Sideris (Maria Candida Gentile) incontra Il Piccolo Principe (Antoine de Saint-Exupéry)
Quando ero piccolo abitavo in una casa antica, e la leggenda raccontava che c’era un tesoro nascosto. Naturalmente nessuno ha mai potuto scoprirlo, né forse l’ha mai cercato. Eppure incantava tutta la casa. La mia casa nascondeva un segreto nel fondo del suo cuore…
“Sì”, dissi al piccolo principe, “che si tratti di una casa, delle stelle o del deserto, quello che fa la loro bellezza è invisibile”.
Dalla sua uscita nel 1943, Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry è forse tra i libri più letti al mondo. Cosa rende un libro così importante da non subire l’usura del tempo? Forse è la sua umanità, la delicatezza con la quale Saint-Exupéry riesce a toccare i cuori ricordandoci il nostro lato più innocente.
Un aviatore si ritrova nel deserto del Sahara con l’aereo in panne, attorno a lui il vuoto senza fine delle dune. Improvvisamente una voce di bambino chiede di disegnargli una pecora e tutto cambia assumendo i contorni surreali di un mondo dove tutto è possibile: anche incontrare un piccolo principe viaggiatore siderale tra le dune di un deserto. La storia scorre sulle pagine parlando di fedeltà, dedizione, ma anche di solitudine e di scoperte fatte da un bambino nel mondo strano degli adulti.
Ecco ciò che mi commuove di più di questo piccolo principe addormentato: è la sua fedeltà a un fiore, è l’immagine di una rosa che risplende in lui come la fiamma di una lampada, anche quando dorme…
E’ la storia di un’amicizia e dell’amore puro per un fiore quella del piccolo principe, ma è anche la storia di una solitudine rotta dall’incontro con altri solitari personaggi sparsi tra le stelle come manciate di semi. Non racconta molto di sé il piccolo principe, ma lascia che l’aviatore scopra la storia del suo viaggio e con essa la curiosità irriverente dei fanciulli ormai nascosta tra le pieghe del suo essere adulto. E così l’aviatore ritrova nell’animo la capacità di vedere oltre le apparenze, prendendosi cura di un piccolo uomo attraverso i piccoli gesti, imparando nuovamente ad ascoltare il respiro del mondo.
Guarderai le stelle, la notte. E’ troppo piccolo da me perché ti possa mostrare dove si trova la mia stella. E’ meglio così. La mia stella sarà per te una delle stelle. Allora, tutte le stelle, ti piacerà guardarle… Tutte, saranno tue amiche.
Vedere e sognare per conoscere e scoprire, per stupirsi e meravigliarsi al di là della terra guardando le stelle con gli occhi insolenti e affamati di un bambino: è questo il dono che il piccolo principe lascia all’aviatore e un attimo dopo è partito per tornare, dopo un viaggio tanto lungo e lontano, sul suo pianeta piccolissimo nel mare infinito del cielo.
Esistono giardini segreti, esistono chiavi fatate per accedere a luoghi che la nostra memoria ci concede ogni qual volta riviviamo i nostri giorni di fanciulli. (M.C. Gentile)
L’arte è senz’altro l’espressione più elevata della natura umana. Non c’è strumento migliore per emozionare i sensi.
E nell’arte sottile degli odori Maria Candida Gentile trova il suo spazio d’espressione regalandoci creazioni fuori dal tempo che hanno la sapiente abilità di riportarci a ricordi lontanissimi e puri, in luoghi dell’anima dove i sentimenti fluiscono con naturalezza.
C’è un piccolo principe curioso dentro di lei, che la muove a cercare, nella memoria e tra gli odori, il modo per catturare le emozioni. Sideris è una di queste emozioni. Il profumo dell’ultima stella del mattino, lo sguardo rivolto al cielo, perso nello stupore del nero che già comincia a scolorire nell’alba.
Nell’aria odori pungenti di cisto labdano, mortella corsa e pepe nero che rincorrono le volute intense e oniriche dell’incenso e quelle morbide dello zafferano. E senza quasi saperlo siamo già in un altro mondo, un mondo fatto di persone che non ci sono più, ma che abbiamo amato, delle quali ci prendevamo cura e che restano dentro di noi e grazie a noi continuano a vivere. Echi lontani di piccoli atti quotidiani, di gesti ripetuti e amorevoli, di silenzi carichi di affetto.
Anche Maria Candida, come il piccolo principe, protegge una rosa nella sua ampolla elegante che ricorda i profumi di un tempo.
E’ l’odore caldo della rosa turca e della rosa ayrshire splendens, che ricorda la mirra, e che portano verso il sogno, verso le stelle infinite sopra di noi, donandoci un senso di pace e di protezione, come l’abbraccio di un aviatore ad un bambino in viaggio. E ci lasciamo cullare in silenzio avvolti nell’evoluzione di quest’opera d’arte che è Sideris, lasciando sciogliere i pensieri nei sogni, incuriositi da questo viaggio odoroso che si evolve verso piani sempre più profondi.
Il profumo di rose scivola poi nelle note calde e polverose degli accordi balsamici del benzoino del Siam, dei legni e del sentore quasi pastoso del sandalo di Java che sa perdere la sua nota narcotica. Sideris ci accompagna a lungo nel corso delle ore e ci permette di apprezzare il pregevole lavoro di Maria Candida che sa cercare dentro di sé e riesce a tradurre l’animo umano in note olfattive che diventano opere d’arte tra le sue mani.
Non ha perso, crescendo, la sua curiosità e la capacità di meravigliarsi.
Con Sideris ci regala un invito. Quello di volgere lo sguardo al cielo e guardare le stelle sorriderci. In ogni stella ci sarà di certo un piccolo principe che guarda verso di noi.
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leggendo l’articolo di Anna mi vien voglia di avere il profumo. Dolcezza è quello che mi ispira
Bellissimo profumo! A parte qualche fragranza troppo “leggera”, la sua produzione artistica è TUTTA magnifica. I miei Gentile del cuore sono Exultat, Cinabre e Noir Tropical!
i suoi profumi sono semplici ma profondi. poco teatrali, per niente drammatici, molto poetici. portabilissimi, eleganti e amabili tutti. poi, ammetto che la serie del calabrone non mi è piaciuta ma le ultimi due rose sono davvero ben fatte.