Turn & Stare. Il neochypre maschile avvenente e sfrontato di Keiko Mecheri
Uno dei concetti più affascinanti della cultura giapponese, risiede nel molteplice significato della parola “iki“. Gran parte della sua attrattiva è dovuta al fatto che essa non ha alcun termine corrispondente negli idiomi occidentali: dalle nostre parti, infatti, non esiste un vocabolo che traduca interamente ciò che iki vuol dire in Giappone.
In verità, nemmeno il significato delle parole più comuni è perfettamente sovrapponibile in due lingue diverse. Tuttavia, se nella maggior parte dei casi ci si intende benissimo, ci sono delle parole che hanno un’impronta etnica così peculiare da risultare effettivamente intraducibili. Iki è proprio una di queste.
Ma di che cosa si tratta? Iki si riferisce alla “seduzione” dell’altro sesso incarnata dalla geisha, il cui erotismo, però, è iki soltanto se si colora dell’“energia spirituale” del samurai che si ispira al Bushidō e se si onora della “rinuncia” di chi, avendo sofferto la natura ingannevole di ogni aspettativa, pratica lo sprezzamento del bonzo che si libera dell’attaccamento alle cose del mondo. Si tratta di un fenomeno che, combinando tre elementi così specifici della civiltà nipponica, corrisponde a un canone estetico e morale impossibile da spiegare poiché può essere compreso solo tramite il dato immediato dell’esperienza.
Quando, durante la perfume week milanese (3-8 aprile 2018), ho fatto visita a Keiko Mecheri nel Pop-Up di via Brera per la presentazione delle sue due nuove fragranze – Rebel Hearts e Turn & Stare – non ho potuto non pensare a questo intrigante aspetto della sua cultura d’origine sul quale, per una felice coincidenza, proprio in quei giorni, stavo leggendo un celebre saggio (Kuki Shuzō, La struttura dell’iki, ed. Adelphi).
Con questo non posso né voglio dire che le novità di Les Parfums Keiko Mecheri siano iki. Tuttavia, ciò che mi ha ingenuamente suggerito quest’associazione è il fatto che, con Rebel Hearts e Turn & Stare, Keiko abbia voluto ispirarsi alla dualità maschile/femminile, elemento indispensabile dell’iki stesso. E lo ha fatto distaccandosi, peraltro, dal proprio passato. Infatti, dopo averci parlato con molti profumi della sua storia e dei suoi ricordi, assistiamo ora a un netto cambio di passo: Keiko non ci racconta più di sé stessa, ma dell’incontro tra la donna di Rebel Hearts, che consegna il suo libero e indomito cuore alle note di rosa e amaretto, con l’uomo di Turn & Stare, avvenente, deciso e sfrontato ma dall’animo gentile.
Ed è proprio di quest’ultima fragranza che mi è stata affidata la recensione.
Come s’intuisce dal nome, Turn & Stare è il profumo di chi riesce ad attirare gli sguardi con la sua semplice presenza e viene descritto come una fragranza orientale, chypre e floreale.
Le note di testa esperidate sono accompagnate da un sentore balsamico che si materializza o sotto l’influenza della nota selvatica del ribes nero o, molto più probabilmente, della frazione erbacea e canforata del patchouli indonesiano. Si tratta, però, di un patchouli abbastanza freddo, vicino a quello che Keiko aveva disegnato per Patchoulissime e di cui si avverte più la “forma” della “sostanza” da vecchio cassetto, a tutti familiare. Il cuore della fragranza si allontana, perciò, dai toni spiccatamente caldi che si associano, normalmente, alle formule orientali. Su tali toni indugia, invece, il bouquet floreale intiepidito dall’odore fruttato dell’osmanto (ma non c’è anche l’ombra di una rosa?), il cui calore, simile più a quello della pelle umana che non a quello più intenso delle spezie, pur presenti, è raccolto sul fondo da un garbato accordo suède.
A mio avviso Turn & Stare appartiene al regno dei cosiddetti neochypre, una sottocategoria della tradizionale famiglia olfattiva la cui tipica flessibilità permette ai profumieri più creativi di sondare nuove vie di composizione al fine di eludere, principalmente, le odierne restrizioni nell’uso del muschio di quercia.
Frutto di una lunga elaborazione, come si comporta Turn & Stare sulla pelle? Dopo l’acuta e quasi pungente esplosione di agrumi amari, la fragranza sembra iniziare quasi in sordina per sviluppare, scaldandosi, un envol di ampio raggio, elegante e moderno. Ottima la persistenza.
Nonostante possa non essere evocativo come Embruns o non avere la serica consistenza di Bois de Santal e Oliban, Turn & Stare, al pari di Hanae o Genie de Bois, è terribilmente piacevole da indossare e, sebbene si sganci dalla sua biografia, la firma olfattiva di Keiko è riconoscibile nel senso della misura che caratterizza ogni fragranza dell’universo Mecheri.
Per tornare da dove ho cominciato, l’iki parla di una seduzione infinita che non raggiunge mai l’oggetto del suo desiderio. Una seduzione per la seduzione stessa che cesserebbe di essere iki qualora gli amanti si scambiassero una promessa per la vita, cosa che, per questa filosofia, diventa addirittura una faccenda “volgare”. Immaginando le figure che animano le due nuove fragranze di Keiko Mecheri, capirete come mi sia stato facile pensare che uno scambio seduttivo così febbrile ben potesse accadere tra la donna di Rebel Hearts e l’uomo di Turn & Stare.
Descritti rispettivamente come maschile e femminile, Turn & Stare e Rebel Hearts nascondono, nelle loro trame olfattive, un tratto androgino che invita al gioco dello scambio. In una società sempre più spinta al sovvertimento delle identità, anche invertire il genere di un profumo può rompere gli schemi definiti da quell’ancestrale marca antropologica che vuole l’uomo esaltato nella sua virilità e la donna confinata nelle sue virtù.
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Leggendo questo articolo molto interessante su Heiko Mecheri, sono rimasto molto affascinato e con tanta voglia di scoprire il suo mondo. Penso che mi cercherò immediatamente una profumeria artistica per indossare queste fragranze.
Grazie a voi
Ciao Alessandro, grazie per il tuo apprezzamento! Sì, vale davvero la pena addentrarsi nella filosofia olfattiva di Keiko, che non è una sola. E se ne avrai voglia, torna a raccontarci le tue impressioni! A presto!