Tango ~ Masque (Perfume Review)
E’ il 2013 quando, dopo anni di ricerche ed esperimenti, due giovani imprenditori dalle idee molto chiare e con un solido background professionale alle spalle presentano al mondo Masque. Ad un primo sguardo distratto la cosa potrebbe passare inosservata, in fondo è un periodo che vede nascere talmente tante maison di profumeria cosiddetta “artistica”, a volte su presupposti davvero labili, che sembra legittimo non accorgersi di ognuna di esse. Ma in questo caso passare oltre sarebbe proprio un errore, perché i due giovani in questione, che rispondono al nome di Alessandro Brun e Riccardo Tedeschi, hanno fatto le cose per bene e la collezione con cui esordiscono è molto interessante.
Ovviamente c’è un tema, un filo conduttore che unisce le varie fragranze della maison e continuerà a farlo anche nei lanci successivi. L’ispirazione viene dall’Opera e infatti, come spiegano Brun e Tedeschi, Masque rappresenta l’Opera della vita in quattro atti. Come nell’Opera in ogni scena cambiano gli attori e gli elementi dell’ambientazione, così nelle nostre vite possiamo cambiare la “maschera” che ci raffigura senza per questo separarci dalla nostra vera essenza. Per questo gli ideatori di Masque vogliono creare una collezione di fragranze in cui ciascuna di esse abbia un’anima differente, da indossare come una seconda pelle, un profumo dietro alla maschera. “Così come non esiste attore in grado di impersonificare tutti i ruoli – né musicista in grado di suonare in maniera credibile tutti gli stili musicali – così non può esistere naso in grado di rappresentare tutte le scene dell’opera. Se i profumi di Masque Fragranze devono avere un’anima, allora queste creature dovranno prendere vita grazie al “naso”. Ma ogni scena avrà il suo naso.”
Tra le parole di questa dichiarazione d’intenti è possibile scorgere un altro elemento importante della filosofia di Masque, un aspetto che riteniamo fondamentale e che ci piace molto: l’onestà. I due creatori di Masque non sono degli sprovveduti, hanno entrambi alle spalle preziose esperienze lavorative nel mondo del lusso e dell’alta profumeria, ma sanno che per realizzare un prodotto eccellente non ci vuole niente di meno di un Naso professionista e ben preparato. E non ne fanno mistero, anzi spingono ancora più avanti il concetto e dichiarano candidamente che nemmeno i professionisti del settore sanno fare tutto al meglio, ognuno ha uno stile e una sua sensibilità e per questo sarà più bravo con certe tipologie di jus (e meno con altre). Ad Alessandro e Riccardo il compito, non semplice, di dirigere artisticamente le produzioni e dettare le coordinate emotive delle fragranze da realizzare.
Dopo l’esordio alla manifestazione fiorentina di Pitti Fragranze alla fine del 2013, pochi mesi dopo entra in produzione la quarta creatura della collezione. Tango, questo il nome, è l’atto III, scena quarta della rappresentazione olfattiva della vita secondo Masque, stavolta a cura di Cécile Zarokian, affascinante Naso francese in grandissima ascesa, già pienamente a suo agio a lavorare con maison di nicchia di tutto il mondo, come attestano realizzazioni importanti per Amouage, Laboratorio Olfattivo, Jovoy e Majda Bekkali, tra gli altri.
Già il nome del jus rivela che, pur restando all’interno della cornice operistica del progetto con la sua suddivisione in atti e scene, in questo caso l’ispirazione arriva da quel ballo che è anche una poetica, un’interpretazione musicale, un modo di esprimersi e un linguaggio corporale, simbolo universale di seduzione e corteggiamento, una danza carica di aspettativa e passione sul punto di esplodere ma allo stesso tempo pervasa di una sotterranea malinconia.
Come la danza omonima, la partenza è decisa e vivace grazie a un accordo di bergamotto, cardamomo e pepe nero, tre scosse decise che risvegliano i sensi ma che fin da subito vengono avvolte e si sciolgono dentro un sentore di caldo, pieno e sottilmente erotico. Hanno fatto il loro dovere, attirando il partner al ballo, ora inizia il rituale sublimato del corteggiamento. E infatti segue un cuore che palpita di sensualità con la promessa di seduzione di un’assoluta di gelsomino Sambac e un tono leggero, quasi didascalico di rosa damascena (del resto non è forse vero che i tanghi si ballano con una rosa tra i denti?); il tutto è reso incredibilmente realistico e carnale dall’uso sapiente di cumino, d’effetto animalico, e da un patchouli morbido, quasi burroso (benché non elencata in piramide olfattiva, a parere di chi scrive in questa fase si sente decisa anche una deliziosa nota di cannella). La promessa dell’imminente conquista e delle sue voluttuose delizie comincia a farsi strada già in questa fase di cuore, in cui si insinuano tenui effluvi di vaniglia e fava tonka fino a scoprire la vera anima del jus, un accordo pieno e avvolgente di ambra, reso denso e fumoso da un abbraccio di benzoino e note cuoiate dai toni leggermente catramosi come di legno di guaiaco (assente in piramide olfattiva).
A ben vedere questa anima di ambra è una presenza in crescendo fin dalla partenza della fragranza, dapprima solo come una sensazione che poi prende corpo pian piano fino a svelare che, sì, era già lì, in sottofondo, pronta a schiudersi come una passione che si accende. Quando le danze sono concluse, infine il jus si adagia stremato su un letto di muschi adornati da un’assoluta di meliloto, essenza non molto usata in profumeria, caratterizzata dall’alto contenuto di cumarine che le conferiscono toni vanillici e mandorlati con un leggero sentore di erba appena tagliata.
Il sillage è discreto, una roba da godere a distanza di contatto, di tocco, di tango, come il respiro caldo del partner di ballo, ma la durata è notevole, degna di profumi vintage, a ennesima riprova che Brun e Tedeschi hanno studiato a fondo la materia.
Forse Tango non diventerà un bene protetto dall’UNESCO, come l’omonimo genere dichiarato nel 2009 “patrimonio immateriale dell’umanità”, ma noi senza dubbio la eleggiamo irrinunciabile patrimonio personale di ogni collezionista di essenze di gran pregio.
Hai più preso il treno
quella donna che tangava con furore
nei locali della croce rossa
fuori era la guerra nel suo cuore tanto tango
da unire il cielo con la terra.
Lucio Dalla – Tango
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