Nirmal (Laboratorio Olfattivo) incontra Un indovino mi disse (Tiziano Terzani)
Ogni posto è una miniera. Basta lasciarsi andare. Darsi tempo, stare seduti in una casa da tè a osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l’amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare.
(Tratto da “Un indovino mi disse” di Tiziano Terzani)
Il deviatoio è un dispositivo che congiunge due o più binari permettendo di modificarne la direzione della corsa. Da sempre azionati a mano, nel 1924 vide la luce a Sestri Levante il primo apparato centrale elettrico che permise l’esistenza dei deviatoi ad azionamento elettromeccanico. Il legame tra causa ed effetto è evidente: senza la forza muscolare il deviatoio non si azionava, senza la centrale elettrica non sarebbe potuto divenire automatico, senza deviatoio sarebbe impossibile cambiare la corsa di un treno, destinato ad una insensata linea pressoché retta. Sintetizzando all’estremo la definizione di deviatoio potremmo scrivere: congiunzioni che generano deviazioni.
Fu proprio una congiunzione imprevista quella che fece scoprire, nel 1976, a Tiziano Terzani il presagio che lo avrebbe accolto per tutto il 1993 e che diverrà nel 1995 il motore del bestseller “Un indovino mi disse” che fece conoscere al mondo le brillanti doti di scrittore del noto giornalista.
“Attento! Nel 1993 corri il gran rischio di morire. In quell’anno non volare. Non volare mai”, m’aveva detto un indovino.
Una congiunzione che impartì una fortunata deviazione ai binari della sua vita!
La profezia era la scusa. La verità è che uno a cinquantacinque anni ha una gran voglia di aggiungere un pizzico di poesia alla propria vita, di guardare al mondo con occhi nuovi, di rileggere i classici, di riscoprire il sole che sorge, che in cielo c’è la luna e che il tempo non è solo scandito dagli orologi. Questa era la mia occasione e non potevo lasciarmela scappare.
E così, un Terzani ancora inquieto, forse depresso dalla routine viaggio-articolo-foto-viaggio, decide di ascoltare la profezia e, per un anno intero, spostarsi solo con mezzi terracquei. Il Der Spiegel, per il quale lavora, lo appoggia e così Terzani compie il primo passo di quel cammino che davvero gli cambierà la vita e il modo di vedere e percepire.
Quella che pareva una maledizione s’è dimostrata una vera benedizione. (…) il ritmo delle mie giornate è completamente cambiato, le distanze hanno ripreso il loro valore e ho ritrovato nel viaggiare il vecchio gusto di scoperta e di avventura.
Nonostante le difficoltà, Tiziano Terzani viaggerà in lungo e in largo, incontrando l’umanità più varia e storie in equilibrio tra “il mondo di qua e il mondo di là” che, come un deviatoio magico, lo ripuliranno da quel cinismo da giornalista disincantato, per connetterlo con la parte più intima di sé stesso. Una lama di luce chiara taglierà, nei chilometri percorsi, la corazza ingrigita dell’uomo che troppe brutture ha dovuto vedere.
E così, un indovino nel 1976 regalerà all’uomo del 1993 l’immensa occasione di prendersi del tempo, di riscoprire ciò che spesso sfuggiva nel rollio violento degli aerei presi. E’ un viaggio profondo percorso con lieve serenità. La stessa che nel 2010 verrà infusa in Nirmal di Laboratorio Olfattivo ad opera di Rosine Courage.
Indossare questa eau de parfum significa donarsi il tempo della serenità, dove non c’è spazio per gli eccessi, ma per un viaggiare lento attraverso una piramide olfattiva lineare e pulita che ad ogni sua evoluzione regala quiete e purezza.
Nirmal in hindi significa appunto “puro, immacolato” e Rosine Courage riesce appieno nell’intento di riportare in note odorose questa sensazione di pacifica levità.
