Rosa, rosae, rosam…
“Ogni rosa pregna di intenso profumo, narra,
quella rosa, i segreti del Tutto.”
(Gialāl al-Dīn Rūmī – Masnavī)
Fiore tra i fiori, icona della bellezza divina, la rosa nasce, con il mito di Afrodite – sorta dalle acque marine, dove Crono scagliò i genitali del padre Urano da lui recisi – insieme ad un cespuglio spinoso, sul quale gli dei stillarono nettare, che fece fiorire magnifiche rose bianche. La leggenda vuole che la dea, un giorno, accorrendo Adone, attaccato a morte da un cinghiale mandato dal geloso Ares, si ferì un piede con una spina del rovo e il sangue che uscì tinse i fiori di un rosso acceso. Il significato più profondo del fiore è il sacro sposalizio fra Cielo e Terra, lo hierós gámos, amore fecondo che suscita la dea, visibile chiaramente nel dipinto del Botticelli “La nascita di Venere”, dal quale piovono dal cielo boccioli di rose. Simbolo che va dal sacro al profano, dalle lingue di fuoco con cui apparve lo spirito santo agli apostoli, alla passione estrema della varietà rubra, dal ramoscello di rose d’oro simbolo medioevale del Cristo, all’eterno ciclo vita-morte-vita, per la sua forma concentrica che rappresenta anche lo scorrere del tempo.
Il primo scritto in cui si fa riferimento all’essenza di rosa è il libro Tarykh montekheb lubàd, datato 1612, del persiano Mohammed Achem, narrante la storia dei Grandi Mogol, ricco di riferimenti sui profumi, sia nella descrizione nuziale della principessa Noùr-djihân con Djihânguyr, sia nella storia del settimo anno di regno, durante la festa di inizio anno 1021 del calendario egira, quando la madre della principessa decise di nominare “a’ther Djihânguyry”, in onore del sovrano – letteralmente “profumo del principe” – l’essenza da lei prodotta dall’acqua di rose.
Il fiore, della famiglia delle rosaceæ, riconosce più di duecento specie diverse, ma quelle storicamente più espressive in qualità di profumo sono due: la rosa centifolia, o bulgara, e la rosa damascena, o marocchina. L’assoluta di rosa veniva in passato prodotta prima macerando in unguenti lipofilo – generalmente grasso animale – i fiori freschi non ancora aperti, passando poi all’enfleurage, al fine di ottenere un materiale pregno di essenza.
La concreta di rosa bulgara ha una colorazione giallo ocra, arancio. Intensamente floreale, con un sentore di legno e miele meno accentuato della specie marocchina, “scalda l’animo”. L’assoluta ottenuta diluendo la concreta in alcol etilico, “rose de mai absolue”, è piacevole, delicata, leggermente balsamica e dolce, con un tocco legnoso-amaro.
La concrète di rosa damascena, di una colorazione dall’aranciato al verde oliva, è estremamente ricca, profonda e dolcemente floreale, ricorda la fragranza delle rose di colore rosso e rosa; il peculiare sottofondo ricorda le spezie e il legno con un pizzico di miele. L’assoluta risulta tenace, floreale, ma senza la nota speziata presente nella bulgara. L’olio essenziale, risultato della distillazione dei boccioli in corrente di vapore, ha una fragranza meno intensa dell’assoluta e viene utilizzato generalmente nell’aromaterapia. I principali costituenti sono: geraniolo, rodinolo, nerolo, linalolo, eugenolo, farnesolo, carvone, sesquiterpeni e alcol fenil-etilico. L’essenza di rosa, dato l’elevato costo, è una di quelle più adulterate: generalmente sono aggiunti ossido di rosa, rodinolo ricavato dal geranio, alcol fenil-etilico e dietil-ftalato.
Nelle composizioni profumate la rosa si combina egregiamente con tutte le altre essenze e, nella creazione di profumi, risolve errori commessi aggiungendo fragranze troppo intense.
Nota di cuore “divina”, per dare un tocco floreale alla fragranza, ma anche per smorzare l’estrema dolcezza di altri fiori.
