Oriental Mint (aka Noir Marine) ~ Phaedon
Viviamo tempi incerti. E l’incertezza sembra essere diventata così tanto la cifra distintiva dell’epoca che stiamo attraversando da riguardare, più o meno, tutti gli spicchi in cui può essere divisa la torta della vita quotidiana.
Facciamo un esempio. Siamo all’inizio del mese di luglio dell’anno 2017 e non è nemmeno possibile dire che sia arrivata la bella stagione, perché, dopo un finale di primavera così afoso da farci colare come ghiaccioli in un forno crematorio, il solstizio d’estate, invece di imprimere il suo sigillo sul caldo, ha portato, in alcune parti d’Italia, pioggia, freddo, vento e un brusco calo delle temperature.
Questo clima ballerino porta con sé una domanda, esiziale per l’appassionato di profumi: “Cosa diavolo mi metto?”
La tentazione di porre mano alla sezione “freschi” del proprio parco profumi personale, cozza infatti idealmente con i giorni d’estate novembrina cui stiamo assistendo e se, da un lato, ciò magari ci permette di non abbandonare la confortevole “copertina” rappresentata dai nostri amati ambrati, chypre, cuoiati, legnosi, orientali e via discorrendo, la sensazione di trovarsi davanti un’estate costantemente in preda alla sindrome di Peter Pan è, diciamocelo, psicologicamente molesta.
Noi di Extrait una soluzione a questo dilemma olfattivo l’abbiamo pensata e ci permettiamo di suggerirvela: si tratta di Oriental Mint (aka Noir Marine) di Phaedon, marchio creato dai parigini A.Philippe e M.Stromberg a cui piacque richiamare l’immagine di Fedone d’Elide, lo schiavo manomesso da Socrate che dà il nome al dialogo platonico che racconta gli ultimi istanti del filosofo che sapeva di non sapere e in cui si dibatte intorno all’immortalità dell’anima, e che dal 2013 è passato di proprietà a Pierre Guillaume il quale ne ha arricchito l’offerta e ripensato il packaging.
Perché Oriental Mint è adattissimo per questa stagione così indecisa? Beh, a dirla tutta s’intuisce già dal nome che mette insieme una cosa fresca come la menta con una cosa calda evocata dalla parola “orientale”. A detta di chi vi scrive Oriental Mint potrebbe definirsi, infatti, come una specie di “falso fresco”, perfetto dunque per tutte le false partenze di questa estate quanto meno insincera.
Il profumo fa perno attorno ad una specifica qualità di menta piperita egiziana particolarmente ricca in menthone, un componente naturale delle mente, parente del mentolo e presente, ad esempio, anche nei pelargonium. Non è dunque un caso che tale aspetto venga esaltato in un accordo con del geranio rosato, ma anche spinto ulteriormente dalla nota di pepe bianco. Fin qui la parte da brivido freddo. Si tratta, però, solo di una metà del cielo.
Nell’altra, una distillazione frazionata di legno di cedro, cedro cœur, è responsabile di un effetto poudré che ammorbidisce l’esplosione mentolata dell’apertura e inizia a convertire il volto della fragranza al suo lato orientale che viene portato a compimento dalle note di fondo in cui la stessa assoluta di tabacco nero utilizzata in un’altra interessantissima creazione di Phaedon, Tabac Rouge, e il resinoide di tolu affumicano una base più propriamente ambrata e legnosa ottenuta con Ambroxan e muschi bianchi.
La menta resta palese per tutto il tempo che la fragranza si prende sulla pelle di chi la indossa, ma, procedendo nell’evoluzione, il contrappunto di note olfattive che abbiamo appena descritto aggiunge alla sensazione glaciale che si sente in testa sempre più corpo fino a renderla scura e profonda, quasi scaldandola in un avvincente contrasto sensoriale.
A Pierre Guillaume piace molto la menta. L’aveva già resa protagonista di una fragranza nata sotto il segno di Parfumerie Generale, Harmatan Noir, in cui si mescola con del gelsomino e un accordo di sale al fine di evocare gli effetti di un vento caldo ma secco e che quindi porta ristoro.
Oriental Mint tuttavia si pone in un solco diverso dalle impressioni delicatamente floreali e asciutte che accompagnano la menta di Harmatan Noir, versando piuttosto in quello, più denso, di Geranium pour Monsieur di Editions de Parfums Frederic Malle o di Roadster di Cartier.
Un luogo comune dice che non ci sono più le mezze stagioni. A ben vedere, invece, pare che ne stiamo vivendo una eterna, indecisa e capricciosa.
Tempi così duri vanno affrontati col giusto conforto olfattivo.
Oriental Mint, che è al tempo stesso freddo e piccante, ma anche ambrato con un cenno di talco, costituisce un perfetto passepartout per un’estate ancora in piena crisi d’identità.
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