In qualche modo l’aver incominciato a interessarmi all’aspetto meno solito delle cose mi faceva notare tutto ciò che in altri tempi mi sarebbe sfuggito.
Composizione insolita, Nirmal potrebbe sembrare quasi un anti-profumo, tanto è lontano da strutture complesse e sfaccettate, in realtà i suoi effluvi hanno la forza di adagiare sulla nostra pelle la calma degli spazi aperti e sereni. L’apertura terrosa dei semi di carota sembra portarci verso una composizione asciutta, ma è solo un miraggio veloce che subito si trasforma in un rotolare elegante verso il cuore della fragranza.
L’energia divertita della carota, infatti, si lega quasi subito con le note più polverose della violetta, facendo scivolare la composizione verso la sua vera identità. Nirmal è una carezza del cuore, è un invito a viaggiare lentamente per godere appieno della sua anima poudrée.
La violetta qui richiama sentori molto lontani di rossetto, come un ricordo d’infanzia stemperato e distante, con note rotonde liberate di una certa pesantezza vintage dagli ultimi accenni dei semi di carota.
Poi i sentori di violetta raggiungono una nuova deviazione e un nuovo binario accende il cuore di Nirmal. Rizomi di iris dolci e impalpabili si uniscono alle note di cuore e danno corpo ad un abbraccio che è poesia pura. Tutto è sereno, placido e lento. Una beatitudine che si fonde piano con la pelle come un unguento prezioso che trae forza e spessore nell’incontro col calore di chi lo indossa. Nirmal custodisce il genius loci della serenità nell’immagine di un volto sorridente fatto profumo.
La catena di causa effetto che lega le vicende umane è senza fine e per questo ogni fatto resta senza una vera spiegazione.
Ma la sua traccia resta, come la scia delicata di un profumo bianco. Difficile decifrarne le note, resta però l’emozione, indelebile come un sorriso capace di deviare il corso del cammino.
E il cammino di questa creazione immacolata porta verso note di fondo scaldate da ambra e un “accordo daim” in magnifico equilibrio grazie al legno di cedro che conferisce profondità e prospettiva. E’ un finale che mantiene la delicatezza della fragranza, spostandola appena verso una sensazione di tenerezza soffice delicatamente zuccherina, ma non stucchevole.
Ancora una volta Laboratorio Olfattivo non manca di stupire, regalandoci una composizione che, sin dal suo primo ingresso in commercio, segnò la strada per composizioni capaci di trasmettere positività, senza bisogno di sovradosaggi o accordi troppo spinti.
Un jus strutturato con coerenza che mantiene ciò che promette e la concentrazione al 13% è in grado di rendere evidente ogni mutamento fino al dry down. Il sillage è misurato, non troppo invadente, ma capace di propagare nell’aria la stessa sensazione benefica che prova chi indossa la fragranza. Probabilmente chi avvertirà Nirmal nell’aria non sarà in grado di riconoscerlo coscientemente, ma verrà pervaso da un senso di benessere così profondo che qualcosa in lui si risveglierà e prenderà la forma di un quieto sorriso.
I sentori puri e luminosi di Nirmal, il potente effetto dei suoi effluvi quando si posano sulla nostra pelle sono cartoline olfattive che ricordano il bianco delle vesti di Terzani, il suo viaggio pellegrino, la nostra scoperta di serenità e l’intrepido decidere di far prendere una nuova direzione al binario della nostra vita.
Come i piccoli frammenti di un caleidoscopio odoroso, la vita muta aspetto a seconda delle strade che si scelgono di intraprendere. E muta anche lo scenario del proprio destino.
E io? Dove vado, io? Che cosa mi invento ora che non ho più da evitare gli aerei? Certo, un’altra buona occasione si ripresenterà. La vita ne è piena.
E per voi? Qual è la vostra buona occasione?
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mamma mia che fantastica descrizione! viene voglia di prendersi anche solo un giorno (un’ora?) tutta per se’ e rilassarsi accompagnata dalle note di Nirmal.