Myrrh Casati ~ Maison Mona di Orio. Un notturno balsamico modellato su un’opera d’arte vivente
“Bisogna fare la propria vita, come si fa un’opera d’arte” – Gabriele D’Annunzio
Chioma color d’incendio, sguardo bistrato, pelle diafana e labbra rosso fuoco. Passeggiando per la Venezia di inizio ‘900 l’avremmo vista camminare nuda scortata da un ghepardo per amico. Con il suo fascino divino e tenebroso avrebbe sedotto anche noi quasi impossibili da stupire, abituati a convivere con qualsiasi forma di eccesso e provocazione. Ma come competere con tale routine fatta di eccentricità?
Stravagante, ribelle, fatale, disinibita, ipnotica: Lei, la Marchesa Luisa Casati, colta mecenate di arti e della sua stessa esistenza, una dandy al femminile che con le sue folli, faraoniche e trasgressive feste stregò il gotha di artisti e nobili dell’epoca. Ritratta da Boldini, carpita come musa da Man Ray e Coco Chanel, fu amante scandalosa del Vate, nonché protagonista dei versi del celebre Il Piacere; Kore, la chiamava lui nell’intimità, come la regina degli Inferi. “Voglio essere un’opera d’arte vivente”, diceva agli amici.
Lei, sfarzosa aristocratica che sovvertì le regole dell’eleganza sobria fin de siecle, è diventata nel 2014 ispirazione e percorso di ricerca per la creazione di Myrrh Casati, primo opus della collezione Monogram della Maison Mona di Orio, prima fragranza affidata a un Naso esterno, Melanie Leroux, dopo la tremenda scomparsa di Mona nel 2011: è così che l’art director Jeroen Oude Sogtoen riparte, onorando l’eredità di questo talento del panorama della profumeria di lusso, prodigiosa allieva del più importante compositore di sempre, Edmond Roudnitska, che col suo sperimentale e complesso approcio alla profumeria artistica fa ancora scuola.
Una creazione oscura che si lascia attraversare da un raggio di luce: da indossare come un prisma che rifletta sempre il volto della trasgressione, quella senza tempo, per comunicare ardore, acume, consapevolezza. Complesso e ben bilanciato nel suo chiaroscuro-style, firma di qualità di Maison Mona di Orio, Myrrh Casati è un notturno balsamico, un’emozione che accorda la rotondità di calde note resinose a un’anima smoky, quasi virile, di legni affumicati e incenso; un sali-scendi di accenti esotici e sfumature terrose rimandano verosimilmente alle passione per costumi e odori di terre lontane che la Marchesa tanto amava.
L’avvio è energico e seducente: un concentrato aromatico di piperite bacche peruviane e di pepe rosa accelerano verso l’impronta pungente e fresca del cardamomo che incontra una ventata calda e sapida di zafferano; una pausa terrosa ed erbacea di liquirizia e si arriva dritti al centro caldo e suadente di questa fragranza: un cuore che essuda una mirra scura, misteriosa, che sconfina in balsamiche note di benzoino del Siam e notturno patchouli. È la scia fumosa di legno di guaiaco e l’evanescenza mistica dell’incenso somalo ad avvolgere la figura di un’aura inebriante, provocatoria e fuori dagli schemi: una piramide modellata sulle movenze di un personaggio iconico, magnetico e sensuale come quelle notti cariche di mistero, dolce e pepata come il retroscena di una femminilità unica.
Myrrh Casati è un emozionante e maestoso ritratto di questa dark lady la quale sete di vita affascinò chiunque la circondava. Di Lei si parlava come fosse un profumo pervadere l’aria: “Non si trattava più di piacere o non piacere, o tantomeno di stupire. Si trattava di sbalordire” – Jean Cocteau
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