Sulle Ali del Tempo Giveaway. Partecipa all’Evento del Profumo a Cremona insieme a noi
Tra poche settimane sarà Natale e noi abbiamo deciso di festeggiarlo con un nuovo giveaway, Sulle Ali del Tempo, l’ultimo del 2014. Questa volta però in palio non c’è solo il solito sample kit ma anche la partecipazione a un appuntamento speciale sul profumo che vi porterà a vivere un’esperienza davvero unica, per la prima volta insieme a noi.
L’evento si terrà a Cremona il 12 Dicembre prossimo. Ci saremo noi, i profumi di una giovane Maison italiana e tanti sorrisi. Potremo finalmente conoscerci, scambiarci esperienze e segreti sul profumo e mettere il naso dentro meravigliose opere di arte profumiera, attraverso un suggestivo percorso multisensoriale che delizierà i sensi. Tutti i dettagli sono ancora top secret e saranno svelati Giovedì 4 Dicembre, però possiamo dirvi che solo dieci di voi avranno la possibilità di partecipare all’evento che promettiamo sarà emozionante e ricco di sorprese.
Per vivere questa incredibile esperienza insieme a noi vi chiediamo di raccontarci il profumo che riesce a farvi volare sulle ali dei ricordi e ha il potere di riportare indietro le lancette del tempo.
Le regole da seguire sono semplici:
- Postate qui di seguito un testo con il quale descrivete il profumo dei vostri ricordi (minimo 500 battute).
- Inviate una mail a info@extrait.it (oggetto: “Sulle Ali del Tempo”) con nome/cognome e la conferma della vostra partecipazione.
Potete postare i vostri contributi entro Mercoledì 3 Dicembre alle ore 13.00. La redazione di Extrait selezionerà i testi più belli e comunicherà i nomi dei vincitori Giovedì 4 Dicembre. Nello stesso giorno daremo tutti dettagli sull’evento che ricordiamo si terrà Venerdì 12 Dicembre alle ore 19.00 a Cremona. I vincitori saranno omaggiati con un sample kit che potrà essere ritirato solo in loco.
Pronti con il mouse? Sniff!
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Dicembre 1972 casa mia…..
“Nicoletta oggi vieni con me da Onofrio, mi accompagni a fare la 2^ prova perchè la mamma è occupata con le zie ad addobbare la casa per il Natale e non può venire, mi serve un parere….” .
Mio padre , classe 1931 quasi 2 metri di serietà e vanità, da quando avevo raggiunto l’età per capire ed elaborare le informazioni sensoriali che mi circondavano avevo notato che curava tutto ciò che riguardava la sua persona, dalla camicia di cui sceglieva le stoffe, i bottoni, e faceva confezionare da una camiciaia che poi apponeva a ricamo le sue cifre, alle scarpe adatte ad ogni situazione , agli abiti, ai profumi e al necessario per la toeletta e la barba acquistato presso una profumeria della città non certo presso il supermercato, realtà che stava nascendo in quegli anni.
E così in quel giorno di dicembre ho varcato il tempio dell’eleganza maschile, qualcosa riservato fino a quel momento solo agli uomini e alle loro signore che a quel tempo erano rigorosamente mogli, tutt’al più di primo o secondo letto.
La sartoria era in una di quelle vecchie case che un tempo appartenevano alla borghesia del primo 900 con il cancello di ferro battuto, il giardino ordinato con le siepine di bosso e la porta di ingresso di legno.
Venimmo accolti da una signora che ci introdusse al laboratorio di Onofrio il sarto personale di mio padre, ed io fui invitata a sedermi sulla poltroncina dove di solito si sedeva mia madre.
Dicembre 2012 caffetteria in città …….
Talvolta fra un impegno e l’altro mi concedo qualche momento di tranquillità specie in questo periodo nel quale la città è addobbata dalle luci natalizie ed è così diversa da quei noiosi, volgari, dozzinali centri commerciali…. stò invecchiando …
Tra un caffè con la panna e un biscotto forse ci scappa qualche momento per leggere qualcosa sulla rivista di moda nella sezione beauty ( perchè non la chiamano bellezza! la nostra lingua madre è così bella )…. stò invecchiando…..
Un articolo attira la mia attenzione: “Sartorial profumo di Penhaligon’s nota casa inglese di profumi e prodotti di bellezza, fornitrice della Real Casa ha creato un profumo che ricorda le sartorie di Saville Row….. “.
La descrizione continua enumerando tutte le fragranze e gli odori di cui è composto, anche la confezione adotta colori sobri ed eleganti tipici di un inglesità sinonimo di altri tempi.
