Pierre Guillaume racconta Louanges Profanes
Forse è noto a tutti ma fa sempre bene ricordarlo: una fragranza è composta da note olfattive ed emozioni. Considerarla solo una miscela liquida di olii essenziali e solvente è un grave errore, si corre il rischio di non cogliere, con il naso e i sensi, lo spirito segreto racchiuso nella sua essenza, la passione del suo creatore, le belle sensazioni che è in grado di suscitare.
Per questo motivo, quando annuso la composizione di un profumo cerco di farlo in silenzio, aspettando che le note e gli accordi inizino a raccontare la loro storia al naso e ai miei sensi. Sì, perché un profumo è “materia viva” e racconta sempre una storia. Se si tratta di una creazione composta con cura, la storia è sempre appassionante, le sensazioni che genera sono eccitanti, la fragranza commuove il cuore e si trasforma in un grande amore.
E’ successo così con Louanges Profanes di Parfumerie Generale. Mi aveva intrigata la descrizione del suo creatore che lo definiva “una preghiera olfattiva scritta con sei simbolismi religiosi”. In seguito, il mio naso curioso, sempre alla ricerca del “profumo perfetto”, un giorno, per caso, ha intercettato una manciata di frames estratti dalla sua piramide olfattiva e i miei sensi hanno raggiunto l’estasi (finalmente). Al naso, la sua essenza risultava delicata, sottile e mutevole. Sulla pelle, gli accordi disegnavano una storia avvincente ed è così che è scoccata la scintilla.
Durante il Pitti Fragranze n.6 ho incontrato il compositore di questo mio nuovo amore, Pierre Guillaume, creatore della maison Parfumerie Generale, che mi ha raccontato la sua storia e ho scoperto che…
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