Profumi Champagne. Fragranze con le bollicine per brindare al nuovo anno
Stappare una bottiglia di profumo, anziché un Cristal, e brindare con un jus che fa girare la testa per accogliere in modo diverso il nuovo anno. Why not? Potrebbe portarvi più fortuna del tradizionale cin cin di mezzanotte. In fondo, sempre di alcool si tratta, con la differenza che un flûte di champagne conta circa 90 calorie (se vi limitate a berne solo uno), un profumo invece non attenterà mai alla vostra linea, anche se lo scegliete alla massima concentrazione. E poi, volete mettere il beneficio di svegliarvi senza mal di testa e gli occhi gonfi il giorno dopo? A conti fatti, brindare con un jus conviene: un rito propiziatorio insolito che scambia il profumo con l’alcool da tavola, come il gesto superstizioso che impone di bagnarsi il retro dei lobi quando si rovescia il vino inavvertitamente.
Perché il brindisi con il profumo sia glamour al massimo è fondamentale scegliere fragranze brillanti ed effervescenti, capaci di dare una sensazione di ebbrezza e di mandare su di giri in un attimo. Quelle che rispondono a questa caratteristica hanno un perlage delicato e spesso celano nel cuore un mix scintillante di aldeidi, fiori freschi e agrumi frizzanti che solletica il naso con un effetto “bubbling”. Creazioni che definire luminose e vivaci sarebbe riduttivo: le loro piramidi sono attraversate da riflessi glitterati e stelle filanti che evocano sulla pelle l’atmosfera elettrizzante dei party di Capodanno.
Correva l’anno 1941 quando Caron presentava a Parigi Royal Bain de Champagne, una eau parfumée creata inizialmente per un miliardario californiano che amava fare il bagno nello champagne. Per non dilapidare tutto il suo patrimonio nelle cantine francesi, la leggenda narra che l’eccentrico signore chiese a Ernest Daltroff di realizzare per lui una lozione per il bagno dotata della stessa effervescenza ottenuta con il metodo Champenoise. E’ inutile dire che Royal Bain de Champagne si presentò imbottigliata in un flacone a forma di sciampagnotta, con il collo lungo e l’etichetta a fascia sulla pancia. Molti anni più tardi perse qualsiasi riferimento spumeggiante, diventando Royal Bain de Caron, dopo la battaglia legale vinta dai produttori di vino francesi che ottennero l’utilizzo esclusivo della denominazione “champagne”. Stessa triste sorte fu riservata alla fragranza fiorita-fruttata di Yves Saint Laurent, nata nel 1993 con il nome Champagne e ribattezzata Ivresse qualche mese dopo il lancio. Tale restrizione, negli ultimi anni, non ha impedito a molte maison di profumo di inserire nelle loro creazioni accordi e molecole che clonano la fermentazione degli acini francesi.
La prima a farlo è stata Etàt Libre d’Orange con Vraie Blonde, un jus euforico di sentori fruttati e fioriti, eccitato da un contrasto pungente-cremoso nei passaggi centrali e da un accordo “champagne” che impedisce alla fragranza di mantenersi sobria dall’inizio alla fine. Si stordisce quasi subito con tante aldeidi alifatiche, senza però perdere mai un briciolo di classe, complice un accordo rosa-pesca nettarina che assicura un tocco di romanticismo e femminilità alla formula. Fascino ed eleganza rimangono intatti anche quando perde i sensi nel fondo per colpa di una scia di patchouli, ambra grigia, cuoio e mirra. Vanta lo stesso perlage biondo Bollicine, frizzantino firmato Zeromolecole movimentato da una palette di aromi citrici, freschi e pungenti, oltre che da una buona dose di aldeidi C6 cristalline. Un agrumato brioso e mondano che, allo scoccare della mezzanotte, spegne ogni sua sfumatura luccicante e si illumina solo d’incenso.
Anche Liquides Imaginaires ha una note de cave in collezione, che custodisce nell’orientale floreale Dom Rosa della serie Eaux Sanguines. Lo champagne aiuta la meraviglia, scrisse George Sand, peccato che non specificò mai il colore della bollicina da preferire. Quella proposta da Philippe Di Meo è rosé e nasce dall’infusione di una rosa damascena in un calice di nettare divino. Un profumo meno frivolo dei due precedenti, più spirituale e passionale, che inebria con chiodi di garofano, cortecce antiche e nuvole di incenso. La sua coppa di champagne la offre nelle note di testa, addolcita da succo di pera e pompelmo rosa. Mentre desta sicuramente meraviglia il profumo “senza cuore” del brand danese Zarko Perfume, Pink Molecule 090.09, mistico nordico che salta a piè pari le note centrali della piramide, mescolando atmosfere boreali, fiori selvatici, polpe golose e legni scuri dentro un bicchiere di spumante rosa. Romantico ed emozionante, come la prima alba del nuovo anno.
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Royal bain de Champagne… Uno dei profumi che usava mia mamma… Fantastico e soffice, innovativo per l’epoca! Colgo questa occasione per fare i migliori auguri alla redazione di Extrait e a tutti coloro che partecipano al forum! AUGURI! ?