Narcotico. Il parfum che apre il Ciclo della Mistica di Meo Fusciuni
Ogni cosa torna al suo posto, tutti i segni della vita, ogni profumo torna alla sua memoria.
Si siede sempre sugli scalini di granito bianco, sono consunti dai suoi passaggi, ma non entra mai. Non l’ho mai visto oltrepassare la soglia della chiesa, ma chissà, forse ero distratto. Resta lì per lungo tempo e ascolta. Ascoltiamo insieme, solo che io lo faccio da molto più tempo, i passi pesanti degli uomini per la messa della domenica, quelli incerti degli anziani, quelli frettolosi delle donne e quelli scomposti e rumorosi dei bambini, per i quali il rito si compie in ogni attimo, in ogni incontro.
Se ti concentri bene, riesci a sentire i rumori del mare in lontananza, delle auto, dei passanti distratti. Se ti lasci avvicinare da questa musica vitale, il vociare della quotidianità si mescola con le litanie attutite della preghiera. E’ un bel posto, questo, dove la vita arriva a me. E’ un uomo pacifico, i movimenti pacati mi rendono difficile dargli un’età. Resta lì, sembriamo quasi fatti della stessa materia. Poi però chiude gli occhi e ricompone il paesaggio con l’olfatto, io questo non lo posso fare, lui sì.
Leva appena il volto, uno spostamento impercettibile della testa e la sua coscienza si sposta verso l’esperienza olfattiva. Non so cosa possa sentire, ma di certo raccoglie gli odori di quell’intensità che io posso cogliere solo con lo sguardo. Sono un piccolo angelo caduto, nella caduta ho perso il naso e le ali, ma ogni mio centimetro è fatto dei ricordi di tutti gli uomini che ho potuto vedere da questa facciata di chiesa, perennemente accecata dal sole caldo di Palermo. Cosa sono i ricordi, in fondo, se non la sostanza dei nostri giorni, lo scheletro del presente.
Ricordo l’odore lontano, l’opaca voce della mia vita.
Se potessi parlare, chiederei a quell’uomo cosa sente attraverso le narici, chiederei il suo nome.
Se il piccolo angelo caduto potesse, parlerebbe con un maestro profumiere, che ha fatto della ricerca olfattiva un tutt’uno con l’evoluzione della propria vita. Conoscerebbe un uomo umile e coraggioso che ha nome Giuseppe Imprezzabile, dai più conosciuto come Meo Fusciuni.
Sugli scalini della chiesa, l’odore caldo dei sentimenti umani era narcotico odore.
Racconta così, Meo Fusciuni, del suo nuovo lavoro ispirato all’ancestrale rapporto dell’uomo con il sacro. E Narcotico è proprio il nome che porta il primo parfum, che apre la trilogia della mistica, e alla quale seguiranno altre due creazioni sulle quali è calato il più stretto riserbo.
Venite, entrate, sedetevi. Questo è il profumo che racconta un momento della mia vita, quella di un visionario. E’ un viaggio, ascoltando il suono dell’odore e l’odore della parola.
Meo Fusciuni ci ha abituati a composizioni complesse che richiedono un tempo di comprensione, profumi che sono riflessioni olfattive sulla vita e sul suo senso. Narcotico è un profumo al quale va dato il tempo di scendere negli spazi inconsci e di fondersi con la pelle, perché esso dispieghi il suo potere e trasporti in un viaggio a ritroso nei ricordi che compongono la vita di ognuno di noi. Non è, però, un semplice viaggio nostalgico, tutt’altro, è un viaggio a ritroso per poter affrontare il futuro, coscienti del fatto che ciò che siamo oggi è il frutto di ogni singolo istante vissuto. In questo risiede il senso della sacralità per Meo Fusciuni: nella pasoliniana sacralità della carne e in quella del rito quotidiano sospeso e lineare, quasi meccanico e per questo sussurrato nella sua incisività.
I piccoli gesti della normalità che difficilmente diventano ricordi coscienti, ma che si imprimono in noi, nutrendo i nostri pensieri e le nostre scelte. E tale sacralità del quotidiano si riflette in ogni attimo, anche nella scelta di confezionare a mano, in scatole indaco ispirate ad un colore visto nelle metropolitane di New York, ogni singolo flacone di profumo, come Meo fa.
Narcotico è un equilibrismo tra terra profonda e altissimo cielo, una composizione priva di fiori dove le resine giocano un ruolo fondamentale. Narcotico è voler vivere queste sensazioni di ascesa umana verso il sacro. E’ uno stordimento, all’inizio, che si apre con una dose massiccia di incenso che ha il potere di risucchiare il corpo indietro nel tempo, in uno spazio sospeso tra il presente e il ricordo, un limbo tremulo dove “Ricordo l’odore lontano, l’opaca voce della mia vita”.
L’apertura forte e tenace, quasi acre, lascia poi il posto ad un cuore di benzoino e fava tonka che, addolcendo la composizione, permettono di scendere ancora più in profondità e di vedere con chiarezza la pura sacralità dell’uomo, poiché solo l’imperfezione umana può spingere verso la ricerca dell’ascesa. La concentrazione delle materie prime si sviluppa su pelle come cristalli purissimi di memoria, dai sentori dolci e leggermente polverosi, come vecchie cose estratte da una grande valigia.
