Patchouliful ~ Laboratorio Olfattivo
Esattamente 40 anni fa, la sera del 7 Settembre 1976, a casa del 31enne Eric Patrick Clapton fervono i preparativi per andare ad un appuntamento. Eric e sua moglie Pattie Boyd, ex modella e ex moglie del Beatle George Harrison, devono presenziare alla festa annuale in onore di Buddy Holly, organizzata come sempre da Paul e Linda McCartney.
Secondo un rituale che non risparmia nemmeno i ricchi e famosi, il buon Clapton aspetta fiducioso che la consorte decida l’abito giusto per la circostanza e dato il dilatarsi incontrollato dei tempi ad un certo punto perde la pazienza e sale di sopra a recuperare l’indecisa consorte. Narra la Boyd nella sua autobiografia che Clapton l’apostrofò dicendole: “Senti, sei fantastica (wonderful). Adesso per favore non cambiarti più. Dobbiamo uscire o arriveremo in ritardo”. Detto questo Clapton scende seccato e un po’ per ingannare il tempo, un po’ per farsi passare la scocciatura imbraccia la chitarra e fa quello che gli riesce meglio: comincia a suonare. Nell’attesa, che sarà comunque lunga, scrive una canzone che diventerà uno dei suoi più famosi cavalli di battaglia dal vivo, la romantica ballad Wonderful Tonight.
Ora all’epoca in cui accadevano questi fatti il talentuosissimo naso francese Cecile Zarokian non era nemmeno nata e con tutta probabilità quando nel 2014 ha realizzato per Laboratorio Olfattivo la fragranza Patchouliful non aveva in mente il Re del Blues e i suoi trascorsi domestici, ma se avete mai visto qualche foto di Pattie Boyd negli anni ’70 e avete avuto modo di provare il jus non potrete non cogliere alcune sostanziali analogie tra l’aspetto della modella (snella, luminosamente bionda, dai tratti gentili ed eterei e dall’aspetto elegante) e il carattere del jus.
Patchouliful è infatti un profumo molto pulito, luminoso e raffinato, facile da apprezzare, forse il meno terroso dei patchouli provati finora. Come ci spiega la descrizione ufficiale di casa, il suo nome in Urban Dictionary significa “more than beautiful”; (WONDERFUL, ndr) un patchouli regale, luminoso, che mantiene il suo spirito hippie ma dandone una visione differente, meno terrosa, ricercata; nello stile di Laboratorio Olfattivo.
La ricerca di gentilezza ed eleganza inizia dalle note di testa, che avvicinano l’aroma frizzante e vivace del brillante bergamotto e dei chiodi di garofano ad una morbida e accogliente effusione di cannella; di sottofondo già traspare il patchouli (dichiarato nel successivo cuore) declinato nelle sue componenti più dolci e morbide. Sapientemente il chiodo di garofano che rischierebbe di appesantire un po’ troppo la composizione si smorza molto velocemente mentre si fa strada l’accordo di cuore, dove il patchouli è cullato da profumate note fiorite di assoluta di iris e fiore di frangipani, che vengono usate a voce bassa, specialmente il frangipani, allo scopo di tenere a bada gli eccessi “terreni” della nota principale.
Questa fase centrale del jus di Laboratorio Olfattivo è a nostro avviso la più bella e interessante, qui si coglie con chiarezza l’intento del Naso di rileggere il patchouli in chiave elegante e raffinata liberandolo dai connotati tradizionali che lo vedono associato a un senso di terroso, sporco e “olioso” che di fatto oggi allontana molti potenziali estimatori da una nota così carica di storia e fascino, complici le tendenze ormai consolidate in profumeria che hanno gradualmente spinto il consumatore verso realizzazioni via via più edulcorate e “inoffensive”.
Attenzione: qui non c’è niente di edulcorato, stiamo parlando di una fragranza che vanta una concentrazione da vera eau de parfum, con un eccellente e credibilissimo 15%, e un percorso olfattivo nitido e variegato lungo la china della piramide, e infatti Patchouliful evolve ancora nel successivo passaggio alla conclusiva fase di coda dove emergono, e sono bellissime, note resinose di cisto trasportate su un letto di muschi e cedro, per una chiusura discreta dal sillage educato e di lunga durata.
L’effetto complessivo di questa moderna interpretazione del patchouli ha un che di melodioso e leggiadro, non a caso la descrizione stessa del profumo parla di “una sinfonia profumata nella quale ogni ingrediente è come uno strumento musicale che si rende utile al risultato finale ma trova il suo spazio per emergere”.
Patchouliful potrà forse non conquistare i “puristi” del patchouli ai quali mancherà quella componente “torbida” e i vari richiami “freak” che sono ben evidenti ad esempio in Psychedelique, l’esplosiva interpretazione di Jovoy ad opera di Jacques Flori (nomen omen), ma sarà certamente apprezzato dagli amanti delle fragranze belle ed equilibrate e dai cultori del Laboratorio Olfattivo perché perfettamente in linea con lo stile elegante e misurato che caratterizza tutta la pregevole produzione del brand, ancora una volta con il plus non da poco di uscire sul mercato di nicchia a costi assolutamente umani e addirittura concorrenziali con molti prodotti della profumeria tradizionale, in controtendenza con un mondo che spesso sembra aver smarrito la giusta misura in nome di una (spesso soltanto presunta) superiorità delle materie prime usate e dei processi creativi.
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