Pierre Guillaume presenta Huitième Art Parfums (Video)
Durante Pitti Fragranze 8 tra i molti personaggi che abbiamo avuto la fortuna di incontrare c’era uno dei nasi più talentuosi del momento, Pierre Guillaume. Pierre ci ha regalato l’esclusiva di una video intervista dove ha presentato il suo nuovo misterioso brand Huitieme Art Parfums.
Ciao Pierre puoi spiegarci le differenze tra Huitieme Art e Parfumerie Generale?
Non comincerei con le differenze, piuttosto con i punti in comune, visto che ho creato entrambe le due linee. Parfumerie Generale resta Parfumerie Generale: due estetiche che vivono in parallelo. Huitieme Art mi da la possibilità di sbizzarrirmi nell’ambito della creatività: non posso creare nuovi profumi ininterrottamente, ogni sei mesi, anche se ne avessi voglia con Parfumerie Generale. Vi sono dei contratti commerciali. La rete commerciale non è pronta per accogliere un numero incessante di referenze. Dunque, io do spazio alle mie creazioni, apro un varco. Penso che le persone che approcceranno Huitieme Art noteranno le fil rouge che lega le mie due collezioni. Questo fil rouge è semplicemente la mia sensibilità artistica. Vi sono tante differenze, nella misura in cui il mio stile cambia. Dal 2002, anno della mia prima creazione chez Parfumerie Generale, sino ad oggi, sono trascorsi otto anni, i miei gusti personali sono cambiati, io stesso sono diverso… Non penso che ciò che ho formulato allora sarebbe l’optimum oggi, anzi non penso che creerei le stesse cose. Aspiro ad altro, ho voglia di altro. Huitieme Art mi permette di esprimermi in quel modo. La differenza principale tra le due linee è che ho avuto sempre un debole per le sperimentazioni, provare ad aprire nuove strade o esplorare piste ancora oscure. Dalla parte del creatore, grazie a Huitieme Art, ho avuto la possibilità di testare materie prime inedite. Il pubblico mi conosce con Parfumerie Generale come un curioso che prova tutto. Ricevo con Huitieme Art materie prime con frequenza settimanale da grandi aziende, materie molto costose. La voglia e il bisogno di creare una nuova linea ha fatto si che, poco a poco, ricevessi nuovi ingredienti che mi dessero la possibilità di esplorare soluzioni nuove rispetto a Parfumerie Generale e maggiormente credo che questo mi abbia dato la possibilità di inserire creazioni che non avrebbero avuto spazio nella linea Parfumerie Generale, poiché lo stile è molto diverso. I fan, coloro che mi seguono abitualmente attraverso Parfumerie Generale, penseranno che abbia cambiato stile. Beh, non è così, queste sono due linee complementari e non in conflitto tra loro.
Con questa linea, Huitieme Art, hai dato una sferzata netta. Ma quando, a tuo avviso, il profumo esce dalla rete commerciale per diventare un’opera d’arte?
Penso che lo sia di già per antonomasia. Mettiamo tutto nel calderone: le imprese, i confratelli, le aziende concorrenti, nasi amici o nemici. Ci battiamo tutti per elevare il dibattito, rivendicare che la Profumeria in senso largo, sia una forma artistica e perché no, l’Ottava Arte… Non vi è lotta per l’ottavo posto, ma c’è una grande confusione perché taluni affermano per esempio, senza nessun certificato ufficiale, che la Settima Arte sia il Cinema. Io aderisco al pensiero di qualcuno che ammiro tantissimo, Octavian Coifan, penso che sia uno dei più accreditati, per via della sua cultura in fatto di profumi e della sua eleganza nell’esprimere un giudizio sui profumi. Coifan ha da sempre preteso che la Profumeria fosse considerata l’Ottava Arte. Io ho semplicemente sposato la sua idea, il suo manifesto e l’ho concretizzato, istituzionalizzato attraverso un processo industriale che è la creazione di un nuovo marchio, una nuova società. Ho semplicemente compiuto questo passo, ho avuto coraggio e l’ho fatto. Io credo che tutto ciò che è da considerare disciplina artistica, concepito con il cuore, la testa e la mano. Nessuna opera è comparabile o valutabile: sarebbe pretenzioso affermare “questa è arte” o “questa non lo è”. La creazione di un profumo è, a mio avviso, la ricerca del bello e dell’emozione. Per me l’arte è questo, suscitare un’emozione negli altri. Il profumo è per me una disciplina artistica che sia venduto da Sephora o presso boutique selezionate. L’idea sottesa è creare qualcosa di bello che faccia emergere emozioni. Non bisogna inventare concept o sermoni, è questo che si deve assolutamente evitare. Io non sento la differenziazione. Nel momento stesso in cui abbiamo dell’originalità e sincerità ecco l’opera d’arte. Tuttavia vi sono effettivamente differenti livelli di qualità.
Potresti spiegarci il concetto di fotografia olfattiva?
Il termine “fotografia olfattiva” è stato utilizzato per rappresentare una tecnica. Non abbiamo creato un apparecchio che cattura gli odori, esiste già una metodologia quella di catturare il più possibile degli ingredienti, o meglio dei costituenti che erano, fino a quel momento, totalmente nuovi o estranei al mondo del profumiere. Per esempio con Ciel d’Airain, una composizione sul tema del pero, abbiamo cercato di effettuare lo stesso lavoro che altre maison come L’Artisan Parfumeur e Dyptique hanno fatto col tema del fico. Sono state utilizzate delle molecole per riprodurre le foglie o del legno per esempio, come era stato fatto in passato col fico. Ecco noi abbiamo utilizzato la medesima metodologia lavorando però sull’inedito tema della pera. Non c’è la possibilità di estrarre naturalmente l’aroma dal frutto del pero, quindi mi sono servito di molecole di sintesi più o meno similari, ma che non hanno la finezza, la delicatezza del frutto. Abbiamo cercato di costruire l’accordo sintetico spingendolo sino al suo raffinamento finale e le sue molecole, pera, ribes e mango sono tenute insieme da nuove estrazioni di frutti freschi, che permettono loro di avere l’anima del frutto, in maniera del tutto naturale. Ci ritroviamo infine con una composizione che evoca davvero il frutto fresco.
Ci potresti descrivere brevemente la tua fragranza preferita chez Huitieme Art?
Manguier Métisse. Questa fragranza rappresenta una metafora boisé. Contrariamente a Ciel d’Airain, dove si metteva in luce il frutto fresco, la foglia ed il legno dell’albero di pero, sul mango abbiamo lavorato in modo pressoché uguale, ma mi sono concentrato più sul legno che sul frutto, che ci viene in aiuto in questa fragranza per riscrivere la delicatezza della parte più emblematica del mango, la sua scorza. E’ un odore che è quasi inventato, con una leggera inflessione di trementina e mango. Abbiamo dunque utilizzato l’estratto di mango per conferire questa facette un po’ fruttato-speziata tra la pesca bianca e l’albicocca spruzzate di pepe, in proporzione molto fine. L’idea è quella di un legno che diviene molto liquoroso, poiché abbiamo un frutto associato ad un succo molto zuccherato ed esotico, il frangipane, un fiore bianco molto odoroso, zuccherino, cremoso dal sentore lattiginoso. Nel mezzo della piramide olfattiva troviamo foglie di thé nero, che creano una sorta di congiunzione ideale tra la scorza del legno, molto aromatica e speziata ed un fiore dal carattere forte e carnale.
Intervista realizzata in collaborazione con Maria Grazia Pelusi
Lascia il tuo commento…