Patchouly Boheme ~ Laurent Mazzone
“Quelle ninfe, le voglio perpetuare.”
da “L’après-midi d’un faune” – Stéphane Mallarmé
La mina dello scandalo deflagrò quella sera del 29 Maggio del 1912, a Parigi, dove per la prima volta venne portato in scena il balletto L’après-midi d’un faune (Il pomeriggio di un fauno), sulla musica dell’opera Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy. La destabilizzante coreografia è di Vaslav Nijinskij, astro nascente della compagnia de Les Ballets Russes fondata da Sergej Diaghilev. Il pubblico rumoreggiava: come osavano stravolgere così i canoni del balletto classico, violare qualsiasi forma di armonica sintonia con il fluire delle note musicali e, soprattutto, simulare in scena atti così spudoratamente legati ai più bassi istinti?
Il balletto classico era soavità, dolcezza, pudore e i costumi appena più succinti erano tollerati solamente perchè compensati da un ipotetica aura di candore virginale che permeava la coreografia e la personalità delle danzatrici. Quella sera del 1912, i danzatori si producevano in figure meccaniche, senza morbidezza e senza alcun apparente legame con la melodia dolce e onirica, giocata quasi esclusivamente sul flauto. Non volgevano mai lo sguardo verso il pubblico, stavano con il viso sempre di profilo, come nelle pitture vasali greche. I movimenti così bizzarri di tutto il corpo di ballo e del coreografo suscitavano sensazioni inquietanti e imbarazzanti in quel pubblico abituato a ben altre pose e attitudes. Trasmettevano la sensualità, anzi, la sessualità, descritta senza remore nel poemetto di Stéphane Mallarmè del 1876, cui si era ispirato Claude Debussy per la partitura musicale. Diaghilev e Nijinskij, creature geniali e folli, amanti, complici prima e poi estranei, come hanno osato portare sui legni del palcoscenico le loro porcherie notturne?
La trama è semplice: un Fauno trascorre un caldo pomeriggio estivo suonando il flauto di Pan. Un gruppo di Ninfe passa vicino a lui, che viene travolto dal desiderio di possederle. Esse fuggono spaventate, ma una di loro, nella fuga, lascia cadere lo scialle, su cui il Fauno si adagia in un atteggiamento molto esplicito, infine si addormenta profondamente.
Durante le prove la tensione è stata insostenibile: la diva Ida Rubinstein, che avrebbe dovuto interpretare la Ninfa principale, abbandona la scena, incapace di adeguarsi ai nuovi canoni sperimentali imposti da Nijinskij. Le ballerine del corpo di ballo faticano a riprodurre quei movimenti anomali, e l’imbarazzo e la frustrazione a volte esplodono in lacrime cocenti. Il sudore si mescola alla cipria con cui sono imbellettate, è acre e penetrante, scioglie in un curioso mélange tutti gli odori del teatro: profumi da quattro soldi, fumo di sigarette aspirate con ingordigia dietro il palco, sporcizia, sbuffi stantii di polvere che si alzano dalle assi battute dalle scarpette ormai consunte, lacrime di frustrazione, sudore che intride il cuoio dei lacci dei costumi.
Se dovessimo pensare a un jus che ricreasse questa situazione di tensione e di sensualità spinta ad un limite quasi oltraggioso, troveremmo in Patchouly Boheme, straordinario profumo del 2011 firmato da Mona di Orio per LM Parfums Laurent Mazzone, quello che più rispecchia l’atmosfera tesa, la reticenza e la vergogna nel prestare il proprio corpo a situazioni esplicite, il sottile ma tangibile flusso steroideo che pervade tutta l’opera.
Non è una materia facile, il patchouli: irriverente, per stessa ammissione di Laurent Mazzone, disturbante, vive la sua vita seminando disordine, solo per vederne le conseguenze. Se Nijinskij e Diaghilev fossero profumo, sarebbero Patchouly Boheme.
Niente sussurri, niente velature, basta finta castità: è sesso, bellezza, e del più dichiarato!
Perchè girarci poi intorno? Nijinskij e Diaghilev erano amanti e molto chiaccherati per la loro liaison personale e professionale: perchè quindi pensare a un patchouli pulito e perbene? Patchouly Boheme non lo è affatto! É terra intrisa di sudore, è legno calpestato e battuto dal gesso delle punte in milioni di battement, è cuoio indurito dal salso di gocce spremute dalla fatica e dallo sforzo.
In tutto questo Patchouly Boheme è tuttavia divino: mette in scena il suo accoppiamento con una delicata pelle femminile rinunciando quasi subito alle note acute e stridenti, ammorbidendosi in una scia legnosa soffice di balsamo del Tolu e di fava tonka. Non ci sono fiori appartenenti all’iconografia classica della figura femminile, come la rosa, la viola, l’iris, nonostante ciò la fragranza ha un drydown quasi talcato, sinuoso e insinuante.
Il tabacco mostra solamente la sua indole mielata, mentre lascia esprimere appieno la verve del geranio egiziano e del muschio animale.
Il ritmo sincopato del balletto di Vaslav Nijinskij si replica nello sviluppo di una fragranza cupa, ma sfaccettata come un diamante del nero più profondo. Il Fauno custodito nel flacone ammira e desidera la donna-ninfa ammaliatrice, che, anziché fuggire, osa sfidarlo e indossarlo.
Uomini, guardatevi bene da questa bestia selvatica! Su di voi non avrà pietà ed esploderà con le sue note più umide, umorali e “sporche”: si prenderà gioco della vostra mise da gentleman e lancerà messaggi inequivocabili: ti voglio qui e ora.
Come tutte le creazioni di Laurent Mazzone, anche Patchouly Boheme è caleidoscopico, difficilmente inquadrabile e trattenibile: è un profumo intenso, così spudorato da riuscire a volte a essere sconvolgente. Rovescia i luoghi comuni, si diverte a farci credere di essere un maschile, e nel frattempo si rivolge adorante a una signora con un vasetto di balsamo in mano, pronto a cospargerla di profumo.
Come le altre fragranze della Black Collection di LM Parfums, a partire dalla Primavera 2017 anche Patchouly Boheme si presenta con un nuovo packaging, minimale e raffinato: un parallelepipedo slanciato di vetro nero, che custodisce i tesori di un uomo dall’aspetto cupo e dall’animo poliedrico e sensibile.
Piramide olfattiva Patchouly Boheme – LM Parfums Laurent Mazzone
Note di testa: legni pregiati, geranio egiziano
Note di cuore: patchouli, tabacco, cuoio
Note di fondo: muschio animale, balsamo del Tolu, fava tonka
Concentrazione e formato Patchouly Boheme – LM Parfums Laurent Mazzone
Eau de Parfum, 100 ml
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