Rose of No Man’s Land. L’omaggio di Byredo al coraggio delle donne
It is hard to try to get things straight
Since the sun will never look the same
For all my life
Thought I’d never find my faith
But for now I want to hear your name
She’s my own piece of heaven
She the moonlight of my night
I would be blind without her light
She’s the rose of no mans land
When it gets dark you’re the only one I try to reach
When times are hard you’re the softness that I need
With your smile brighter than a million stars
That it begins our love is just the sea
She’s my own piece of heaven
She the moonlight of my night
I would be blind without her light
She’s the rose of no mans land
(The Rose of No Man’s Land – Louis Aguilar)
Dalla polvere possono nascere splendidi fiori, dal più terribile degli abomini una luminosa strada di speranza. Cento anni sono passati dalla Prima Guerra Mondiale che ha aperto al periodo forse più tetro e drammatico che la nostra memoria sappia ricordare.
Oggi, purtroppo, non possiamo dire che quel periodo sia ormai cosa lontana e abbiamo ancora molto di cui dolerci. Le guerre non sono finite, come pure le prevaricazioni e le violenze, cosicché non stiamo dando di noi uno spettacolo molto onorevole. Ma anche nel buio più profondo, esistono piccole stelle scintillanti che ci ricordano come l’uomo possa essere capace di ignobili gesti, ma anche di meravigliosi miracoli.
Erano armate di poche bende e di grandissimo coraggio le infermiere che soccorrevano i soldati feriti durante la Prima Guerra Mondiale. Queste “rose della terra di nessuno”, come venivano chiamate, accorrevano in luoghi spesso pericolosissimi e inospitali, convivendo di certo col terrore e la fatica mosse dall’altissimo desiderio di aiutare chi era nella sofferenza, mettendosi in prima linea, esponendosi alla morte costantemente.
Dalla polvere erano nate splendide, coraggiosissime rose.
Byredo, proprio nel centenario commemorativo, celebra il coraggio, la dedizione e l’altruismo di queste donne con una creazione che è un omaggio alla rosa. Con Rose of No Man’s Land, Ben Gorham ci porta a riscoprire il lato miracoloso dell’animo umano, quella parte di noi capace di grandi gesti e di profonda condivisione.
Note di pepe rosa solleticano il naso in apertura e la mente disegna i piedi che calpestano la terra morta, alzando nuvole di polvere che si mischia all’odore di polvere da sparo. Negli effluvi di petali di rosa turca, che già nelle note di testa si dichiarano evidenti, arrivano svelte e con gesti sicuri disinfettano, fasciano, confortano e in quegli atti delicati ma fermi i soldati ritrovano il conforto della cura.
E’ una dichiarazione di devozione e amore questa eau de parfum che abbandona le note pungenti del pepe, per incontrare nel cuore le note rotonde del lampone, che gioca in controcanto con l’onnipresente rosa turca, qui utilizzata in assoluta, per far sprofondare il cuore nel conforto che si apre alla speranza. Una speranza radiosa, che fa immaginare un futuro diverso, lontano dagli orrori, proiettato verso la costruzione e la serenità, dove prima dimoravano distruzione e incertezza.
La speranza è racchiusa nei gesti delle infermiere che senza indugio soccorrono, amano, comprendono, ed è racchiusa nel fondo di Rose of No Man’s Land, dove il legno di papiro e l’accordo di ambra bianca, conducono la rosa nell’iperuranio della capacità umana di raggiungere vette di bontà e altruismo insperate. La regina dei fiori diviene il simbolo di tutte quelle infermiere ignote che hanno salvato milioni di vite e diviene l’allegoria di chi, oggi come ieri, ancora crede nella bontà dell’animo umano e nella necessità di essere protagonisti di un cambiamento in nome della pace e della convivenza tra i popoli.
Rose of No Man’s Land è una eau de parfum che rende la rosa protagonista di un messaggio ancora oggi attuale e necessario. Byredo ha saputo coniugare l’arte effimera del profumo con l’impegno civile e umano, offrendoci una eau de parfum dove la rosa domina tutta la piramide e viene esaltata dalle altre note che risultano quasi un contorno, una contestualizzazione scenografica per l’atto della protagonista.
La cura del dettaglio si conferma anche nella scelta di rappresentare la nuova creazione con un’immagine moderna ed evocativa ad opera del fotografo Craig McDean in collaborazione con M/M (Paris). Uno scatto in bianco e nero, che sottolinea i tratti dei volti e delle posizioni e rimanda ad un tempo nel quale l’immagine era declinata nelle scale di grigio, rappresenta Ben Gorham e la modella danese Freja Beha Erichsen, che ha collaborato al progetto, vicini in un abbraccio, la mano di lei sul petto di lui che ha il busto inclinato verso la donna, intenti ad osservare qualcosa che è fuori dal nostro campo visivo.
Freja è accanto a Ben in una posizione che comunica una vicinanza, una condivisione; Ben è rilassato ma nel contempo pronto, attento. E’ un abbraccio reciproco e atipico, dove la posizione dei due corpi rivela un intento comune, quasi una volontà a voler vedere oltre gli orrori, nello sguardo diretto di entrambi riconosciamo la visione di un futuro che non è irrealizzabile.
Chapeau Ben, per aver saputo prendere una posizione, per aver avuto il coraggio di usare la propria giustificata notorietà per un intento così alto. Oggi, come e più di ieri, è necessario fare una scelta, decidere di dare voce ai propri pensieri, scegliere il lato luminoso della speranza e percorrerlo con coraggio. Rose of No Man’s Land, con il suo jus confortante e soave, è il simbolo di questa scelta.
Concentrazione e formato Rose of No Man’s Land – Byredo
Eau de Parfum, 100 ml
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