Rouge Nocturne (Terry de Gunzburg) incontra L’identità (Milan Kundera)
“Non so fare le cose che ci si aspetta da me.”
Terry de Gunzburg
“Avrebbe voluto essere un profumo di rosa – un profumo che si diffonde ovunque, irresistibile – avrebbe voluto attraversare tutti gli uomini e abbracciare così la terra intera. Profumo di rosa che si diffonde ovunque: metafora dell’avventura.”
Una rosa sussurrata, volutamente nascosta, timida o misteriosa? Rosa che gioca con l’ambiguità della sua identità, sospesa tra le pieghe sensuali dei petali e il candore umido della gioventù.
Un libro le cui pagine si aprono con un paesaggio sul mare di Normandia e su una donna sola che compie una breve passeggiata. Comincia così L’identità di Milan Kundera uscito nel 1997.
Chi può dire di conoscere completamente la persona amata? E’ l’amore profondo, la chiave per accedere ad ogni impercettibile recesso dell’animo amato? E possiamo dire altrettanto di noi stessi? Forse si obietterà che, si!, noi stessi possiamo conoscerci con una buona dose di precisione. Finché un fatto inaspettato, un apparente minuscolo cambiamento della quotidianità risveglia in noi un’identità nuova e sconvolgente che rimette in gioco le sicurezze, tutte le piccole realtà costruite negli anni.
Siamo come caleidoscopi con milioni di piccoli frammenti colorati che si muovono continuamente in una realtà liquida.
La storia di Chantal e Jean-Marc è questo caleidoscopio che ruota attorno a un amore indiscutibile, solido nel suo equilibrio, finché Chantal non pronuncia una frase semplice che fa scattare i frammenti del caleidoscopio.
“Gli uomini non si voltano più a guardarmi.” Un soffio, nient’altro che una manciata di secondi per cambiare completamente il corso della realtà di una relazione destinata agli anni.
Jean-Marc reagirà, con un gesto d’amore impacciato e romantico e nel goffo tentativo di ridestare in Chantal la fiducia in sé stessa, comincia a scriverle lettere anonime adoranti. Jean-Marc non immagina che quelle parole vergate con grafia incerta diverranno una valanga inarrestabile di eventi, dapprima lieti, ma poi dai tratti sempre più inquietanti.
L’identità di Kundera, però, non è un feuilleton di amanti impacciati. Come molti dei suoi romanzi, Kundera abitua il lettore a molteplici piani di lettura e un semplice divertissement, diviene lo spunto per tratteggiare personaggi complessi, dove il rivelato va a braccetto con il pensiero tenuto ben nascosto. Il romanzo sussurra come ogni relazione umana sia un teatro nel quale sveliamo solo piccoli frammenti di noi, celando pensieri e desideri che giudichiamo irriferibili e dove l’identità stessa è qualcosa di scomposto e intellegibile finché non si tenta di ritrovarsi nello sguardo che incontra lo sguardo.
“E’ dunque così irrilevante la differenza tra lei e le altre? Com’è possibile che lui non sia capace di riconoscere la figura dell’essere che ama più di ogni altro, dell’essere che considera impareggiabile? Apre la porta della camera, e finalmente la vede. Questa volta è lei, non c’è il minimo dubbio – eppure non assomiglia a lei.”
Nei suoi pensieri, Chantal si identifica con il profumo soave e conturbante di una rosa che si dischiude nell’aria. Una rosa dipinta di rosso cardinale nelle lettere anonime che essudano le ombre più torbide, una rosa limpida nei ricordi di Jean-Marc. Ambiguità e fuggevoli svelamenti di un fiore che ormai tutti conoscono, ma del quale ancora restiamo stupiti e affascinati.
Si può dire di conoscere completamente la meravigliosa rosa bulgara custodita nelle pieghe carminio intenso di Rouge Nocturne di Terry de Gunzburg? Siamo come Jean-Marc di fronte a Chantal, ugualmente impotenti, ugualmente legati, imprigionati dalla malia del mistero indecifrabile che questa eau de parfum intense affida alla nostra pelle. Rouge Nocturne è un provocante dedalo ricco di sfumature olfattive. La rappresentazione odorosa della complessità di Chantal e, forse, di ognuno di noi. I desideri celati si svelano piano grazie alla sapiente arte del maître parfumeur Michel Almairac, già autore di Voleur de Roses de L’Artisan Parfumeur, uno degli omaggi alla rosa meglio riusciti degli ultimi tempi.
Qui, però, siamo distanti dagli echi legnosi orientali di Voleur. Rouge Nocturne dichiara subito le sue credenziali: imperiosa, vertiginosa, divertente nei primi tratti e poi insolitamente ipnotica.
L’apertura appare quasi metallica, leggermente acidula, di una solidità tenace che già annuncia la bizzarria di una testa per nulla intenzionata a farsi da parte. Sotto si avvertono echi di una rosa carnosa, ma sapientemente nascosta, appare in piccoli guizzi, come una fanciulla nuda che ci è parso di scorgere dalle finestre della casa di fronte.
Poi Rouge Nocturne ci invita al suo banchetto odoroso e prendendoci per mano ci fa cadere in un letto di carnosi petali di rosa bulgara. Si apre lo stordimento olfattivo e ritroviamo l’ombrosa identità di Chantal nelle note sfaccettate di questa nobile materia prima, qui presentata e contemporaneamente celata. L’identità di Rouge Nocturne è questa rosa ricchissima, quasi succosa, satura. Terry de Gunzburg vuole donarci tutta la conturbante sensualità della rosa e così il colore stesso del liquido odoroso è un carminio profondo con ombreggiature quasi nere, come se vi fossero stati spremuti i petali. La rosa domina per lungo tempo la fragranza offrendo senza censure i suoi lati più spregiudicati e provocanti. E’ la traccia di un rossetto pastoso lasciata sulla pelle, la cremosità sensuale di un carminio sbavato dalla passione.
Solo dopo qualche ora, il turbinio orgiastico della rosa sembra calmarsi avvinghiandosi meravigliosamente alle note accoglienti dell’ambra che ha un ruolo secondario, ma determinante nel portare la composizione verso il suo lato più sereno e rassicurante. L’ombrosità sensuale si stempera grazie agli accenti caldi e lievi di un’ambra lasciata decantare piano nella fragranza. Si aggiunge così un nuovo frammento a questo caleidoscopio olfattivo, che muta l’identità di Rouge Nocturne verso un tratto più pacato, di gioiosa eleganza, fino a giungere all’ultima nota davvero evidente che chiude la fragranza. Un fondo di patchouli maturo, denso raggiunge l’ambra e sostiene le ultime evoluzioni della rosa, portandola verso un gran finale dove le luci e le ombre si confondono in una nebbia color carminio.
Rouge Nocturne è la rappresentazione olfattiva del concetto di identità: una nota dominante e complessa, stemperata, nascosta, oscurata e poi portata alla luce della quale qualcosa possiamo dire, ma mai tutto.
Nelle lunghe ore della sua evoluzione, si ha l’impressione di indossare profumi diversi, tanto lo stile della fragranza sa mutare nel tempo. Il jus è davvero sorprendente, un’avanguardia dal sillage potente che si fa ricordare e notare.
Rouge Nocturne è una fragranza destinata a chi ha la coscienza della propria complessità e sa convivere con l’imprevedibilità dei propri frammenti colorati, pronti a scattare e a mutare la realtà.
Ecco “adesso è pronta ad adeguarsi al mito della rosa e a confondersi con il suo inebriante profumo”.
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