nu_be in 2001: Odissea nello Spazio (profumato)
Tre milioni di anni fa. Scenari africani abbacinanti e incontaminati, popolati da forme di vita organiche a sangue caldo. Silenzi primordiali rotti dal berciare di animali selvaggi e dai grugniti di australopitechi in lotta per la sopravvivenza. La notte ha il colore dell’inchiostro denso e nero e non c’è anfratto sicuro dove arroccarsi.
L’alba dell’uomo arriva inaspettata nel rosso sfolgorante del cielo cristallino e ha la forma di un enorme monolito, un parallelepipedo perfettamente rettangolare, liscio, nero e compatto. Gli australopitechi urlano, scappano, si disperdono, si ricompattano, si avvicinano, lo sfidano, lo toccano, lo esplorano, lo adorano. Tentativi primigeni di evoluzione.
E’ iniziata l’avventura umana. Il monolito simboleggia la favilla della conoscenza che scalderà, accompagnerà e spingerà l’uomo verso orizzonti sempre più lontani. L’osso impugnato dall’ominide diventa strumento, ma anche arma, a rappresentazione dell’eterno dualismo di ogni azione antropica. L’osso, scagliato in alto, in una delle più famose sequenza della storia del cinema, si trasforma in un’astronave da trasporto passeggeri verso la Luna.
Il viaggio è solo all’inizio. Cominciato nella Gola di Olduvai in Tanzania, il cammino prosegue al di là della Luna, verso Giove e poi ancora più avanti, oltre lo spazio conosciuto. Sempre guidato dal monolito, inafferrabile ed ineffabile mentore, l’uomo sembra giungere al confine del cosmo, trascinato in un vortice lisergico che inghiotte, miscela e metabolizza soli, sistemi stellari, nebulose, pianeti. Un flash di luci stroboscopiche che congela la logica ed espande la mente verso direzioni non lineari. L’universo implode in un luogo onirico che ha la forma conosciuta e raggelante di un stanza illuminata da un bagliore candido, una sorta di utero dove la sembianza umana invecchia e muore per dare alla luce il nuovo Uomo pronto ad affrontare il nuovo Viaggio.
L’evoluzione umana secondo il maestro Stanley Kubrick.
L’uomo nasce ed è parte della Terra. Respira la sua aria, si scalda al suo fuoco, si nutre dei frutti del suo terreno, si disseta con la sua acqua. Il corpo è fatto delle stesse sostanze di ciò che lo circonda. Così come la Terra è parte della Via Lattea, che a sua volta è parte del Cosmo, l’abisso immenso dove infiniti mondi galleggiano. Ma ovunque guardiamo, ovunque andiamo, ovunque sogniamo, ovunque proietteremo il nostro futuro e la nostra evoluzione, la sostanza non muta: siamo fatti della materia delle stelle. E dei suoi elementi.
Quindi che odore potrebbe avere l’Odissea di Kubrick? Ci sono cinque profumi che sembrano raccontare questo universo: H (Idrogeno), He (Elio), O (Ossigeno), C (Carbonio), i quattro elementi più diffusi sulla terra e Li (Litio), il più leggero dei metalli.
E questo concept che racchiude ed elabora gli elementi primari è proprio di un brand della profumeria di nicchia, tutto italiano: nu_be.
Già il nome stesso rimanda a scenari cosmici, eterei e allo stesso tempo originari, che vanno oltre la superficie della materia.
nu_be è la prima collezione di fragranze create da una giovane casa produttrice di Parma, la Fluid Ounce, il cui nome fa riferimento all’unità di volume (abbreviato in fl.oz.) che si trova sui flaconi di profumo. Con un progetto ambizioso e ben strutturato, Fluidounce si è rivolta ad alcuni dei nasi più interessanti e discussi del momento per costruire un percorso olfattivo innovativo ed inedito.
HYDROGEN (naso Antoine Lie): verde, chiaro, pulito e fresco come una cascata di acqua cristallina che scorre sulla pelle. Note muschiate equilibrate da luminosi tocchi agrumati e fruttati che sfumano in un delicato accordo di gelsomino. E’ il profumo dell’acqua primordiale che dà vita alla foresta pluviale.
HELIUM (naso Sylvie Fischer): un prezioso bouquet di fiori avvolti in un merletto dorato. Iris e rosa controbilanciati da patchouli, legni e tabacco per un effetto rasserenante. Da respirare quando l’anima ha bisogno di quiete. E’ il profumo dell’aria che trasporta gli odori dei fiori e che ti eleva agli strati più alti dell’etere.
LITHIUM (naso Nicolas Bonneville): l’intensità del bosco notturno dopo una giornata di caldo torrido. L’energia trattenuta e protetta dall’aggressione del sole che si sprigionata dai legni, dai muschi e dai fiori. Una fragranza che ti coglie all’improvviso. Zafferano che sferza, rosa che ammalia. E’ il profumo della terra viva che accoglie, assimila e trasforma.
CARBON (naso Françoise Caron): un profumo mutante. Per capirlo occorre aspettare. Prima è un vento freddo di zenzero, cardamomo e pepe, poi si scalda e si completa con la sensualità dell’iris, delle resine e del sandalo. E’ il profumo della giovinezza impaziente che con l’andare degli anni si trasforma nella consapevolezza dorata della maturità.
OXYGEN (naso Antoine Lie): l’aria elettrica prima di un temporale. Ozono secco, pétillant. Ti circonda, graffia, scappa via. Verde come il muschio, verde come il vetiver. Pizzica come il pepe e lo zafferano poi si acquieta, ma non riesci ad afferrarlo. Asciutto come le lingue di fuoco che si elevano, che si espandono e poi sembrano scomparire nell’aria deformata dal calore.
Se parliamo del concept nu_be non possiamo non soffermarci sull’originale packaging dei flaconi: la bottiglia è minimale e pulita, racchiusia in una sorta di guscio in polistirolo che ricorda il monolito di kubrickiana memoria e ha il colore grigio della pietra e del metallo. Occorre rompere il guscio per estrarre il flacone, come se occorresse appunto spaccare la superficie delle apparenze per comprendere le fragranze.
nu_be cerca di combinare idee, design e approcci olfattivi diversi nella realizzazione di un’opera corale che però mantiene ben riconoscibili le personalità dei singoli “nasi”. Un vero e proprio concept che colloca nu_be tra le più intriganti novità della profumeria artistica internazionale.
Riferimenti:
2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey) è un film del maestro Stanley Kubrick del 1968 ispirato al racconto di Arthur C. Clarke La sentinella. Considerato uno dei più importanti film della storia del cinema, 2001 è una perfetta miscela di effetti speciali, verosimiglianza, rigore e filosofia che gli permette di mantenere anche oggi, dopo quarantacinque anni, un fascino inalterato. Vincitore di un Oscar, dal 1991 è nella lista dei film conservati presso il National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
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Complimenti, questa rubrica “profumo-cinematografica” è un modo originale di parlare di profumi, anche se per questa pellicola avrei scelto l’Odeur de Lune di Cire Trudon.