Tendenza Green: profumi a basso impatto ambientale
È la nuova tendenza: oltre ad essere affascinanti e carismatici sulla pelle, vogliono anche essere buoni con la natura: i profumi hanno preso la strada dello sviluppo sostenibile. Niente di sorprendente, visto la continua crescita del consumo dei cosmetici naturali (secondo i dati di Cosmetica Italia è una tendenza da oltre 1.100 milioni di euro di fatturato), anche se, parlando di fragranze, questo fenomeno porta a un cambiamento importante.

«Innanzitutto sono realizzate con ingredienti naturali, per cui sulla pelle durano di meno», dice Andrea Casotti, Ceo di CFF (Creative Flavours Frangrances), specializzata nella produzione di fragranze per aziende italiane e internazionali. «Chi li utilizza, quindi, deve acquisire l’abitudine a profumarsi più spesso. Si sta delineando un approccio diverso al mondo olfattivo, fatto di sentori più delicati e legati al passato, che non toglie nulla a quello tradizionale, realizzato con note più sensuali e persistenti che continuerà ad andare avanti per la sua direzione».
Il cammino ecologico, comunque, è ancora lungo, nonostante qualche passo sia stato compiuto. Non mancano le creazioni realizzate con ingredienti puri e vegetali e qualche mese fa il brand francese Etat Libre d’Orange, da sempre noto per le sue provocazioni, ha introdotto l’upcycling nel mondo olfattivo, commissionando al naso Daniela Andrier un bouquet realizzato con i “rifiuti” della profumeria. Ma niente paura: nessun sentore putrescente, anzi, la fragranza si è avvalsa di una tecnologia che dà una seconda vita agli ingredienti classici, perché li distilla una seconda volta, estraendone essenze dagli accenti diversi.
È stato utilizzato anche un altro metodo di recupero: una volta adoperati i petali di un fiore perché buttarne le foglie e i gambi? E i semi? Gli scarti possono essere una materia interessante e riservano sorprese. Non a caso in questo momento la vegetazione, nel suo intero ciclo di vita, è il nuovo interesse della creazione olfattiva: la natura diventa più generosa che mai e offre insospettate risorse a chi si mostra rispettoso e un po’ meno predatore. La parola chiave per descrivere questa corrente è “raw”, un termine inglese che racchiude diversi significati riguarda il senso di natura incontaminata, cruda, grezza e viva.

Così in profumeria sono nati nuovi accordi, come quello di avena e di cereali, che si affiancano a materie prime classiche, suscitando emozioni forti , che solo il contatto con questi elementi fa scaturire, visto che tocca in modo più profondo i sentimenti. Senza contare che le case essenziere oggi hanno a disposizione processi tecnologici molto avanzati, che permettono di accedere alla natura senza impoverire le risorse del pianeta. L’azienda giapponese Takasago, per esempio, ottiene circa trenta materie prime per i profumi utilizzando un solo estratto di pino. Vengono duplicate e prodotte sinteticamente, permettendo di limitare l’impatto ambientale e di procedere “made from nature”, che è lo slogan in questo momento più ambito.
«In generale c’è un’attenzione maggiore alla filiera di produzione», commenta Andrea Casotti. «Allo stesso modo alcune sostanze, come il muschio bianco, che è un fissante, non vengono più impiegate, perché difficilmente reperibili e a rischio di estinzione». I consumatori green provengono prevalentemente dai paesi nordici, che sono molto consapevoli riguardo a queste tematiche, meno sensibile, invece, è il mondo arabo.
«La strada, tuttavia, è ancora lunga per quanto riguarda l’imballaggio», continua Casotti. «Alcuni marchi scelgono la carta o la plastica riciclata, ma sono pochi ed è ancora praticamente inesistente il concetto del refill, che al contrario, sarebbe molto funzionale, oltre che rispettoso per l’ambiente». Probabilmente farà presa fra qualche tempo e potrà essere un ottimo driver per diffondere altri temi simili, ma ancora siamo agli albori. «Le aziende si dovrebbero adeguare a una produzione ecosostenibile da ogni punto vista, a cominciare dai consumi e dalla riduzione degli sprechi», osserva l’esperto. E che dire di flaconi, spesso bellissimi e preziosi, ma impossibili da utilizzare fino all’ultima goccia? Il terreno è ancora fertile per nuove soluzioni. Tutte – speriamo – ecologicamente corrette.
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Ignorare o fare finta che l’emergenza ecologica che stiamo vivendo sia un problema che non riguarda il settore del lusso è da idioti! Già molti marchi d’alta gamma stanno cambiando le loro regole di produzione per non impattare sull’ambiente. E’ arrivato il momento che anche la profumeria artistica si allinei al cambiamento che è in atto se non vuole perdere il suo appeal sui consumatori!