Noblige ~ Laboratorio Olfattivo (Perfume Review)
noblesse oblige ‹noblès oblìiˇ∫› (fr. «nobiltà comporta obblighi»). – Motto proverbiale, attribuito al duca P.-M.-G. de Lévis in quanto si legge nella sua raccolta (1808) di Maximes et réflexions sur différents sujets de morale et de politique (ma il concetto era già stato espresso da altri); si ripete spesso per indicare i doveri che i titoli di nobiltà impongono a chi li possiede, e, in senso più ampio, i doveri di comportamento che ogni uomo sente come derivanti dal proprio stato sociale e dall’opinione di cui gode o ch’egli ha di sé stesso. [cit. Treccani]
L’originario significato del termine noblesse oblige, inteso come obbligo morale di assumere un comportamento tanto più responsabile ed eticamente corretto quanto più elevato è il potere e il ruolo rivestito socialmente, nel linguaggio comune si è gradualmente spostato verso una più generale e condivisibile esortazione a tenere sempre e comunque una condotta esemplare, al di sopra degli standard minimi di decenza, scollegandosi da situazioni di privilegio sociale e nobiliare per diventare un motto universalmente valido.
Questa opportuna e attualissima democratizzazione è stata pienamente colta da Laboratorio Olfattivo, un brand giovane che non vanta quarti di nobiltà e secolari tradizioni nel campo della profumeria artistica o sette generazioni di nasi in famiglia, ma che dalla sua comparsa sul mercato (nel 2010) ad oggi si è contraddistinto per la realizzazione di fragranze belle ed eleganti, affidate alla sensibilità e al talento di importanti nasi del panorama internazionale.
Tra le 11 proposte attualmente a catalogo ve n’è una in particolare il cui nome è proprio la contrazione del motto stesso: si tratta di Noblige, interpretazione della classica colonia floreale/esperidata secondo la sensibilità del naso francese Marie Duchêne, autrice di altre tre fragranze di casa (Alkemi, Cozumel e Rosamunda) e nota per la sua prolifica collaborazione con un altro bel marchio di profumeria artistica italiana, Nobile 1942 (suoi i Vespri Esperidati, il Ponte Vecchio, il Patchouli Nobile, l’Anonimo Veneziano e tanti altri).
Lanciata nel maggio 2012 e perfettamente in sintonia con l’attuale ritorno in auge della colonia cui abbiamo assistito in occasione dell’ultima edizione di Esxence (che ha visto il lancio di interpretazioni sul tema da parte di Etàt Libre d’Orange, Jul et Mad e Jardin de France, tra gli altri), Noblige apre con una testa agrumata e fresca composta da un accordo di limone, bergamotto e lavandin. Quest’ultimo, un olio essenziale ricavato dalla varietà Lavandula Intermedia anziché dalla più consueta Lavandula Angustifolia è spesso ritenuto, in parte a torto, una variante povera della classica essenza di lavanda. Rispetto a quest’ultima, la Intermedia ha sì una resa in estrazione molto maggiore (dallo stesso peso in fiori se ne ricava un quantitativo triplo di olio essenziale), ma è caratterizzata anche da una più alta concentrazione di canfora che le da un tono più medicinale e rinfrescante.
Il lavandin conduce al cuore fiorito di lavanda, neroli e iris, sorretto dal sentore muschiato di semi di ambretta, per dare il via alla fase più originale ed elegante della fragranza, poiché l’iris rivela un cotè talcato e gentile, punteggiato appena da toni verdi e leggermente metallici. Qui, nonostante la presenza fresca e luminosa del neroli, il jus si allontana progressivamente dal tema della colonia esperidata e assume un aspetto dapprima poudré, molto elegante e discreto, poi più morbido e sensuale via via che si scende verso un fondo di vaniglia e fava tonka, adornate di legno d’iris e muschio bianco, fondo che a onor del vero si percepisce lieve e per un tempo forse troppo breve.
Un’evoluzione lungo la piramide olfattiva tutta giocata sul filo di un’eleganza accurata, sussurrata e non ostentata, dall’esordio fresco e stimolante al cuore sofisticato, fino a una coda calda e suadente, con l’unica pecca, forse inevitabile vista l’abbondanza di note molto volatili, di una durata molto limitata nonostante si tratti di una eau de parfum con una concentrazione dichiarata del 15%. Ma a questo si porrà facilmente rimedio tenendo discretamente in tasca o in borsa un piccolo travel atomizer per rinnovate aspersioni, magari lontano da sguardi indiscreti e senza atteggiamenti plateali, perché anche nei piccoli gesti vale la regola del “noblesse oblige”.
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Confesso che non è il profumo di LO che mi entusiasma di più. Apprezzo il fondo talcato che trovo davvero molto bello, soffice ed equilibrato, ma prima di arrivarci mi tocca sorbirmi tutto il passaggio della colonia… e io non sono una fraiche.
Il mio LO preferito è senza dubbio Alambar, una bellissima ambra riscaldata dal cacao e accesa dalla cannella, avvolgente e non asciutta, “cremosa” e profonda, bisognosa di rinforzo dopo circa due ore dalla prima aspersione…Confesso però di non avere ancora provato Kashnoir, l’ultimo nato…Dovrò presto porre rimedio, amando molto gli orientali legnosi smoky elegantemente ipnotici…:-)