La regina dei fiori si può “ammirare” nelle seguenti creazioni:
Rose – Etoile d’Hollande di Mona di Orio, una “metallica” nota di testa aldeidica, pesca bianca e bergamotto si tuffa in una fiorita e speziata rosa, geranio e chiodi di garofano; Rosamunda di Laboratorio Olfattivo, in cui abbiamo una mescolanza di rose, turca e bulgara, con caldo zafferano, ancorate alla base da un patchouli fragrante e una sensuale ambra; Hippie Rose di Heeley, la ritroviamo nel cuore insieme al patchouli, e sconvolgendo i canoni della piramide olfattiva, si trova tra le note di testa muschio quercino, bergamotto e note verdi, con un fondo di vetiver, muschio, ambra e incenso; Lithium di nu_be, una rosa contornata da legno di cedro e patchouli, muschio bianco e spezie con sccenti di iris e zafferano; La Fille de Berlin di Serge Lutens, quasi un soliflore di rosa con una tocco di fresco e caldo pepe; Mogador di Keiko Mecheri, rosa bulgara e marocchina con un esuberante gelsomino; Lyric Woman di Amouage, nello scrigno una rosa dominante arricchita di gelsomino, ylang-ylang, geranio e radice di iris, per renderla più floreale rispetto alla versione maschile; Pink Quartz di Olivier Durbano, una triplice fragranza dalle sfaccettature diverse: rosa turca, palmarosa e legno di rosa palissandro; Paestum Rose di Eau d’Italie, nel quale si possono percepire i petali vellutati della rosa turca, arricchiti da note speziate e ambrate; Eau de Protection di Etàt Libre d’Orange, un perfetto connubio, fresco – piccante, di zenzero e pepe nero, frizzante bergamotto, con una stupenda rosa bulgara e gelsomino.
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Grazie Matteo, la tua è una delle più belle descrizioni della rosa che abbia letto negli ultimi anni. Continua così!
Grazie Nora, mi fa molto piacere, cerco sempre di scrivere curiosità sulle essenze non troppo “riciclate”.
Complimenti, ottimo articolo! Oltre alle fragranze che avete citato, mi permetto di suggerire la linea PARFUMS DE ROSINE totalmente dedicata all’essenza di rosa. Ciao!
Pink grazie per il suggerimento! La lista dei profumi elencati nell’articolo sono solo un suggerimento per conoscere l’essenza e non ha la pretesa di essere esaustiva. A presto e continua a seguirci!
Ho avuto l’opportunità di annusare la rosa di Taif ad un corso di Laura Tonatto. L’odore di questo fiore è davvero stupefacente, non me lo aspettavo da una rosa. L’ho trovato incredibilmente ricco e persistente, un profumo caldo, come il luogo da cui proviene, e speziato.
La rosa di Taif viene coltivata in Arabia Saudita. Si coglie tra marzo e aprile nelle ore più fresche, dall’alba fino alle 7 del mattino. Il costo dell’essenza è davvero proibitivo (fino a 50.000 euro al kg) ma non importa poiché non può essere acquistato. La produzione annua, circa 16 kg, è di proprietà esclusiva della famiglia reale. Ma forse è anche questo che la rendere così buona. Il fascino dell’irraggiungibile.
ps. Grazie Matteo per il magnifico articolo! Un caro saluto e buon lavoro!
Ciao Francy alcune essenze sono magiche, uniche, per questo i profumi fatti con i componenti naturali hanno un’energia misteriosa irriproducibile nelle composizioni di sintesi. Al prossimo articolo!
ciao matteo, scusa ma a mio parere sembra ci sia un errore nella descrizione delle specie botaniche della rosa:
la rosa centifolia è una varietà diversa dalla bulgara; la cosidetta rosa bulgara, marocchina e turca altro nn sono che la rosa damascena cresciuta nelle zone di produzione (cultivar).
ancora, la macerazione in grasso e l’enfleurage sono due tecniche di estrazione diverse e non consegueziali…..
si fa un po di confusione….
ciao
Caro Alberto sulla prima questione hai ragione. Ho specificato “marocchina” perché in Marocco vengono coltivate entrambe le specie ma maggiormente la damascena. Per la seconda domanda, la macerazione in grasso E’ l’enfleurage. Forse nell’articolo non è specificato che prima la macerazione che si usava fare era in olio seguita dall’enfleurage in grasso solido per arricchire di olio essenziale la fase lipofila, un po’ come si vede nel film “il profumo” tratto dal omonimo romanzo. Ciao e grazie per il commento.
Caro Matteo,
Dissento assolutamente:
la macerazione a caldo o freddo in grasso animale e l enfleurage su grasso animale solido sono 2 tecniche ben distinte, Proprio come si vede nello spezzone del film “il profumo” da Te citato…
Nell’enfleurage, il grasso solido cattura l’odore emesso, ad esempio dalla tuberosa, ossia assorbe ml’effluvio gassoso emesso dal fiore…nella macerazione, sia a freddo che a caldo, il fiore viene Immersonel grasso liquido direttamente pervrilasciarebil suo contenuto odoroso. Fisicamente sono 2 processi diversi….
