Quelli che… la prima volta a Pitti Fragranze
Ahimé… settembre è arrivato e, diciamo la verità, l’unica cosa bella di questo mese che segna la fine delle vacanze, lo scolorimento dell’abbronzatura, l’accorciarsi delle giornate e il rientro nello stress cittadino è Pitti Fragranze, un appuntamento salva-vita che sulla psiche di coloro che adorano i profumi esercita un’energica azione anti-spleen.
L’unico pensiero che rende meno sofferta la fine delle vacanze è la certezza che a Firenze potremo annusare fragranze al nostro naso ancora sconosciute e marchi inediti arrivati da tutto il mondo sotto il segno dell’unicità e dell’eccellenza. Anche quest’anno Fragranze offre ai suoi visitatori l’occasione di annusare centinaia di meraviglie profumate, assistere a diversi eventi di cultura olfattiva ma soprattutto permette di scoprire collezioni inedite, alcune giunte da paesi solitamente estranei al mondo del profumo come quella che arriva dall’isola dei ghiacci perenni, l’Islanda, terra di origine della visual artist Andrea Maack con jus creati in origine come elementi olfattivi di installazioni artistiche che proiettano chi li indossa all’interno di un’opera d’arte.
Profumi umidi e levigati, lucenti e freddi come metallo, morbidi come pelle d’angelo, pieni di aldeidi e ghiaccio, con note sovrapposte in diversi strati e solo brevemente esposte… vista la loro presentazione, almeno sulla carta, questi profumi promettono di creare lo stesso clamore degli ematici Blood.
Arriva dalla Francia ed è prodotta nei laboratori di Pierre Guillaume la linea Phaedon che prende il nome dal giovane e bellissimo schiavo che fu discepolo prediletto di Socrate, che porta a Firenze dentro flaconi che riprendono la forma di antiche anfore etrusche otto preparazioni alcoliche di ispirazione mediterranea (Noir Marine, Grisens, Cendres de Thé, Rue des Lilas, Nuit Créole, Dzhari, Baies des Anges, Pluie de Soleil) e dieci candele ambiente (Daim, Alcove, Pure Malt, Carrosse, Ebene, The Rouge, Reglisse, Moissons, Lierre, Fleur de Fruits), creazioni formulate con note provenienti da ogni angolo del mondo come la fresia dell’Africa del Sud, il legno di Ho, l’essenza di Malaga d’Andalusia, il legno di incenso d’Awaji, la menta piperita d’Egitto, da sentire con minuziosa attenzione per cogliere nella formula di una di esse un inusuale “accordo terracotta”.
Questa linea si presenta con un concept fragrante di antico con evidenti richiami all’arte profumiera neoclassica ma in piena sintonia con l’attuale trend eco-friendly a zero impatto ambientale che grazie ad un sistema di refills di profumo consentirà di ricaricare le bottiglie direttamente in profumeria.
E’ un viaggio sensoriale fatto di luci e ombre, immagini e odori che coinvolge vista e olfatto quello proposto da Olfactive Studio, una nuova linea made in France nata dall’incontro tra fotografia e profumeria artistica. Prima di essere profumi, le creazioni di Olfactive Studio sono scatti che catturano la luce di un instante e l’instante in cui ogni cosa risplende di bellezza, fotografie che una volta indossate si trasformano nelle piramidi olfattive di Autoportrait (l’anima delle note legnose messe a nudo), Chambre Noire (un profumo che si rivela nell’oscurità) e Still Life (un attimo sospeso per l’eternità in un agrumato pop), create dai nasi Nathalie Lorson, Dorothe Piot e Dora Arnaud in collaborazione con l’occhio magico di tre fotografi di fama internazionale, sotto la regia di Celine Verleure, colei che ha ideato e lanciato il sito Osmoz.com.
