Ricordo l’odore dei fichi d’India e il profumo del mare grosso… Meo Fusciuni
Notte tra il 6 e 7 maggio 2014, aeroporto di Milano
“Una notte d’attesa”
Fuori piove, guardo dal finestrino dell’aereo cadere goccia dopo goccia, sento gli odori dell’alba. La notte è attesa, almeno questa lo è stata, nessun passo si decide, tutto avviene, tutto scorre. Stanotte prima di addormentarmi pensavo alla parola “fusciuni“, al suo fluire e a come i nomi rivestono a volte con esattezza chi siamo, l’acqua, il tempo, i fotogrammi, le parole, i ricordi, tutto scorre a fusciuni nella mia vita, nella vita di ognuno.
Ho sempre saputo che mio nonno veniva chiamato con questo soprannome, ho saputo che fisso e fermo guardasse tutto scorrere, fontane, zampilli, il fiume Mazaro, ma nessuno mi ha mai raccontato del suo sguardo.
Amo guardare i volti delle genti che ritornano nel loro paese, volti di gioia, a volte di speranza, ricchi di una certa euforia. Mi ricordano quando da piccolo prendevo il treno, era agosto e da Piacenza io con la mia famiglia ci recavamo a Mazara del Vallo, per le vacanze estive; eravamo diventati i nordici per i nostri parenti; ho un odore, una memoria fissa e indelebile, l’odore dei binari caldi e cocenti del sud, del sud del mondo, dell’alta sterpaglia bruciata accanto ai binari.
I finestrini abbassati, tutti con la testa fuori a incontrare il vento caldo, la vegetazione cambiava, l’odore dei fichi d’india, dei suoi frutti maturi; e infine il passaggio, interminabile sullo stretto, il profumo del mare grosso; arrivati a casa.
Ancora qualche ricordo, qualche parola, ancora tempo vorrei, so che il mio viaggio, il diario che la gente aspetta di leggere vivrà di tutte le sensazioni marocchine, ma questo stato di limbo è incredibile, sospeso in aria tutto è immobile, immagine sopra immagine e posso ricordare, lasciar cadere le parole, nascoste spesso dal quotidiano.
Il tempo della luce è il tempo che percorre l’aereo ad arrivare a Marrakech, ormai ci siamo, stiamo per atterrare.
Ho passato molto tempo cercando senza sapere che stavo cercando. Ora cerco sapendo che sto cercando.
Spero di giungere a cercare sapendo che sto cercando
(maestro Sufi)
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Bellissima narrazione e splendida condivisione a distanza…E’ vero, anche per me il profumo del mare è casa, per chi ha imparato a nuotare prima che a camminare ( penso di essere anfibia…..)il “proprio” mare è il luogo del cuore, essenziale per il personale benessere…
Ciao Rossy, questo viaggio come ogni viaggio è stato luogo di stati limbici e mnemonici della propria vita; hai ragione il lato naturale che appartiene a ognuno di noi è uno status vitale, ancor prima di essere una sola sensazione…un abbraccio, Meo
Ciao Meo, ora devo solo aspettare la tua ultima creazione, spero una rosa ipnotica, misteriosa,esotica,fascinosa e intensissima, persistente come un tatuaggio…!Bello anche il tuo stile letterario…Non farci aspettare troppo…:-)
Ciao Meo, ho appena portato a casa un’emozione olfattiva, che mi riempie l’anima …….. e non solo.
Nelle tue parole, sento ancora il sapore dei fichi d’india, freschi e indimenticabili come la nostra terra. Spero di incontrarti presto per ricambiare emozioni.
Maria da Asti