Per la precisione e per amore delle materie prime e del loro uso…..
Un cordiale saluto
Alberto Gioia
Grazie Alberto per l’attenzione che ci dedichi.
Secondo le mie conoscenze scientifiche e fonti, utilizzate per scrivere l’articolo (testo universitario “Manuale pratico di fitoterapia” – vol 1 di Lazzarini e Lonardoni (pag 67), “le Essenze Naturali” Prof. C.Craveri – Edizioni Hoepli, Enciclopedia Treccani, Encyclopaedia Britannica) nell’enfleurage il fiore è immerso nel grasso solido mediante telai chiamati “chassis”, messi l’uno sull’altro, e quindi tecnicamente si definisce macerazione a freddo ossia assorbimento dell’olio essenziale nella sugna. Se tu, però, hai fonti ufficiali che attestano la tua teoria, sono pronto a commentarle. Ciao e a presto.
vedo che insisti…ti consglio di leggere bene…
nell’enfleurage gli chassis sono i contenitori dove viene spalmato il grasso animale pastoso dove vengono poggiati i fiori.
casualmente ho il libro di Craveri anche io (oltre che tutti i testi dedicati alle materie priem di profumeria tra cui Arctander e Poucher) e a pag. 151 nel capitolo “estrazione coi grassi”, al rigo 22 cita: quando si introduce un fiore in un grasso liquido, si stabilisce uno scambio assai attivo di materie; il grasso sposta l’essenza finche i due liquidi siano in equilibrio…” Craveri parla di grasso liquido, non pastoso o solido e quindi il fiore deve essere immerso: CHIAMASI MACERAZIONE A CALDO (vedasi pag 158 al rigo 14 come funziona.
alla pagina 161 troverai PROCEDIMENTO PER ASSORBIMENTO A FREDDO (ENFLEURAGE) dove si riporta che “questo sistema , per quanto impieghi ancora i grassi sia concreti che liquidi, differisce dal processo per macerazione in questo, che non è più il profumo che si discioglie direttamente nel grassoper oasmosi , ma sono le parti odorose del fiore (il profumo .ndr) che volatilizzandosi saturano l’aria
…dell’ambiente dove del’ambiente dove si effettua l’operazione ed i grassi le tolgono dall’aria…”
è evidente che, nella tecnica dell’enfleurage, il fiore deve essere messo sul grasso o vicino esso, non immerso, cosa che viene ribadita alla pag 162: dopo aver descritto cosa è uno chassis, al rigo 7 viene detto che “sulla lastra di ogni telaio viene disteso uno strato di grasso dello spessore di circa 1 cm e sulla rete metallica si distendono con cura i fiori….
questa tua frase del comemnto precedente “Forse nell’articolo non è specificato che prima la macerazione che si usava fare era in olio seguita dall’enfleurage in grasso solido per arricchire di olio essenziale la fase lipofila” è una tua personale interpretazione non confacente alla reale tecnica….
altri testi consultati:
Arctander “perfume and flavor materials of natural origin” alla pagina 32 alla voce pommade descrive l’enfleurage;
Pouchers “perfume, cosmetics and soaps” vol 2 pag 41 rigo 13 altra descrizione magistrale della tecnica dell’enfleurage…
ciao
Alberto Gioa
Ciao Alberto, toglimi una curiosità, per caso tu curi un canale su youtube di review di profumi?
Grazie
Marco Alberici
Questa discussione mi sta appassionando complimenti a Alberto e Matteo… un confronto culturale è raro di questi tempi… ho deciso di interessarmi anche io all’argomento e ho visto che l’enfleurage è sia a caldo che a freddo, con procedimenti diversi (quelli da voi descritti). Quindi direi che l’enfleurage “classica” è a freddo e la macerazione è anche chiamata Hot Enfleurage… mi sembra che sia così da quello che leggo un po’ ovunque :)
ciao Alessio,
l’enfleurage in senso stretto è a freddo e nn c’entra nulla con la macerazione a caldo….
il termine macerazione si usa quando il materiale da trattare viene immerso fisicamente nel grasso caldo e liquido….
l’enfleurage è la tecnica dove, come descritto, il materiale da trattare viene poggiato su uno strato di grasso animale o vegetale pastoso (non liquido) che assorbe gli effluvi odorosi emessi..
sono 2 cose diverse….
