Pour un Homme de Caron ~ Caron
Poco dopo la fine della Grande Guerra, in Germania a Weimar nasce un nuovo modello di scuola d’arte che ha come obiettivo principale quello di conciliare la creazione artistica con la produzione industriale, nell’intento di realizzare opere la cui bellezza sia indissolubilmente legata a criteri di natura funzionale. Il movimento prende il nome di Bauhaus, che letteralmente significa “la casa del costruire” e la sua influenza crescerà fino a farlo diventare la più importante scuola d’arte del Novecento.
Dati i presupposti, il principale campo d’applicazione del Bauhaus non è l’opera d’arte intesa in senso tradizionale ma più che altro gli oggetti di tutti i giorni quali lampade da tavolo o mobili in tubolare metallico. In generale vengono sviluppati con tecniche all’avanguardia campi di progettazione non accademici, come la falegnameria e la gioielleria o arti “minori” come la fotografia, il balletto e la scenografia. Il movimento e la scuola che lo promuove hanno grande successo e sfornano artisti di fama internazionale, tra tutti si pensi a Vasilij V. Kandinskij e Paul Klee, fin quando la scuola, che nel frattempo si è trasferita a Berlino, viene definitivamente chiusa nel 1933 dal regime nazista.
Saranno tanti a raccogliere più o meno consapevolmente l’eredità concettuale del Bauhaus, tra questi anche un Francese di origini russe di nome Ernest Daltroff, che già dal 1904 aveva fondato Parfums Caron, ad oggi la seconda più antica casa profumiera di Francia ancora in attività. Privo di formazione “istituzionale” ma grande appassionato di profumi e Naso naturalmente molto dotato, Daltroff lancia nel 1934 Pour un Homme de Caron, il primo profumo della storia a essere concepito esclusivamente per una clientela maschile. Una concezione molto minimale, quasi razionalista domina la composizione del jus che dichiara tre sole note, lavanda, vaniglia e ambra grigia, nell’ordine una per ogni fase canonica della piramide olfattiva, un approccio molto Bauhaus decisamente funzionale e scevro da orpelli di sorta che si è rivelato di grande successo di mercato e di critica, tanto da arrivare sostanzialmente inalterato fino ai nostri giorni.
E forse proprio a causa di questo suo successo e della conseguente influenza che ha avuto nel settore, oggi può risultare difficile cogliere a pieno la carica di originalità e innovazione che Pour un Homme de Caron introdusse al suo esordio nel mondo della profumeria e per molto tempo a seguire. 82 anni dopo è facile etichettare il jus come un classico “barbershop scent”, dall’attacco iniziale forse un po’ troppo pungente di lavanda che presto sfuma e si fonde con la vaniglia per perdere ogni durezza e spigolosità e trasformarsi in un abbraccio caldo e confortevole, discreto nel sillage ma di lunga durata nella sua discesa verso l’elegante coda di ambra grigia (necessariamente di sintesi e con sentori di musk). E’ solo contestualizzando la fragranza nella sua epoca che se ne possono comprendere i valori e allora forse si coglie anche questo aspetto straordinariamente importante, ovvero che il mondo della profumeria maschile odierna sarebbe quasi certamente molto diverso se non ci fosse stato Pour un Homme de Caron, un merito riconosciuto a pochissime creazioni, tutte giustamente leggendarie.
Il risultato è un profumo comunque bellissimo e senza tempo, trasformatosi nei decenni da rivoluzionario innovatore a paradigma di classicità maschile che proprio non riesce ad invecchiare o passare di moda, anche perché di fare moda non si è mai preoccupato nella sua ottuagenaria carriera. Semmai sono gli altri che negli anni ne hanno comprensibilmente subìto il fascino autorevole traendone più volte ispirazione, come dimostrano certe evidenti somiglianze che è possibile cogliere anche in opere del recente passato, perfino nell’ambito della Haute Parfumerie. Un esempio è A Taste of Heaven di Calice Becker per Kilian, dalla piramide ben più complessa e molto centrata su una nota di assenzio, che ovviamente manca in Caron ma il cui tono generale, forse per la presenza decisa di lavanda e vaniglia nella fase di cuore, ne rievoca così tanto lo spirito da sembrarne quasi un omaggio o se vogliamo una riedizione impreziosita e ammodernata.
L’anima “Bauhaus” e decisamente maschile del jus è racchiusa in un flacone assolutamente congruente, dalle linee essenziali e architettonicamente pulite alleggerite da “slanci” e scanalature verticali e sormontato da un tappo cromato di sezione ottagonale, richiamo industriale al bullone e in generale alla meccanica, dove l’unico vezzo è un lettering decò a descrivere il nome del prodotto sull’etichetta, anche essa a sviluppo verticale e dall’ingombro poco più che minimo.
Ultimo dettaglio di razionalità e concretezza, di certo gradito non solo in questi nostri tempi austeri, Pour un Homme de Caron si acquista a prezzi che sono concorrenziali anche nei confronti della profumeria commerciale e fortunatamente non è nemmeno di difficile reperibilità, così che non ci sono proprio scuse per procrastinare un acquisto davvero essenziale, vuoi per la sua importanza vuoi per la sua bellezza ed eterna attualità, in ogni seria collezione di fragranze maschili e non solo.
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Che descrizione meravigliosa…….
È veramente un profumo eterno per l’uomo che si vuole distinguere! Non ha età!
Meravigliosa creatura per uomini troppo raffinati .
E dal 1963 che lo uso, purtroppo ci sono stati periodi in cui non era facile trovarlo. Molti seguono la moda (e la pubblicità)