Olfactive Studio può considerarsi il primo marchio di profumi dallo spirito social. Infatti, la sua creazione, dall’ideazione del concept alla realizzazione del logo e del packaging, dallo sviluppo delle formule fino all’individuazione del nome di ognuna delle fragranze, attraverso la fan page “Le blog du parfum qui n’existe pas (encore)!” aperta su Facebook da Celine ha coinvolto migliaia di utenti che hanno potuto interagire e partecipare attivamente alla nascita di questo nuovo brand.
Un tempo, era nota per essere la patria di banchieri, cioccolatai e orologiai, oggi la Svizzera può essere considerata a pieno titolo una vera e propria fucina che sforna marchi confidentielles (Les Nez) e nasi molto apprezzati in casa nostra (Vero Kern e Andy Tauer). Con la speranza di riscuotere lo stesso successo dei suoi predecessori, arriva da Losanna il nuovo marchio Ys-Uzac, freschissimo di produzione, che debutta ufficialmente proprio in occasione di Fragranze con la serie Chronochromie e le fragranze Metaboles, Lale, Pohadka, Monodie, creazioni eleganti con una dose di follia e stravaganza a detta dei creatori del brand Vincent Micotti e Vera S. Yeoh.
Sembra essere in grado di sciogliere il conflitto in atto nel mondo del profumo che vede gli integralisti del bio/naturale opposti ai sostenitori della Chimica e delle molecole di sintesi il brand Undergreen con la promessa di una nuova generazione di fragranze realizzate mediante la “chimie naturelle” (traduz. chimica naturale… e la definizione è coperta da copyright!). L’artefice di questa utopia si chiama Fabrice Olivieri, naso visionario e disobbediente che crea profumi politicamente scorretti come Black e White, ying/yang che uniscono gli estremi e ricongiungono gli antipodi del profumo, attraverso la fusione della tradizione profumiere francese con ingredienti biotecnologici e olii frazionati ottenuti con metodi di estrazione hi-tech. Black e White si presentano nella versione Classic in eau de parfum e in Limited Edition con 999 flaconi numerati nella concentrazione elixir de parfum.
E finalmente arriviamo al made in Italy. Due i debuttanti eccellenti a Firenze che non possono mancare nella vostra lista delle priorità da annusare: O’driù e Meo Fusciuni. I profumi millesimati di O’driù creati da Angelo Orazio Pregoni, scelgono di essere quasi introvabili, solo per happy few dal naso esigente, in quanto sono prodotti in pochissimi pezzi (da 8 a massimo 49 esemplari) e realizzati con trame talmente complesse e fitte da rendere banale qualsiasi precedente esperienza olfattiva. Fragranze fatte a mano, dalla magia alchemica, che prima spiazzano e poi inducono al piacere gli olfatti più ricercati. Lafro, Linfedele, Londa, Vis et Honor, Lalfeorosa insieme a Lalfeogrigio vanno nebulizzati sul corpo perché la pelle, a detta del loro creatore, è l’elemento più raro di un profumo.
Last but no least, Meo Fusciuni, un marchio che vi abbiamo presentato in anteprima con un video la scorsa primavera. Essenziali ma dotati di una capacità di attrazione poco comune, i profumi di Giuseppe Imprezzabile e Daria Stuefer sono un viaggio infinito attraverso la Sicilia, il Marocco e la Turchia, in cui si mescolano assieme odori speziati, arabeschi ottomani con foglie di menta, sguardi stranieri e petali di gelsomino, grani di incenso con colori mediterranei e memorie dimenticate. Rites de Passage, Ciavuru d’amuri e Shukran sono viaggi liquidi che fanno dimenticare il biglietto di ritorno.
Con tutte queste novità, vi state ancora domandando se vale la pena fare un giretto alla Leopolda?
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Questo pitti si annuncia più interessante del solito… yup!
BENTORNATI!!!! Anche per me settembre è fantastico grazie a Fragranze e quest’anno non mancherò di fare un salto alla Stz.Leopolda. Spero di incontrarvi ma come faccio a riconoscervi??? Avete uno stand o un corner? ciaoooo
chica