Grazie della precisazione Alberto, anche se vedo su wikipedia http://en.wikipedia.org/wiki/Enfleurage e su YouTube che la macerazione viene proprio definita Hot Enfleurage http://www.youtube.com/watch?v=7U-ktfOqVz0 comunque direi che, almeno del mio punto di vista, sono dettagli… grazie ancora perché ho avuto l’occasione di imparare una cosa nuova :)
@mister marvelous/Marco Alberici
no, non sono quell’alberto la….i profumi me li compro , me li testo e me li godo…non faccio recensioni perchè i gusti son troppo personali…quidi sia che buone o cattive, le recensioni puntigliose non servono a nulla, men che meno riprese e messe su you tube….ma vedo che nonostante cio sia diventato un divo del web, un punto di riferimento youtubbbbe..:-D
saluti
A.G.
Salve ,
articolo molto interessante .
Vorrei solo precisare che la famosa ROSA BULGARA e del tipo Rosa DAMASCENA .
Si ritiene che questa varietà di rosa sia stata importata dal medio Oriente in Europa dai Crociati quando riportavano in patria merci esotiche: in un trattato del 1551, si dice che “Damascena” stia a indicare la provenienza dalla città di Damasco. Ci sono solo due posti al mondo in cui clima, terreno ed altri fattori ecologici hanno favorito lo sviluppo di questa rosa: la valle delle rose a Kazanlik in Bulgaria e la valle di Isparta in Turchia. In particolare, la valle di Kazanlik è uno dei più grossi produttori di olio di rosa damascena al mondo. Infatti la zona produce circa il 70% di tutto l’olio di Rosa mondiale. L’umidità dell’aria, la nuvolosità e le precipitazioni di maggio e giugno contribuiscono ad ottenere in questa zona rose che contengono alte percentuali di olio.
La Rosa in Bulgaria ha origini molto antiche. Si ha notizie dei primi impianti per distillare l’essenza di rose a partire dal 1664. Piantagioni di rose sono nate a Kazanlak. In seguito sono state estese anche tra le catene montuose di Stara Planina e Sredna Gora. Quest’area assunse il nome di Valle delle rose. A favorire la coltivazione ci sono clima e suolo ideali, insieme a condizioni atmosferiche ottimali, Inoltre i primi giardinieri selezionatori trasformarono la specie importata nell’attuale e nota Rosa di Kazanlak. E’ da essa che si estrae l’essenza di rose bulgara alla base di tutti i profumi di qualità. Le più famose aziende cosmetiche del Mondo usano l’essenza di rose bulgara. Nella città di Kazanlak c’è anche il Museo delle Rose, uno dei più famosi su scala globale.
L’olio essenziale di rosa damascena è estratto mediante la distillazione a vapore delle rose fresche. E’ una procedura laboriosa e meticolosa. Bisogna infatti raccogliere i fiori prima dell’alba. Inoltre vanno distillati nell’arco della stessa giornata. Sono necessarie ben quattro tonnellate di petali di rosa per ottenere un chilo di olio essenziale di olio di rosa Damascena.
Saluti ,
Neli
Carissimi,
noto con piacere l’interesse per questo fiore.
Confermo che la rosa damascena (dai 30 petali) può essere declinata in varie cultivar: se è il Bulgaria si chiamerà Kazanlak, se in Persia sarà Isphan, se in Arabia Saudita Taif. La centifolia di contro non viene divisa – nella produzione di essenze – per cultivar, tenuto conto che la sua produzione in Europa si limita a Grasse … fino a poco tempo fa; ho iniziato a produrre nella Terra del pregiatissimo vino Barbaresco, in zona di cru, acqua di rosa coobata dalla pregiata Rosa Centifolia, declinandola però nelle sue cultivar e dunque Chapeau de Napoléon, Old Pink Moss, Fantin Latour etc.; quella di Grasse (che ho visitato) si limita a definirsi Rosa Centifolia tout court.
Inoltre, ho provato a coltivare anche la Damascena nella varietà Bulgara e Persiana. Orbene, per i segreti della Natura, la Bulgara non ha dato nè una produzione rilevante, nè un profumo inebriante. Invece, la Persiana è cresciuta a dismisura, producendo un enorme quantitativo di boccioli con un profumo superbo. Questo per spiegare come le rose, come i vitigni, subiscano enormemente l’influsso del terreno e del clima. Attualmente, la mia coltivazione si aggira su circa 1000 piante a crescere con litri di acqua di rosa coobata, per il prossimo futuro…