Storytelling olfattivo: le parole per dire “profumo”
Non è facile parlare di un profumo: le parole sembrano sempre inadeguate e riduttive, ma spesso dietro le creazioni ci sono storie molto interessanti. Si è trattato proprio questo tema a Fragranze 17, durante il talk Comunicare Una Fragranza. «Bisogna conoscere tecnicamente il prodotto, ma essere anche empatici“, ha detto uno dei relatori, Remco Verbooij, education manager di Skins Cosmetics. «Il profumo trasmette sensazioni: per parlarne è indispensabile avere una corda emotiva sviluppata». Tant’è vero che l’olfatto è uno dei sensi più sensoriali: è l’unico che permette di utilizzare tutti termini relativi agli altri ambiti, che sia quello del tatto, dell’udito o del gusto.

«È strettamente connesso alla musica, visto che per entrambi i canali ci si riferisce ad accordi e note», aggiunge François Dahdah, trainer di Cartier Parfums, che ha partecipato all’incontro. «L’immaginazione gioca un ruolo fondamentale: certo, conta molto raccontare il progetto che c’è dietro una creazione, ma anche invitare l’interlocutore a chiudere gli occhi, a pensare ai colori e a mescolarli con le immagini che man mano vengono in mente».
Sempre continuando l’excursus artistico non si può omettere il legame tra profumi e letteratura, che è strettissimo. Non solo perché sono tanti i libri dedicati all’argomento (Il Profumo di Patrick Süskind è uno dei cult) e l’odore della carta stampata è unico, ma perché in molte opere letterarie c’è un fil rouge olfattivo che racconta emozioni, storie e personaggi.
Molti gli autori sono stati sedotti dall’olfatto: dalla Bibbia a William Shakespeare a Henry Melville (in Moby Dick un capitolo intero è dedicato all’estrazione dell’ambra grigia dalla carcassa di una balena), fino ad Andrea Camilleri e Gianrico Carofiglio. «Il profumo spesso riesce a dire molto di più delle parole», dice Giovanna Zucconi, autrice di “La sua voce è profumo” (ed. Mondadori). «Attraverso un codice olfattivo si possono rileggere diversamente i capolavori di sempre, dagli antichi greci a oggi». Oppure, perché no, annusare in modo differente i profumi già conosciuti.

Nel talk fiorentino si sono analizzate anche le fonti online, oggi più che mai imprescindibili per informarsi e, quindi, comunicare, una fragranza. «Il web si intreccia con il mondo offline, una dimensione non esclude l’altra», spiega ancora François Dahdah. «Nella profumeria artistica si cerca un’esperienza più che un acquisto: per questo la preparazione e a competenza di chi propone un prodotto è fondamentale, perché il pubblico è più preparato e, soprattutto, è desideroso di conoscere ogni dettaglio di ciò che compra».
Se un tempo il mondo olfattivo aveva un alone di misterioso e di poco conosciuto che accentuava il fascino, oggi c’è sete di informazioni e bisogno di condividerle in tutte le sue declinazioni. «Il merito è in particolare dei Millennials che non si fanno sedurre solo dalla forma e dal contorno, ma cercano sostanza», commenta il manager di Skins Cosmetics. «Soprattutto per quanto riguarda alcuni ambiti, come quello della sostenibilità: non ammettono deroghe e non si lasciano facilmente ingannare». L’autenticità è uno degli altri capisaldi della comunicazione olfattiva di ultima generazione: la verità premia sempre ed è considerata il link vincente con il consumatore.
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