Rebel Hearts. Rosa turca e amaretto nel cuore appassionato e ribelle di Keiko Mecheri
Mente e cuore, così come corpo e anima, sono spesso considerati dal pensiero occidentale come opposti tra loro, abituato, come esso è, a dare comprensione del mondo leggendolo attraverso distinzioni di categorie, genere e specie e antitesi di contrari.
Se questo modello risulta vincente per ciò che concerne larghe sfere del sapere umano, in particolare l’ampio spettro delle scienze, siamo tuttavia consapevoli della sua estrema relatività quando il discorso viene portato sull’uomo. Sul punto, le differenze più significative emergono nei confronti delle culture orientali.
Quando ho sentito per la prima volta Rebel Hearts, l’altra delle due novità per il 2018 firmate Keiko Mecheri e di cui avevo cominciato a parlarvi recensendo Turn & Stare, ancora una volta ho pensato ad un’altra parola che, nonostante sia di uso comune, non è affatto facile tradurre dal giapponese.
Infatti, come per il concetto di iki, la parola kokoro, che in prima approssimazione vuol dire “cuore”, sottende uno spostamento di significato che impedisce di trovare l’esatto corrispettivo nei codici linguistici occidentali, tanto che è stato proposto di renderla con l’espressione: “il cuore delle cose” (cfr. Lafcadio Hearn ma anche l’omonima opera dello scrittore Natsume Soseki).
Kokoro lega insieme diversi piani di senso di cui i principali sono quelli relativi al “cuore” come luogo dei sentimenti e alla “mente” come sede della ragione. Al contrario di ciò che avviene nella nostra cultura, il “cuore” giapponese rappresenta l’unità naturale di mente e cuore che soltanto noi occidentali consideriamo due “parti” distinte. È il vocabolo che meglio descrive una pletora di riferimenti. Alle emozioni, al coraggio e alla determinazione, alla risolutezza e allo spirito, ai sentimenti e agli affetti. In una parola: alla vita interiore dei giapponesi, patita più che vissuta attraverso l’intimo struggimento tipicamente nipponico fatto di solitudine, sacrificio, protocollo e ritrosia.
Il kokoro di Keiko però è “rebel”, ribelle. Studentessa d’arte, fotografa e pittrice, pianista di talento, non è difficile scorgere dietro all’elegante maniera che riflette il retaggio delle sue origini (è nata ad Atami, prefettura di Shizuoka, la “Costa Azzurra” del Giappone, località vicina alla penisola di Izu cui ha dedicato un profumo, Les Nuits d’Izu) una seconda anima. Rebel Hearts cattura lo spirito della ragazza che si appassiona alla vita tra le strade della California e affina il proprio estetismo nello stimolante ambiente di Beverly Hills.
Leggendo la piramide ufficiale, la fragranza dovrebbe contenere delle generiche note agrumate. Non sono sicuro che siano in testa, bensì sono più propenso ad immaginare che possa esserci un agrume dolce (arancia?) con la funzione di caratterizzare, con un po’ di vaniglia, anch’essa ben nascosta, il tema principe: un raffinato abbinamento di rosa turca e amaretto. Si badi bene che qui per “amaretto” non si intende il biscotto ma la bevanda alcolica, come si avverte bene nei primi momenti da che viene spruzzato, quando compare il ricciolo amaro della mandorla che crea una illusione olfattiva che può sembrare ciliegia. Nessuna sfaccettatura gourmand, quindi, per un profumo che può essere definito un orientale fiorito in piena regola, dove l’aspetto floreale è tutto sulle spalle di una rosa forse resa più fresca dagli agrumi e contornata da una vaporosità muschiata che sconfina in una leggerissima talcatura.
Non trovo altro aggettivo per definire Rebel Hearts se non “accattivante”. È davvero difficile trattenermi dall’avvicinare continuamente la mano dove lo sto testando al mio naso. Inoltre, sebbene sia l’alter ego femminile di Turn & Stare, presenta un fascino androgino tutto racchiuso nella piacevolezza con cui la fragranza si accomoda sulla pelle maschile. A me sembra che Rebel Hearts sia al tempo stesso un ricordo, un invito e una dedica.
Il ricordo è quello della giovane Keiko che ha costruito, passo dopo passo e con determinazione il cammino che l’ha condotta ad essere ciò che è oggi, ma la scelta del plurale (è il profumo per “cuori ribelli”) sposta il baricentro della fragranza verso un invito a non avere paura di combattere per la propria emancipazione costi quel che costi e verso una dedica per chi è quotidianamente impegnato nelle proprie ribellioni.
La rosa è una costante nella collezione Les Parfums Keiko Mecheri: Mogador, Attar de Roses, Damascena sono tre fragranze interamente dedicate al fiore prediletto. La troviamo però inserita anche in fragranze più sofisticate come Gourmandises, Scarlett e soprattutto in Loukhoum che è forse il profumo con cui la fragrance designer giapponese viene più correntemente identificata. Sempre la rosa contribuisce a levigare tre materie prime importanti in Bois de Santal, Oliban e Patchoulissime.
Come è stato detto, qui è associata a un accordo amaretto che, pur non essendo certo sconosciuto alla paletta dei migliori Nasi, realizza una inedita combinazione che sembra studiata ad arte per parlare a un pubblico giovanile.
In fine dei conti l’abbraccio di rosa e amaretto si può dire che parli d’amore, perché nessuna ribellione può essere fatta e portare alla vittoria se non si parte dall’amore. In primo luogo, di sé stessi.
Note olfattive Rebel Hearts – Keiko Mecheri: agrumi, rosa turca, nota di amaretto, vaniglia, patchouli, benzoino, note ambrate.
Concentrazione e formato Rebel Hearts – Keiko Mecheri
Eau de Parfum – 75 ml
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Mi hanno sempre attirato i profumi di Keiko.. vorrei conoscerli. Dicono che per un’amante come me delle note polverose..siano il non plus ultra.
Ciao Anna,
di Madame Mecheri ti consiglio la diade dedicata all’iris
https://www.extrait.it/iris-pourpre-e-iris-dargent-keiko-mecheri-coglie-lessenza-di-un-fiore-nobile/
e poi le sue fragranze ai fiori bianchi.
A presto,
Simona