Orlo. Mendittorosa interpreta Sylvia Plath
Lasciarsi cullare dalle suggestioni odorose che si nascondono nelle grammatiche misteriose della poesia, valorizzarne la pregnanza emozionale e trasportarla in un profumo: il progetto Versi di Mendittorosa è uno studio olfattivo che esplora la simbiosi tra profumo e poesia, iniziato nel 2019 con l’eau de parfum Ithaka, un inno all’allegoria del viaggio fisico e spirituale, ispirato alla poesia Itaca di Kostantinos P. Kafavis del lontano 1911.
Il secondo capitolo, invece, apre nuove prospettive d’interpretazione all’intenso lavoro della grande poetessa e scrittrice statunitense Sylvia Plath (1932 – 1963): attiva femminista che alternò in tutta la sua esistenza e produzione letteraria le ombre scure della depressione a slanci di intensa vitalità.
Stefania Squeglia, anima e cuore di Mendittorosa, legge la sua ultima poesia “Edge” (orlo, in italiano), ne respira la piena coscienza e la capacità di quest’opera ultima di illuminare il culmine di un percorso spirituale e artistico. Arrivata all’orlo della sua esistenza, al limite della sua sete di vita, Sylvia Plath compie un salto nel buio, cercando un’altra dimensione, un altrove divino, e lo fa urlando aiuto sottovoce con questa poesia.

Orlo
La donna è la perfezione.
Il suo morto
Corpo ha il sorriso del compimento,
un’illusione di greca necessità
scorre lungo i drappeggi della sua toga,
i suoi nudi
piedi sembrano dire:
abbiamo tanto camminato, è finita.
Si sono rannicchiati i morti infanti ciascuno
come un bianco serpente a una delle due piccole
tazze del latte, ora vuote.
Lei li ha riavvolti
Dentro il suo corpo come petali
di una rosa richiusa quando il giardino
s’intorpidisce e sanguinano odori
dalle dolci, profonde gole del fiore della notte.
Niente di cui rattristarsi ha la luna
che guarda dal suo cappuccio d’osso.
A certe cose è ormai abituata.
Crepitano, si tendono le sue macchie nere.
Sylvia Plath (1963)
Quella di Sylvia Plath è una scrittura vivida e pronta a leggere l’espansione della vita nei territori che trascendono dai limiti umani. Opera lucida e poeticamente spietata, che narra il destino di inventare il tempo e scrive d’amore, con la consapevolezza che arriva in lampi improvvisi, uniti da un filo come perle tutte diverse tra loro: lampi di silenzi urlati al cielo.
Con l’ardore di un funambolo cammina in bilico sulle corde tese della vita, è un fiore maturo che si spampana e lascia cadere giù i suoi petali. I suoi versi sono nettare per le anime digiune. La sua felicità è fluttuante, appesa a un filo. Una sera Sylvia, madre ormai sola, tradita, confusa, ossessionata dall’amore malsano per un marito violento e infedele, mise a letto i suoi due figli e preparò la colazione per l’indomani: pane e burro e due tazze di latte. Quella notte le sue ferite si aprono allo sguardo benevolo di una luna livida, ormai assuefatta dai dolori degli umani.
“Le carezze sulle cicatrici si sentono di più”

Sylvia Plath ha camminato anche troppo in territori aspri e ingrati, è arrivata al limite. Brividi di soave passione serpeggiano nelle sue vene di donna e di mamma, immersa nella luce liquida delle sue lacrime scrisse la sua ultima poesia, Orlo, e poi si abbandonò in piena coscienza a quella immensità dove il respiro dell’anima rinuncia alla vita terrena per espandersi.
Il secondo capitolo della collezione Versi di Mendittorosa cristallizza quell’attimo di immensità con limpide gocce di mandarino inserite tra le prime righe di un diario intimo: l’elan vital di questa fragranza riluce il travaglio interiore di un’anima al culmine della sua esistenza.
Il silenzio viola di un campo di lavanda, fresca evasione dall’estate della vita. L’emozione abbagliante dello zafferano, uno squarcio nel buio filtrato da lucida passione. Sottile saggezza nelle note di legno di papiro, custode del tempo vissuto e del futuro al quale Sylvia Plath desiste. Nell’aria, una scia intensa e dolce di fiori a primavera; la serenità impalpabile e pura di un giardino senza radici, quando scende la notte, lontano da questo mondo e dalle sue regole: questo è l’odore che Mendittorosa ha creato assaporando la bellezza dell’opera ultima di Sylvia Plath. L’eau de parfum Orlo di Mendittorosa è il respiro di una nuova vita, altrove, che porta dentro di sé ferite di luce.
Concentrazione e formato Orlo – Mendittorosa
Eau de Parfum 20%, 100 ml
(Traduzione di Sylvia Plath, “Edge” from Collected Poems. Copyright © 1960, 1965, 1971, 1981 by the Estate of Sylvia Plath. Editorial matter copyright © 1981 by Ted Hughes. Used by permission of HarperCollins Publishers.)
Fonte: Collected Poems (HarperCollins Publishers Inc, 1992)
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La prima foto non raffigura Sylvia Plath ma Barbara Laage, un’attrice francese. La foto è del 1946 e SP aveva appena 13 anni.
Barbara Laage
May 1946: French Actress Barbara Laage, alone in her apartment reading. (Photo by Nina Leen/The LIFE Picture Collection via Getty Images)
Ciao Donatella,
grazie per la precisazione e scusaci la svista, correggiamo l’immagine!
A presto, Simona