Oltrenero. Una rosa nell’oscurità del nero di Rajani
Dove c’è molta luce, l’ombra è più nera.
J.W. Goethe
Il nero: più che un colore una summa emotiva-espressiva-proiettiva della psiche sulla materia. “Vedo nero”, “sono nero”, “giornata nera”… Migliaia di frasemi ne utilizzano il nome rubandogli identità per designare tutt’altro; un totale scollamento percettivo del colore dalla sua essenza che lo porta però ad assumere un valore semantico enorme ben al di là del suo mero utilizzo pittorico. Forse per questo Raffaella Tarana, ideatrice nonché Naso di Rajani, ha voluto servirsene riuscendo a caricarlo di un’ulteriore sfumatura che applica la potente forza numenica del nero anche all’ambito olfattivo.

Oltrenero nasce come profumo celebrativo dell’arte concettuale e nella fattispecie di uno dei maggiori esponenti del Tachismo, Pierre Soulages (Rodez, 1919). Artista ora quasi centenario, questi ha dedicato l’intera carriera artistica al rapporto che intercorre tra il colore nero e la luce riflessa su di esso. Narra un curioso aneddoto che all’età di cinque anni disegnò dei tratti neri su un foglio bianco, e quando la sorella gli chiese che cosa rappresentassero lui rispose ”la neve”.
Nel 1979 arriva a quello che in seguito chiamerà l’outrenoir, l’oltrenero: ”un colore al di là del nero, nello stesso tempo colore e non-colore“ come egli stesso lo definì. Dal punto di vista tecnico, per ottenere gli effetti dell’outrenoir Soulages utilizza spatole e pennellesse con cui distende il colore – in olio ma anche acrilico e persino catrame – in grandi campiture lucide, opache, striate, che vengono poi lavorate con strumenti vari (coltelli, raschietti, cucchiai…). In questo modo l’uniforme oscurità del nero si piega al gioco delle sfumature e la luce diventa essa stessa strumento. Luce che nel nero sveglia una vibrazione luminosa; piegando e modellando le ombre parla all’interiorità senza tramiti concettuali.
Oltrenero di Rajani è un profumo che fa della saturazione – intesa in senso tecnico – il suo pregio riuscendo a trasporre una caratteristica pittorica nel regno dell’olfatto. L’incipit è già esemplificativo: l’assoluta di rosa turca campisce con pienezza la pelle sprigionando il proprio turgore con una spatolata lucida e tuttavia fortemente vibrazionale. In un contrasto al contempo intellettivo e liquido la rosa non è rosa ma è nera; suscita emozioni tattili oggettivandosi in una tela cromatica di vellutata scorrevolezza.
La texture della fragranza è densa, compatta, quasi da toccarsi con mano e poterla appoggiare al muro. Come per i tratti neri su foglio bianco usati da Soulages bambino per suscitare in contrasto l’idea di neve, la creatrice ravviva con lucenti punti agrumati/aromatici i petali di tenebra.
Il mandarino plastico, quasi da natura morta, diventa un acuminato scavino mentre la salvia graffiante un astringente raschietto. E qui interviene il patchouli: innalzando a una maggiore potenza i comprimari cedro e pepe rosa rende consapevole il nostro naso di innumerevoli e sottili ombre di variazione, come in un esperimento sotto mescalina alla Aldous Huxley. Emerge un tono scuro ma iridescente in cui si avverte l’accensione di un cauto incenso. Il valore tonale dell’accordo patchouli-assoluta di rosa muta di volta in volta a seconda di come i punti luce agrumati o speziati si sprigionano in rapporto a lui e la nostra pelle.
L’abissale oscurità del nero partorisce un opale acuminato, con gelide rifrazioni rosate che contornano una parete fondale di ambra grigia. In un gioco di giustapposizione, il profumo rivolge il suo sguardo su di noi indagando ben oltre il visibile. In un passo e sprofondiamo nell’oltrenero, dove non ha senso parlare di note o molecole: confortevole appiglio emozionale, il nero del baccello di vaniglia cosparge di delicata dolcezza il fondo.
Ma con Oltrenero la posta in gioco non è solo l’accostamento all’arte; infatti è lanciato dal brand stesso come profumo per uomini che non abbiano timore di perdere in virilità indossando una rosa. Sicuramente la sfida è vinta: la rosa qui diventa un non-fiore, un outrefleur, i cui limiti di genere vengono dispersi in una cornice di forma asessuata.
Volitiva e pervicace, la rosa di Rajani sprigiona un caldo rossore di vita sotto l’ombra trasparente di una struttura severa. Oltre ogni paradigma, oltre le piramidi olfattive, oltre il nero: là sboccia la rosa di Raffaella Tarana.
Piramide olfattiva Oltrenero – Rajani
Note di testa: tangerino, salvia sclarea
Note di cuore: assoluta di rosa turca
Note di fondo: patchouli, incenso, ambra grigia, vaniglia, legno di cedro, pepe rosa
Concentrazione e formato Oltrenero – Rajani
Eau de Parfum – 50 ml
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