Dicembre 1972 Sartoria di Onofrio
Vengo lasciata sola per permettere a mio padre e al sommo sacerdote di quel tempio di indossare l’abito di prova, intorno a me sensazioni di ogni genere: sonore costituite dal ticchettio della pendola, tattili dal morbido broccato della poltroncina, visive da quel mondo di colori e forme per me nuovi,il gusto di un cioccolatino gianduiotto offerto nell’attesa ma soprattutto olfattive, un caleidoscopio di odori che non avevo mai sentito, anzi avevo parzialmente sentito nell’armadio di mio padre quando andavo di nascosto a vedere le cravatte colorate o quando quella volta per proteggermi da freddo mio padre mi aveva infilato un suo magione di lana morbida.
Profumo di stoffe allineate negli scaffali e distinte per colore , odore di naftalina sotto forma di palline bianche, le stesse che la mamma metteva con diligenza negli armadi per proteggere dalle tarme, odore di gesso ed uno strano odore pungente che poi ho saputo era l’olio per le immense macchine da cucire nere e imponenti……
” Cosa ti sembra Nicoletta ?” Papà e Onofrio erano emersi dal camerino di prova.
Papà stava sempre bene con gli abiti che si faceva confezionare e Onofrio era proprio bravo.
Finita la seduta, lasciammo quel luogo dove avevo scoperto per la prima volta cosa rappresentano le sensazioni che ci circondano e quanto sono importanti.
Avevo 9 anni.
Dicembre 2012 profumeria in città….
Buongiorno, mi conoscono sanno la mia passione per la profumeria artistica , li tormento con richieste a cui danno sempre una risposta e quindi non si stupiscono di come mi precipito, giornale aperto alla pagina “Beauty”, chiedendo con insistenza di sentire il profumo “Sartorial”.
Mi preparo annusando chicchi di caffè e poi la spruzzata arriva…. aspetti….ancora un momento …. ecco annusi…….
Scoppia il ricordo di quel pomeriggio, la nostalgia che ti prende ad una certa età di quando eri bambina, senza le preoccupazioni e le responsabilità che ora hai da adulta, e soprattutto la certezza che chi ti circondava di amore in quel momento non c’è più.
Natale 2012
Festa in famiglia, il Natale è sempre una ricorrenza meravigliosa qualche nostalgia dei Natali da bambino ma ora sei tu che devi ricoprire quel ruolo che un tempo era degli adulti che ti circondavano.
Da sempre regalo io a mio marito i profumi, scusate non sarete d’accordo con me ma devo sentire io il suo odore e quindi deve piacere a me, Sartorial su di lui è una nuova sensazione un ricorso bello a cui guardare come da una porta aperta su una bellissima stanza , una porta che però bisogna anche saper chiudere.
Benvenuto Sartorial .
Il profumo che ha il potere di portarmi indietro nel tempo, a quando ancora bambina accompagnavo mia madre e mia nonna nel paesino di campagna è…
“…l’odore di incenso tra penombra e candele pervade la piccola chiesa, prima che la processione di merletti e bisbigli si srotoli nel tramonto autunnale per le vie del paese
Uno scintillio di piccole donne e nenie sacre muovono nell’aria il baldacchino dorato ed una scia evocativa,
giù…giù fino al bosco del convento, dove tra fronde di alloro un altare di pietra raccoglie le fiaccole e l’odore antico di cera e preghiere…
Una rievocazione che condivido con molti profumi che possiedo: Cardinal, 300 , Orpheline.
Il profumo che mi porta indietro nel tempo con la sua intensità e i suoi ricordi e’ un profumo classico da donna, shalimar, nel suo bellissimo flacone che mia madre teneva sempre sul suo comodino e che, in estate in vacanza al mare, era appoggiato sulla mensola del bagno della nostra camera della pensioncina sull’adriatico.
Lo annusavo e mi piaceva un sacco quando alla sera mia madre lo metteva per uscire a fare la nostra
passeggiata lungomare. Niente di speciale, quattro passi, un gelato, un’occhiata alle solite bancarelle, ma per me erano serate speciali. Quando mai si usciva alla sera tutti insieme, io mio fratello mamma e papà’? Di inverno era tutto diverso, più grigio, più routinario; anche i miei erano diversi, meno spensierati e felici, assorbiti dalle incombenze quotidiane come erano.
Ecco, quel profumo mi riporta ad una spensieratezza tipica delle vacanze al mare, quando tutto sembrava più bello e facile, quando le regole potevano per una volta venire infrante e quando i sorrisi e le risate erano più frequenti. Mia madre, ora settantenne un po’ rigida e severa, come spero di non diventare io, (anche se ci sono tutti i presupposti!) allora era una giovane donna, bella, pazza d’amore per la sua famiglia, che si metteva quel profumo così prezioso e speciale con parsimonia.
Quando mi capita di risentire quel profumo, i ricordi delle estati spensierate si ripresentano alla mia mente e per un attimo il sorriso di mia madre e la serenità di quei momenti mi riempiono il cuore. Davvero. Il profumo dei ricordi.
