soave, a chi rubasti quel dolce tuo profumo
se non al respiro del mio amore? Il purpureo orgoglio
che a color dimora sulla tua soffice corolla
è ovvio che l’hai presa dalle vene del mio amore.
Ho accusato il giglio di plagio della tua mano,
e dei tuoi capelli i fior di maggiorana;
le rose timorose si ergevan sulle spine,
una rosa di vergogna, l’altra di paura;
una terza, né rossa o bianca, entrambe avea rubato
e alla sua rapina aveva aggiunto il tuo respiro;
ma per quel furto, nel vigor della sua crescita,
vindice un verme la divorava a morte.
Altri fiori ho notato, ma non ne vidi uno
che non ti avesse tolto o il colore o il profumo.
(Tratto dal Sonetto 99 di William Shakespeare)[/box]
La violetta, appartenente alla famiglia delle violaceæ, rappresenta insieme all’iris, giglio d’acqua e ninfea, il perfetto bouquet dell’epoca Liberty, caratterizzando esattamente il senso morboso della bellezza del periodo decadente dal sottofondo oscuro e indolico, simbolo di morte.
Esistono circa mille specie di viola, anche se non tutte profumano; quelle più significative appartengono al genere odorata e possono presentare fiori singoli, come la comune violetta che si trova abitualmente nei prati, tra le rocce, nei luoghi umidi dell’Europa nord Occidentale, oppure a fiore doppio, create attraverso incroci con viole provenienti dagli altipiani della Turchia e dell’antica Persia.
Una tra le più famose a fiore doppio è sicuramente la varietà parmensis, documentabile per la prima volta in Provenza nel 1755, fiore amatissimo dalla duchessa Maria Luigia d’Asburgo, seconda moglie di Napoleone Bonaparte, ma ancor prima preferito a tutti gli altri anche da Giuseppina di Beauharnais, prima consorte dell’imperatore. Quella di Maria Luigia era una vera e propria passione per la violetta, infatti, non solo era sempre presente come fiore fresco all’interno dei suoi regali appartamenti, ma fu proprio lei che pregò il famoso profumiere Ludovico Borsari – di cui rimangono degne di nota le boccette di vetro e cristallo, dalle forme esclusive che rappresentano l’evolversi dello stile Liberty all’Art-Deco, in cui erano racchiusi gli estratti profumati – affinché ricavasse dal fiore un’essenza da potere sempre indossare. “Vi prego di farmi tenere qualche pianta di violetta di Parma con la istruzione scritta per piantarle e farle fiorire; io spero che esse germoglieranno bene, poiché io divengo una studiosa di botanica, e sarò contenta di coltivare ancora questo leggiadro piccolo fiore…” con queste righe, che Maria Luigia scrisse dal castello di Schönbrunn a Vienna alla sua dama d’onore parigina, voleva garantire la presenza del delicato fiore anche nei suoi giardini per poter assaporare tutta l’intensità del loro profumo duranti i primi mesi di primavera.
Nel linguaggio dei fiori la violetta esprime pudore e timidezza, infatti, l’olio essenziale – in grado di sviluppare fiducia e assertività tra le persone – può essere utile in quelle ragazze estremamente timorose che, come i fiori della pianta stessa, tendono a nascondersi sotto le foglie. Un mito greco racconta di come la ninfa Ianthis, per sfuggire dal corteggiamento del divino Apollo, perdutamente innamorato di lei, nascondendosi nei boschi chiede aiuto a Diana che prontamente la trasforma nell’umile fiore per sfuggire alle attenzioni del Dio del sole.
La violetta assume anche un forte significato mistico, infatti, il profumo del fiore, associato alla salma di Padre Pio, è percepito ogniqualvolta sia concessa una grazia dal santo.
L’assoluta ricavata dai fiori, dal carattere dolce, floreale e delicato, si ottiene attraverso la dissoluzione in alcol della concreta, ed è composta da molecole odorose tra le quali spiccano sicuramente in posizione primaria gli iononi – in greco ion significa appunto viola – α-ionone, β-ionone e β-diidroionone.
L’absolue estratta invece dalle foglie in solvente – mille chilogrammi di materia prima producono circa trecento grammi di prodotto – viscosa e dall’intenso colore smeraldo, è caratterizzata invece da molecole quali: 1,4-dimetossibenzene, (Z)-3-esanale, dall’intenso carattere erbaceo, dolce e di anice, (E,Z)-2,6-nonadienolo che dona un sentore fresco e verde caratteristico del cetriolo e dell’anguria.
Eccellenti note di cuore, le essenze naturali possono essere arricchite di sfumature olfattive più intensamente floreali con l’aggiunta di irisone alfa® Givaudan, iononi di sintesi o virare all’erbaceo con fragranze come 2-noninal-dimetil acetale (Parmavert®) scoperto da Paul Bedoukian, metil-2-ottinoato (Folione®) aggiunto in concentrazioni massime dello 0.01% in quanto allergizzante cutaneo.
L’assoluta ricavata dalle foglie, usata con parsimonia, insieme a giacinto e mughetto, garantisce un’eleganza di tempi passati e dona ai profumi ciprati una allure di alta classe; l’estratto del fiore, invece, si sposa benissimo con altre essenze floreali quali mimosa, boronia, ylang-ylang e conferisce un pacato tono floreale, indolico e animale.
L’essenza dai sentori retrò, ma assolutamente sempre moderna si può scoprire nelle seguenti fragranze:
Black Violet di Tom Ford, una stuzzicante entrée di agrumi e note fruttate, su una delicata e floreale violetta con note muschiate di base; Violette in Love di Parfums de Nicolai, un tripudio fruttato con una splendida assoluta di boccioli di ribes nero, limone italiano, lampone, un accordo poudre di iris e violetta, rosa turca, un pizzico di pepe nero e coriandolo con fondo muschiato; La Violette di Annick Goutal, un connubio perfetto tra foglie e fiori di violetta arrotondato da rosa turca; Bois de Violette di Serge Lutens, il bosco immaginato dal Maestro comprende fiori di violetta e foglie con vigoroso legno di cedro; Après l’Ondée di Guerlain, dal cuore floreale ma non eccessivamente sdolcinato la violetta si presenta insieme a garofano e spezie, con una base ambrata-poudre di vaniglia e iris; Aimez-Moi di Caron, una violetta orientale dai sentori di sandalo e ambra; No.7 Violette di Prada, dai sentori boschivi e verdi di galbano, con rosa di maggio, iris e violetta con note cuoio di base; Love in Black di Creed, avvolgente violetta italiana e gelsomino notturno vengono avvolti in un turbinio di chiodi di garofano e fava Tonka, con germogli di ribes nero della Borgogna; Violetta di Penhaligon’s, una punta citrata con un tocco di geranio si tuffa in un cuore fiorito di violetta mentre si introduce la base legnosa di sandalo e cedro leggermente muschiata; Genie de Bois di Keiko Mecheri, legni esotici e cedro magnificamente miscelati ad una strepitosa violetta; Glam Rose di Parfums de Rosine, apre con frutti rossi e ambretta per tuffarsi in un cuore di rose, violetta e gelsomino Sambac con gran finale di cedro, suede e muschio; Violette Fumée di Mona di Orio, la fragranza si libra su toni di lavanda mediterranea, bergamotto di Calabria, muschio dei Balcani, zafferano, incontrando violette, rose turche, legno guaiaco con un finale morbido di mirra opoponax e cashmeran.
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