San Valentino 2021: Gold Immortals (Ex Nihilo) e Sensual Instinct (Montale) per sognare amori travolgenti e passioni proibite
San Valentino 2021 resterà negli annali: scarso di abbracci e privo di baci. Gli innamorati non festeggeranno con cenette a lume di candela, ma al massimo con un pranzo o un aperitivo veloce. E, comunque, prima di tutto ci si dovrà informare sul colore della propria regione nel caso l’amato/a sia distante.
In un avvilente scenario pandemico che tarpa le ali anche al Cupido più temerario, non resta che consolarsi rimanendo a casa, affidandosi all’immaginario cinematografico e ripescando sulle piattaforme digitali qualche pellicola adatta all’occasione. Ma se l’occhio in Amore vuole la sua parte, il naso a maggior ragione reclama attenzione: ricordiamoci come odori e profumi siano in grado di stimolare e accendere i sensi evocando emozioni profonde simili a quelle dell’innamoramento stesso.
Fra le svariate proposte del panorama mondiale Gold Immortals del brand parigino Ex Nihilo e Sensual Instinct di Montale sono fra i più adatti a celebrare l’occasione; i due prorompenti jus sono dotati dell’intrinseca maliarda giocosità di Eros del quale esplorano con diverse tattiche e note i lati più estremi: quello sognante e patinato (Gold Immortals) e, viceversa, quello più drammatico e tormentato (Sensual Instinct). Entrambe le fragranze, che non passano inosservate in quanto a sensualità, si rivelano perfette per gustarsi una maratona hollywoodiana sul divano di casa, amplificando la fruizione sensoriale di coppia in una commistione di vista, naso e… cuore.
Robert Redford e Barbra Streisand: Gold Immortals in Come eravamo
Siamo nei primi anni ‘70; Robert Redford è ancora “più bello che bravo” mentre la Streisand “più brava che bella”. Il regista Sidney Pollack è da poco diventato famoso ed eccelle in pellicole che si snodano sulla collaudata formula divistico-sentimentale (e tra l’altro il suo attore feticcio è, guarda caso, proprio il biondo Redford). La Columbia Pictures decide di affidare a questo magico trio l’adattamento del romanzo di Arthur Laurents “The way we were”. La trasposizione cinematografica Come eravamo uscirà nelle sale nel 1973 e sarà un successo mondiale, rivelandosi un autentico fenomeno di massa, sospinto anche dalla canzone omonima magistralmente interpretata dalla Streisand stessa.
La trama è semplice: Hubbel Gardiner (Robert Redford), giovane, ricco e benestante, e Katie Molosky (Barbra Streisand) propagandista ebrea, dotata di una bellezza fuori dai canoni ma fervente, si innamorano. La loro relazione complicata si snoda sullo sfondo di una piccola porzione di storia USA, dalla fine degli anni ‘30 ai primi ‘50, un’epoca di enormi cambiamenti culturali e politici. Sidney Pollack si dimostra abile nel maneggiare il divismo a un sospiro dall’esplosione dei due protagonisti: la compassata eleganza di Redford e il grintoso carisma della Streisand, guidati dalla mano intelligente del regista, diventano funzionali alla narrazione. Ne risulta un racconto che, partendo da premesse quasi da commedia “rosa”, come un’iperbole cresce in portata, dipingendo con tutta la gamma dei colori emotivi la mancata fusione di due anime opposte e incompatibili. I protagonisti, infatti, pur sospinti da un sentimento puro e profondo non riescono a vincere gli ostacoli sociali e caratteriali che li dividono.
È innegabile che il successo del film sia largamente dovuto ai due “divini “ protagonisti; questi esercitano sugli spettatori un fascino enorme; entrambi magnetici, Barbra e Robert risplendono di luce propria, rendendo Katie e Hubbel due personaggi immortali; nelle scene d’amore incantano con la loro freschezza, fanno sognare con i loro sguardi languidi e sospirare per l’intensità. Coppia all’altezza di quelle dell’età dell’oro hollywoodiana, quella formata dai due attori è scolpita nel talento, nella bellezza (perfino quella un po’ naïf della cantante) e gode della benedizione degli dei.

In chiave olfattiva il mitico duo ben è degnamente rappresentato dall’impeccabile know-how con cui è realizzato Gold Immortals di Ex Nihilo. Elisir dagli accenti mistici, il jus nato dall’estro di Jordi Fernandez ha un nome altisonante, immortale come l’oro: in effetti, dell’alchemico metallo ha la medesima nobile luccicanza.
L’apertura è fresca e spumeggiante come il biondo e sorridente Hubbel del film; solare e rassicurante, Gold Immortals ci manda in visibilio srotolando la succulenta accoppiata di una pera matura e granulosa tenuta a bada da un sofisticato bergamotto. Come colpiti da una freccia d’amore, cadiamo ai suoi piedi anche senza volerlo ammettere. Il cuore è sensuale: appariscente e deciso come la nostra Katie-Streisand, accosta alla morbida esuberanza della peonia un frazionamento della distillazione dell’ylang ylang denominato Lisylang. Questo è un arabesco creato ad hoc per Ex Nihilo: la frazione Lisylang si espande su di un palpito floreale (ylang ylang, frangipani e gelsomino) a cui un sottotono tropicale dona un’aura paradisiaca e onirica.