Mi è capitato molte volte ,spruzzandomi uno dei miei profumi preferiti, cioè la fragranza Rose Splendide della fantastica Annick Goutal ,di domandarmi : “Ma cos’è questo delizioso odore di primavera nel bel mezzo di un giardino di rose??”
Quando compio questo bellissimo rito, immancabile in ogni mia giornata (dalla piu rilassante a quella più impegnativa), la mia memoria tornata indietro nel tempo e ripenso a tanti anni fa, quando da ragazzina spensierata e ancora circondata da tutti i miei affetti, adoravo trascorrere il mio tempo libero con la mia amata nonna (che purtroppo non è piu con me) e con lei giocavo nel giardino della sua casa, che in primavera si riempiva di rose di un tenue e delicato colore , lo stesso colore delle guance della nonna.
Questi fiori magnifici avevano anche lo stesso profumo della pelle di nonna, sempre fresca e pulita….
Ora che non è più con me, quando uso questo profumo mi sembra ancora di averla accanto, e questa sensazione dura finchè il profumo non svanisce…
In questo modo mi sembra di averla ancora accanto, la scia del profumo a volte mi da l’idea che lei mi cammini vicina e sono serena ogni volta che la penso, con le sue guance fresche come una rosa….
Il profumo dei miei ricordi
La mia collezione di boccette di profumo è il regno prezioso delle mie memorie olfattive. Ogni tanto ritorno ad annusare le vecchie glorie che mi hanno accompagnato negli anni. Oggi ho ripreso in mano una boccetta di vetro bianco con un bel decoro di fiori rosa pallido e foglie di un verde tenero. Una immagine di primavera. AnaisAnais di Cacharel. Erano gli anni ottanta. Ero una ragazzina ottimista e carica di energia. Libri e bigliettini disordinatamente sparsi sulla scrivania. Si avvicinava il tempo per noi compagne di diventare donne. Tutte indossavamo profumi innocui, piacevoli e non impegnativi. Ricordo Gocce di Napoleon, rotondo e un pò malinconico come l’adolescenza a volte può essere; Eau Jeune di L’Oreal, aspro e spigoloso ma pieno di luce come le nostre personalità in divenire. Ma una di noi usava AnaisAnais. Non era la più bella ma quel profumo la rendeva la più più sensuale. A quel tempo lo percepivo appena ma oggi ne sono più consapevole. Quel profumo la rendeva donna. AnaisAnais è proprio così, ingenuo e sensuale allo stesso tempo. Fiori bianchi, una idea di pulito, ma con un sottofondo carnoso e sensuale. Un primo soffio di femminilità, una giovane che giunge alla primavera della vita e si scopre donna. Ogni volta che riannuso questa essenza mi ritrovo in una stanza di ragazza, dove però le bambole non ci sono più, sulla scrivania solo i libri di testo, e una pila di sogni e speranze. Questo è il potere della memoria olfattiva, riportarti indietro nel tempo, mantenendo intatti persino i dettagli.
La campagna assolata nelle prime ore del pomeriggio si accende di luce e calore; io bambino disteso all’ombra di una quercia guardo incantato le formiche che trasportano pazienti i semi del melone, che giace aperto sul campo, ormai maturo.
L’odore intenso e dolciastro si imprime nella memoria e riempie l’aria calda e asciutta.
Anche le farfalle lavorano alacremente instancabili sui fiori del giardino e lo scuotere delle ali sparge intorno il profumo delle rose, maestose e cariche di petali e nettare.
Ogni tanto la brezza calda dell’estate porta una profumo leggero di tabacco, forse poco lontano qualcuno ha acceso una sigaretta fermandosi vicino al fresco del ruscello che scorre monotono nell’ora del meriggio.
Così la mente si acquieta nei ricordi e scorrono veloci i minuti, riempiendo il cuore di nostalgia.
E’ sabato, un sabato pomeriggio di metà ottobre.
Il sabato della settimana andata e chiusasi esattamente sette giorni fa.
Un sabato di nebbia e umidità nel quale decido di varcare quella soglia, la porta d’ingresso di una storica profumeria del centro di R***, per entrare in un universo che da troppi mesi mi incuriosisce: mi invita e mi respinge, contemporaneamente.
Un tempio di antica data, di proprietà di un signore di tempi andati. Ciò che mi procura curiosità, intimorendomi allo stesso tempo. Perché questo vecchio proprietario è austero, direi scorbutico e misantropo: a tratti e in apparenza. Eppure l’ambiente pare così caldo, intimo. Mi dico che per essere il suo impero – dei profumi – a tal punto accogliente, l’anziano signore dovrà pure contenere in sè, in quanto proprietario e creatore di quel dolce ma acceso universo degli odori, un raggio di calore e umanità, pur celato da anni.
