O-Fu-Jing. Il fiorito onirico di Rajani
In un mercato in cui il troppo ardire e la creatività portata alla sua massima espressione risultano pratiche rischiose per i fatturati, in un settore in cui si preferisce puntare su fragranze di facile comprensione, che arrivano immediate e catturano in pochi minuti in quanto ricordano nel tema o nella nota che polarizza la piramide un “qualcosa di già sentito”, la nuova fragranza di Rajani, O-Fu-Jing, va etichettata come out, fuori dal coro, anti-tendenza.

Se nelle ultime stagioni l’imperativo per molti compositori è quello di rassicurare i consumer con creazioni che non costringono ad ampliare i propri orizzonti estetico-olfattivi, il brand italiano che ha debuttato a Esxence 2019 pare non pensarla così.
A pochi mese dalla presentazione delle prime quattro fragranze – Oltrenero, Narjis, Goa e Ashanti – che l’hanno portata alla ribalta nel panorama della profumeria internazionale, il Naso di Rajani Raffaella Tarana torna sotto i riflettori con O-Fu-Jing (eau de parfum presentata in coppia con Morocco a Pitti Fragranze 17) confermando il suo talento di creatrice di profumi.

Quella che con le prime quattro creazioni era solo una ipotesi, con O-Fu-Jing si rivela una certezza, la conferma di un’ossessione: Raffaella Tarana ama le sfide e nel loro compimento trova la sua energia creativa. Per O-Fu-Jing, infatti, ha scelto una nota inconsueta, più precisamente la parte oscura e dangerous di un innocente fiore campestre: il papavero.
O-Fu-Jing (veleno nero in Mandarino) è il termine usato nella Shanghai coloniale per indicare l’oppio, sostanza ipnotica che richiama alla memoria un monumento della profumeria contemporanea. La creatrice, però, non percorre il facile sentiero degli orientali opulenti ma sceglie – contro ogni buon senso – una strada più impegnativa, offrendo al suo pubblico un fiorito mai sentito finora, sottilmente ambiguo, un’interpretazione assolutamente fuori da ogni schema della nota “papavero“.

Elegante, ma con un che di promiscuo nel fondo. Inafferrabile, come un filo di (pro)fumo proibito. L’eau de parfum O-Fu-Jing suscita una sensazione di estasi assuefacente senza ricorrere all’aroma dolciastro di essenze peccaminose. Al contrario, spiazza mostrandosi vivace e fresca con un envol dai toni esperidati, prologo di un cuore tutt’altro che innocente in cui s’incontra la nota “papavero” intossicata dalla cremosità onirica di un accordo costituito da osmanto e ylang ylang, ingredienti perfettamente amalgamati fra loro e quindi non distinguibili all’olfatto.
Una volta svelati i passaggi centrali, la fragranza si distende, prendendo un ritmo più lento ed evocando una raffinatezza languida, quasi fuori dal tempo, senza mai diventare pesante o qualcosa di già incontrato in altri profumi. La bellezza di O-Fu-Jing sta proprio in questo, offrire emozioni sconosciute attraverso passaggi olfattivi inediti: un’originalità sottolineata nella formula da convivenze particolari nella formula, come la nota “gin tonic” con l’aldeide cacao, ovvero ebbrezza cristallina e sensualità amaro-fondente.
Il finale proietta le sue ombre tra le venature aromatiche di incenso, ambra grigia, vetiver e benzoino, ingredienti che con la loro alta qualità aromatica garantiscono alla composizione una scia di notevole carisma e un sillage degno dei profumi di una volta. Dedicato agli amanti delle fragranze inusuali, senza distinzione di genere, O-Fu-Jing colpisce per il suo sottile magnetismo e un fascino sussurrato che si imprime nella memoria olfattiva in modo indelebile.
Piramide olfattiva O-Fu-Jing – Rajani
Note di testa: bergamotto, pompelmo, nota “gin tonic”
Note di cuore: nota “papavero”, ylang ylang, osmanto
Note di testa: cacao, benzoino, vetiver, incenso, ambra grigia
Concentrazione e formato O-Fu-Jing – Rajani
Eau de Parfum – 50 ml
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SALVE, Ofujing ho avuto modo di sentirlo a Firenze, mi ci sono avvicinata con molto diffidenza perché le riproduzioni del papavero proposte negli anni scorsi da altre Case le ho trovate agghiaccianti… invece sono rimasta piacevolmente sorpresa. E’ un profumo strano (nel senso positivo del termine), non si lascia inquadrare subito, bisogna “seguirlo” per un po’ per capirlo, ma mi è piaciuto proprio per questo. Sconsiglio vivamente di testarlo dopo Morocco (rosa-dattero) perché scompare letteralmente. Il mo giudizio è più che positivo!
“un sillage degno dei profumi di una volta”
ciao, sapete dirmi quanto dura sulla pelle? Ultimamente non trovo un profumo che mi tenga per più di u’ora, sono disperata.
Ciao Nora, O-Fu-Jing ha un’ottima persistenza sulla pelle ma tutto dipende da che tipo di pelle hai. Se la tua epidermide tende a “mangiarsi” le fragranze, prima di indossare il profumo prova a nutrire i pulse point con una crema fragrance-free.