Ritroviamo la ricerca personale di Meo, la sua Palermo con le chiese che sembrano sgretolarsi in milioni di granelli di sabbia, ma anche le chiese gotiche di New York con le note dell’organo che salgono nel silenzio impregnato d’incenso. Attraverso Narcotico, Meo, ci chiede di parlare con lui, creando un profumo straordinariamente mutevole, che si fonde con chi lo indossa e che con esso diventa altro: il ricordo di Meo che dialoga con i nostri personali ricordi. La calma soffusa si accende nelle note di fondo, dove troviamo il legame con la terra attraverso uno splendido accordo di patchouli e agarwood e infine l’abbraccio sussurrato, luminoso e lievemente talcato di vaniglia e muschio.
Narcotico è stato l’odore delle stanze vuote della memoria, in silenzio, ad ascoltare l’odore, tutto il resto è favola che lambisce i nostri sensi.
Ancora una volta Meo Fusciuni ha saputo tradurre in note olfattive straordinarie riflessioni di spiazzante profondità, avvicinandosi all’arte con la levità del poeta per donarci una composizione complessa, mutevole, dall’eccezionale durata, che sa parlare al cuore e all’anima profonda di ognuno di noi.
Narcotico sarà presentato in anteprima a Milano in occasione del White Show, dal 20 al 22 settembre, seguirà poi il lancio ufficiale nella splendida cornice del Louvre di Parigi, dal 26 al 29, durante la settimana della moda parigina. Il ciclo si chiude il 4 ottobre a Palermo per l’appuntamento più importante e più atteso, per il quale Narcotico torna là dove è nato, accanto alle icone ispiratrici e alle chiese palermitane. A ospitare l’evento la Galleria d’Arte Francesco Pantaleone nel cuore di Palermo.
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Il nome è bellissimo, la concentrazione e la compo modulata su note basse mi danno l’idea di un profumo strong. I profumi di Fusciuni all’inizio sembrano complicati, poi cominciano a viaggiare e arrivano dritti al cuore, li capisci solo dopo che ti sono entrati dentro. Sono sicura che sarà così anche con Narcotico.
Stupendo, spero sia emozionante come Luce. Non vedo l’ora di sentirlo…
OMG già so che sarà la mia prossima droga.
narcotico ha tutte le note in regola per farsi amare. Anche questa volta una formula molto corta e tutta proiettata sul fondo. Mi piace molto l’idea di far volare un angelo con le ali spezzate attraverso le volute ascensionali dell’incenso. Meo si conferma un poeta della mouillette, bravo!
Ciao, dove posso sentirlo e quando arriverà in profumeria?
Ciao Eleonora,
Narcotico sarà presentato domani al White, lo troverai in profumeria per i primi di ottobre, manca poco, ancora un po’ di pazienza ; )
A presto
s.
Ciao Eleonora :-) So con certezza che il 15 ottobre arriverà a Roma…Promette di essere un incenso incantevole, attira molto anche me…
L’ho snasato al White, questo profumo è un trip! All’inizio è molto chiuso, non si lascia decifrare facilmente ma quando prende quota diventa un magnete, non ci toglieresti via il naso per quante cose ti racconta, non è un profumo facile e non piacerà a tutti. Non so se lo comprerò però Fusciuni ha fatto un buon lavoro.
IT. Senza dubbio qui si tratta di una fragranza puramente maschile. Se esistesse una donna che avrebbe il coraggio ad indossarlo, l’impressione che abbia messo una camicia del suo fidanzato la seguirebbe comunque. Secondo me questo profumo segna una via d’uscita dalla crisi artistica per il suo creatore Giuseppe Imprezzabile che, dopo un fallimento con “Luce”, apparentemente abbia cominciato a pensare ad un cambiamento nella carriera verso qualcosa meno rischioso. Torniamo quindi al profumo: l’incenso in cima della piramide olfattiva vi riporta in una delle vecchie chiese in una piccola cittadina del sud Italia. Poi, fava tonka e benzoino – un misto allucinogeno, insieme con l’incenso creano dei sentimenti contrastanti, come se l’autore sia all’incrocio tra lo spirituale ed il crollo nell’inferno della droga. Tuttavia, come sempre succede nelle favole, dove il bene trionfa sul male: la base olfattiva vi lascia una dolcezza della vaniglia e ricca-legnosa di Oud, mescolata con patchouli. Il muschio crea l’atmosfera di sessualità, che suggerisce la vittoria sulla depressione e, si spera, una nuova strada verso le creazioni ancora più belle firmate “Meo Fusciuni”. Spero che mi sia riuscito descrivere questa fragranza e l’idea dietro la sua creazione, o forse vale la pena di smettere con le descrizioni del profumo, ma esprimere il sentimento che quest’ultimo crea nell’anima, cioè: “Narcotico – è una droga da provare”.