E come un sogno è la storia di Hubbel e Katie, seppur con un amaro risveglio: l’amore non vince ma i due ci fanno affezionare e il finale – con quell’abbraccio tenero e profondo che si scambiano prima dell’addio definitivo – ci riporta alla realtà ma con un sorriso sul viso e una luce nel cuore scintillante… Come il brivido d’oro che avvolge la pelle nello struggente drydown di Gold Immortals, inebriante e avvincente nel morbido sipario di sottile malizia del muschio, con la gentile enfasi morbida della fava tonka e nella calda serenità dell’ambra.
Jack Nicholson e Jessica Lange: Sensual Instinct (Montale) ne Il postino suona sempre due volte
Sospiri e vagheggi romantici cedono il passo a concitato ansimare ed erotismo esibito ne l’accoppiata fra Sensual Instinct di Montale e Il postino suona sempre due volte (tratto dall’omonimo libro di James M. Cran). Se preferite la drammaturgia dei corpi a quella dei sentimenti, il film di Bob Rafelson del 1981 fa al caso vostro; la sceneggiatura nuda, cruda e straordinariamente acuta del pluripremiato David Mamet narra la passione devastante e il patto di sangue fra Franck Chambers (Jack Nicholson) e Cora Smith (Jessica Lange). L’abilità di Mamet si rivela nell’insinuare in un noir una velata elegia sull’eterno contrasto fra il libero arbitrio dell’uomo e la mano del Destino, proprio ciò a cui si riferisce in effetti il titolo del romanzo: “il postino suona sempre due volte” è un detto irlandese, metafora del Fato che prima o poi torna a togliere quello che ha dato.
Franck è un “hobo” autostoppista che un bel giorno approda nella taverna di provincia gestita da un generoso immigrato greco che gli offre un lavoro come factotum; lo scafato giramondo è allettato non tanto dall’offerta quanto dalle grazie della bella moglie di lui, Cora. Come è facile immaginare nascerà una liason e gli amanti cercheranno di togliere di mezzo lo scomodo marito; ci riusciranno al secondo tentativo ma ciò che seguirà sarà un tragico e inaspettato epilogo.
Sin dalle prime inquadrature, Rafelson delinea due personaggi multiformi e inquieti, violenti e insondabili; ogni fotogramma veicola sguardi che dicono più delle battute stesse, esplicitando una tensione erotica atavica, di insopportabile ma insopprimibile attrattiva sugli spettatori. Da un momento all’altro ci si aspetta che scatti la passione e quando succede…beh, si scatena un pandemonio carnale!
La sequenza che ha scolpito nell’immaginario collettivo questo film è infatti quella del sesso sul tavolo fra una Jessica Lange bella – e sexy proprio da cardiopalma – e un Jack Nicholson brutale, “sporco”, laido al limite dell’eccessivo. L’amplesso, lungo e veramente esplicito per l’epoca, è memorabile: volano cesti di pane, farina, utensili e i corpi ansimanti fino al parossismo diventano protagonisti più degli attori stessi. Guidata dalla filigrana sgranata di una magistrale fotografia, ci scopriamo inconsapevoli e attoniti voyeur di una sessualità pura, non pornografica ma drammatica: in quei rantolii di grottesca sensualità già in nuce avvertiamo la tragedia.
L’ambiente della cucina, luogo principe del piacere edonistico dopo la camera da letto, suggerisce una stroboscopia sinestetica: quasi ci sembra di annusare l’odore sprigionato dai due amanti che si mescola a quello del cibo e all’aria di campagna. Un’immersione totale quanto quella architettata da Montale in Sensual Instinct, torbido e letale orientale/gourmand mascherato da civettuolo fiorito. Sempre un passo avanti, il marchio sfrutta l’originale accordo di chicchi di caffè tostati e muschio di quercia fumé.
Mistero ed eleganza si snodano attorno a questo leitmotiv che in ogni gradino di drydown assume sfaccettature diverse: vellutate, ricche, leggere e poi quasi grevi, audaci e passionali. Il risultato è una fragranza che produce un’aura di “bestiale” attrazione ed estrema sen..ssualitá; l’ammiccare della nota pralina affonda il suo sguardo voglioso sulla rosa, attizzando la libido quanto le occhiate eloquenti di Cora a Franck.
La nuance zuccherina non è da bamboletta frivola, ma scura, vogliosa, ubriaca di desiderio e di whisky. Eppure, l’innervatura agrumata di bergamotto e mandarino e l’eco speziato del cardamomo non lasciano scadere nel triviale l’intimità suggerita: il cuore è un crogiolo di voluttà pericolosa e golosa affidata al gelsomino egiziano e allo zafferano. Potente e devastante per tutta l’evoluzione, Sensual Instinct accenna anche qualche punta salata, esattamente come quella di due corpi accaldati.
Il sillage è tenace come un’ossessione, la performance travolgente, adatta ad amanti pronti ad accettare il proprio tragico destino: che, immancabile, come il postino irlandese del detto, bussa sempre due volte.
E doppiamente godibile potrà essere anche San Valentino 2021: in barba al virus suonerà ai cuori di molti, magari con il trillo flautato della Streisand o il sorriso irresistibile di Redford; oppure con la veemente carnalità della Lange e l’animalesco ghigno di Nicholson. Risveglierà sentimenti sopiti dall’ansia quotidiana, immergendoci in un paradiso onirico e fiorito che profuma di Gold Immortals ma accendendo impulsi lussuriosi come Sensual Instinct, perché non dobbiamo dimenticare che alla fine, senza l’Amore e i profumi, la vita è solo una gran noia!
Lascia il tuo commento…