Profumo ed esposizione solare: cosa c’è da sapere
Profumo in spiaggia, sì! Profumo in spiaggia, no! La questione è da sempre dibattuta. C’è chi dice che non succede niente se si indossa il profumo quando ci si espone più o meno indirettamente al sole, altri raccontano esperienze negative, come quella di essersi riempiti di macchie.
«Non c’è una reazione certa: del resto succede per la maggior parte dei casi legati alla cute», dice Mariuccia Bucci, dermatologa e segretario scientifico di Isplad (International Italian Society of Plastic Regenerative ed Oncologic Dermatology). «È soggettivo e, soprattutto, improvviso, perché le irritazioni e le allergie, che sono in aumento tra la popolazione negli ultimi tempi, possono manifestarsi senza nessun segnale e dipendono da molteplici fattori, che vanno dai singoli ingredienti alle condizioni generali di salute».

L’unica certezza è che esiste una molecola, chiamata bergaptene, presente nel bergamotto e negli agrumi, che può essere fotosensibilizzante. «Le parti che si macchiano di più sono il viso, il collo, le mani, dando origine al melasma, che sarebbe l’accumulo di melanina. Anche l’alcool può essere irritante, ma evapora dopo una quindicina di minuti», continua il medico. «In ogni caso consiglio di evitare di mettere il profumo quando si va in spiaggia: al limite sul costume da bagno, sul pareo o sul telo da mare, ma tralasciare il contatto con la pelle».
Bisogna stare attenti anche con i cosmetici profumati: la reazione può essere la stessa. «Le sostanze contenute nella formulazione, normalmente sono prive di tossicità sulla pelle ma, quando vengono colpite dalle radiazioni luminose, attivano il loro potenziale sensibilizzante», avverte il medico. «Significa che rendono la pelle più vulnerabile al sole, così da provocare fenomeni indesiderati, quali dermatiti e macchie brune.» In altre parole, questi componenti assorbono l’energia dei raggi Uv e alterano la loro struttura dando origine a radicali liberi e altri composti irritanti o tossici per la pelle. «Si può scatenare una reazione infiammatoria, chiamata fototossica, amplificata dalla stessa radiazione solare“, prosegue Bucci. «Di conseguenza la pelle si scotta, spesso con macchie rosse o bolle, di entità tanto maggiore quanto maggiore è la quantità di sostanza presente».

Nessun problema, invece, se non c’è un’esposizione diretta, anzi, spesso, il profumo è una soluzione rinfrescante anche nelle giornate più torride. Senza contare che il caldo, accentuando la sudorazione del corpo, intensifica gli odori. «Una condizione che certo non giustifica un aumento di quantità», dice Giovanni Castelli, Ceo di Release Distribution. «Esiste un galateo olfattivo da rispettare, bisogna sempre evitare un’overdose di profumo, che è di cattivo gusto: proviamo a immaginare che cosa succederebbe essere seduti in una a cena dove ciascuno ha esagerato, anche di poco, la quantità, quando gli aromi del piatto si confondono con note più o meno intense che indossano i commensali».
Secondo studi recenti cresce il numero di persone che avverte un senso di fastidio, accompagnato da nausea e mal di testa. «Spesso non sono allergie ma forme di intolleranza olfattiva causata da alcun formulazioni aggressive», precisa la dermatologa. La dose consigliata? Gli esperti suggeriscono due spruzzate massimo ed è la quantità che si percepisce, non quella che si sente a distanza. La scia aggressiva non è elegante perché invade gli spazi olfattivi altrui. Questione di bon ton.
(Photo Credit: Adobe Stock)
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