Questa umanità traspare, tiepidamente, nel corso del pomeriggio, tra un’essenza e l’altra, ravvivata dalla mia indomita, ma timida – timidezza procuratami dal timore di lui – curiosità. Una curiosità che dapprima lo irrita, ma poi, compresa, lo incuriosisce a sua volta. Il potere dei profumi che, senza parole, sa abbattere barriere e fare vacillare il muro dell’incomprensione, avvicinando intenti e animi.
Mi concedo, in quel sabato di slancio, la scoperta di essenze importanti, piene, che mi aprono mondi altri, portandomi indietro, ad epoche lontane e sconosciute: tra queste, Gardenia. Un profumo d’altri tempi, ma proprio per questo così ricco di storia, messaggero di belle emozioni. Un profumo che riconduce a caldi teatri affollati, dai foyer fumosi e talcati. A eleganti redingote, a guêpière strizzate e ingombranti crinoline; a pizzi, merletti, lavalliere, al ticchettio del cuoio di tacchi e stivaletti in squillante, frenetico movimento.
E la gardenia rappresenta anche il ricordo dell’odore intenso delle piante e dei fiori del giardino dell’adolescenza, ravvivato e intensificato dal cadere dell’acqua, odore che con intensa potenza penetrava nel mio studio, in una esplosione di aromi.
E nitidamente si poteva sentire e intuire proprio lei, la gardenia: così femminile, generosa, fragile.
Un profumo profondo. Non facile.
Che richiede attenzione. Come ne richiede una donna.
Un profumo nato non per essere indossato prima di una prosaica riunione di lavoro. Un’essenza che richiede dedizione, tempi pieni e rotondi. Che richiede ascolto e profonda riconoscenza: ossequio verso una natura che, seppur a volte ostile e matrigna, altre – il regalo di certe essenze ne è la prova – si manifesta nella sua immensa generosità.
E’ domenica. Sto per uscire per il cappuccino del mattino. Le ore sono lente, scandite da lunghe pause e piacevole ondeggiamento della mente. La fretta non è ammessa nella giornata del riposo.
E così c’è spazio anche per sognare. Per emozionarsi, per concedersi quei gesti che fanno bene
allo spirito.
Ho appena messo due gocce di un’acqua fresca e aggrumata, che per rispetto e pudore non menzionerò. Una eau pulita che profuma di bucato, di camicie appena stirate.
Uno dei miei profumi favoriti, nell’ultimo periodo. Forse perché pare un profumo, senza esserlo.
Mi sono fermata, seduta, per annusarne profondamente le note. Che è possibile percepire, pur nella loro delicatezza.
Dovremmo riporre maggiore attenzione nei gesti che compiamo, dare un valore alle nostre azioni, anche a quelle che ci paiono più ordinarie, prive di significato.
Eppure, mi capita così spesso di mettere un profumo velocemente. Con gesto repentino e meccanico. La poesia che sfuma…
Il tempo, tiranno, che sottrae? O le nostre scelte che, sbagliate, ci rubano tempo, distraendoci da noi stessi e portandosi via gioie, emozioni, sogni?
Due essenze così diverse, quelle poc’anzi citate: eppure complementari. L’una, senza l’altra, mi risulta assolutamente incomprensibile.
calore. giallo. arancione. toni caldi e una fiamma ardente davanti a me.
Ricordo la voce di mio padre, con tono fermo e deciso pronunciava “Principessa vieni con me”.. Mi portava devo la sua stanza dei giochi, così chiamata da lui, perché al suo interno raccoglieva orologi antichi, mobili d’epoca e vasi del passato. Passavamo ore a dare la cera, a pulire quei legni così vecchi, così pieni di storia e di ricordi, che il tempo passava senza che ce ne rendessimo conto.
ricordo le sue mani che avvolgevano panni per lucidare, frese metalliche che emettevano un rumore quasi stridulo e fastidioso. Profumi di lacche, cere e lucidanti di ogni tipo.
Poi ricordo perfettamente quell’odore.
L’odore del suo amore, misto a legno e cuoio.
Ho ritrovato tutto questo in Six Scent, appena ho levato il tappo e ho spruzzato quel profumo il cuore è esploso. Dentro di me, in un istante, ho visto quelle immagini, ho risentito le sue mani e la sua voce dentro di me. Mi sono sentita tremendamente al sicuro, mi sono sentita avvolta e presa ancora una volta per mano e condotta nel mondo dei ricordi, nel mondo dell’amore, nel mondo di mio padre.
Una volta ho letto la storia di quel profumo = i can’t smell fear”, con me stessa non posso avvertire paura, ho deciso di tatuarmelo sulla pelle per sempre, ho deciso che quel profumo era stato creato da una persona, che come me, aveva bisogno di sentirsi protetta senza una corazza, ma protetta dai ricordi e dall’amore.