Sine Die e Aldheyx ~ Laurent Mazzone
Attraverso il linguaggio sensoriale di Sine Die e Aldheyx, Laurent Mazzone aggiunge nuove parole e sfumature al sentimento dell’amore. Che sia il racconto di un affetto famigliare o la passione incrollabile di due amanti, le due composizioni esprimono tale impulso terreno attraverso un sapiente lavoro di sottrazione, lo evocano senza roboanti proclami fissandosi nella memoria senza strepito alcuno, come una rassicurante e quotidiana presenza di cui non se ne può più fare a meno.
La locuzione latina sine die il cui significato letterario è “Senza Giorno” è la costruzione olfattiva dell’incontro tanto atteso con una persona cara dopo anni di silenzio, un ricordo reale del ricongiungersi dello stesso Mazzone con il padre dopo molto tempo. La carica emozionale che si sprigiona da questo attimo solenne ha una tale e potente portata da poter arrestare il tempo e lo spazio e rimanere in un eterno qui ed ora, sciogliendo parole custodite troppo a lungo che possono, finalmente, viaggiare leggere. Sine Die libera i suoi segreti attraverso un varco vegetale verde brillante, come dilavato dalla pioggia, in cui un tranquillo fiume arboreo di edera ed erbe selvatiche si completa nella felice unione tra il lattescente e aromatico fico, antico simbolo di rinascita e di eternità, e la schietta e corroborante freschezza del pompelmo.
Laurent Mazzone ammorbidisce sapientemente l’aspro azzardo con la violetta che qui, priva della sfacciata mollezza zuccherina, si fa tenera e asciutta come le sue foglie a forma di cuore, pronte a nasconderne gli eccessi violacei. Il rarefatto accordo cuoio e il legno biondo ricordano la sua anima profondamente terrena e umana mentre la lieve impronta dell’ambra, tanto sfumata da evocare un chiarore indefinito ed ovattato di un paesaggio Preraffaellita, avvolge delicatamente la composizione come un benefico talismano, proteggendo lo spirito di chi lo indossa.
Aldhèyx si apre ad altro tempo e altro spazio, altrettanto capace di catturare e fissare con un fermo immagine olfattivo le sensazioni a fior di pelle della profonda sensualità che travolge l’epidermide sia nella trepida attesa dell’incontro amoroso, sia nel suo lungo e commovente addio. Aldhèyx non si nasconde dietro nessuna enfasi retorica o squillanti cromi olfattivi ma costruisce ed evoca con sottili ed eleganti riferimenti questo struggente stato emotivo simile a un gioiello prezioso, la cui contemplazione privata appaga i sensi molto più del suo effimero e pubblico possesso.
Il suo tempo congeniale è inizialmente quello scandito dalle prime luci dell’alba che scaldano la pelle rosata in candide lenzuola di lino, tra l’innocenza di un soffice muschio bianco, la freschezza fruttata del bergamotto e la mirabile e sintetica trasposizione di quel calore rotondo e accogliente di gioiosa voluttà, nascosto nel cuore del cashmeran. Con il passare dei minuti, il profumo lascia andare libero l’istinto per concretizzarsi prima nella carnalità equilibrata di petali di un gelsomino che ancora non ha raggiunto la massima opulenza olfattiva, poi in quel felice connubio di mimosa e mandorle racchiuse nel fiore di eliotropo, atomi morbidi tra bagliori di sole estivo.
Le ore dell’amore scorrono veloci nel loro continuo ritorno dell’uguale e portano a compimento il valore intrinseco delle aldeidi fresche, capaci di esaltare le singole note della composizione come direttori d’orchestra. I loro contrastanti eppure armoniosi accordi sottolineano l’inesorabile congedo con sentori di metallo ghiacciato e con luminosità floreali l’indimenticabile prossimo incontro, in cui si nasconde, ancora e ancora, l’impronta di veleno quieto e salvifico tra tormento ed estasi. Questo è Aldhèyx.
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A me del tutto sconosciuti…ma leggendo mi ha proprio punto vaghezza di annusarli, nella certezza di riconoscerli immediatamente! Sono sicura che il primo non mi piacerebbe, anche anzi soprattutto perché mi sembra che, almeno dalla descrizione, evoca alla perfezione l’atmosfera rarefatta e immobile dei ricordi, una diluizione della memoria, un qualcosa tra l’acquatico e il cristallo, però regalato nell’incontro in un involucro morbido e più caldo. Silvia ha scritto Raffaello, io ho pensato a Piero della Francesca, con gli alberi che sembrano piumini! Il secondo ovviamente da quello che scrive Silvia evoca un amore più presente e più carnale. Le aldeidi (ma Aldeyx significa questo?..)sono assertive, decise, presenti ma con stile come molecole! Vanno dritte al naso sempre (e al cuore) con elegante strategia. Ma dove li troverò.