Miller et Bertaux, un trip chiamato profumo (Video)
Francis Miller e Patrick Bertaux hanno l’aria di chi ha vissuto tanto, viaggiato tanto, visto tanto. Hanno i capelli bianchi e il viso solcato da rughe, ma nei loro occhi si può ancora scorgere lo sguardo sognante e curioso di chi, nonostante le tante primavere trascorse, continua a vivere la vita come un’immensa avventura e a stupirsi davanti alla bellezza del mondo. Per Extrait e gli appassionati di profumi di nicchia, Miller e Bertaux sono una vecchia conoscenza, esponevano già alla prima edizione di Pitti Fragranze, nel lontano 2003, quando definire una certa profumeria “artistica” aveva ancora senso e la lista dei marchi esposti in fiera non superava la trentina. Insomma, quando la nicchia era ancora di nicchia. Eppure, nonostante il passare degli anni, il proliferare di nuovi marchi e una produzione centellinata al massimo, a differenza di altri, i loro profumi non sono mai finiti nel dimenticatoio, né invecchiati.
“La storia di Miller et Bertaux nasce con l’apertura della boutique a Parigi nel 1985 – racconta Patrick Bertaux nell’intervista rilasciata durante l’ultimo White Beauty – In principio non c’era niente di definito, se non il nostro desiderio di creare moda. Molto tempo dopo è arrivato il profumo, come una conseguenza naturale del nostro percorso creativo, un passaggio quasi scontato dato che siamo francesi e la profumeria è sempre stata in stretta relazione con l’haute couture”.
Creatori di abiti e accessori, compositori di universi liquidi, artigiani di emozioni… qual è il mestiere di Miller e Bertaux è quasi impossibile da capire, se non varcando la soglia dell’omonima boutique nel Marais, uno spazio quasi magico che raccoglie profumi, accessori, oggetti di design arrivati da ogni angolo del mondo e collezioni di abiti disegnati dal duo francese e realizzati da sartine che tagliano e cuciono nel retrobottega. Pochi pezzi per poche clienti, che sanno ancora apprezzare un taglio in sbieco che cade perfettamente o un orlo roulè fatto a mano.
Miller e Bertaux non sono personaggi che amano stare sotto i riflettori, rilasciare interviste, fare business, né smaniano per diventare famosi. Preferiscono stare in disparte. Il motivo non è un certo snobismo che verrebbe naturale attribuire a due francesi, ma perché sono occupati a fare quello che amano fare di più al mondo, ossia viaggiare, esplorarando luoghi lontani e sconosciuti. E’ così che nutrono la creatività e nascono i loro profumi, “il risultato di quello che noi abbiamo visto, vissuto, metabolizzato durante i nostri viaggi” come amano definirli, itinerari evanescenti in cui sono custodite esperienze, emozioni, visioni raccolte on the road.
“Quando viaggi ti senti libero e questa condizione è perfetta per creare”, confessa Patrick Bertaux.
“Abbiamo iniziato con l’idea di tre profumi che si potevano indossare insieme o separatamente – racconta Francis Miller – L’idea era quella di poter profumare le differenti parti del corpo, per creare un effetto patchwork di note fiorite, speziate o legnose sulla pelle”.
Miller e Bertaux si affacciano nel mondo del profumo nel 2003 con (for you)/parfum trouvé #1 (un legno di rosa riscaldato da fiori esotici, petali sensuali e cortecce ambrate) e Spiritus/land #2 (legni spirituali punteggiati da spezie brucianti e rose antiche). Il loro debutto non passa inosservato per i forti contrasti che connotano la collezione: i jus si rivelano, al primo sospiro, ricchi di sfumature, pieni di volume, traboccanti intensità, mentre il packaging ha un design quasi zen e le bottiglie sono spoglie di qualsiasi decoro lezioso, eccetto che per una biglia di vetro colorato che naviga nel liquido della fragranza e un pezzetto di legno annodato al fiocco della confezione. “Amiamo molto i legni, ogni nostro profumo è accompagnato da un frammento di albero”, dice Francis Miller.
“Ogni volta che creiamo un profumo stiamo attenti che sia coerente con l’universo Miller et Bertaux – dice Patrick Bertaux – Oltre al jus, il colore della scatola, il fiocco, il nome del profumo sono tutti dettagli che curiamo personalmente e non lasciamo al caso”.
Ecco, i nomi dei loro profumi non sono mai scontati, ma giochi di parole, alcune volte invocazioni religiose e mantra, che suonano come un invito a tuffarsi nel cuore della fragranza, come Green, Green, Green and Green #3 del 2005, un’intossicazione di note verdi e fiorite che evocano una passeggiata notturna per i vicoli di Saint Tropez, e Close Your Eyes and… (aka Bois de Gaïac et Poire, aka Ref. 015 813) del 2006, un profumo orientale, voluttuoso e complesso (contiene oltre 40 ingredienti) che accende rose speziate, gelsomini e hibiscus su una brace di legni indiani. L’india, la terra dei profumi è fonte di grande ispirazione per Miller e Bertaux che di ritorno da un viaggio, nel 2008, le dedicano due fragranze, A Quiet Morning e Shanti Shanti, la prima composta con gli odori dell’India più sincera e affascinante, il riso basmati, lo zafferano e i sentori vocianti e pungenti che trasudano dai mercati mattutini di Bombay; la seconda è un inno alla gioia liquido che mima il gesto tipicamente orientale di lanciare petali di rosa in aria come auspicio di buona fortuna e felicità. Ogni profumo di Miller et Bertaux è un trip. Anche il meditativo Om (sottotitolo inspire… and smile…), che si intitola con la sillaba mantra pronunciata nella liturgia buddista, prende vita a Bali da un baccello di vaniglia autoctona e legni liturgici, mentre la loro ultima creazione Oh, ooOoh …oh (mist, wind, wood and guitar) solca le pianure della California rinfrescate dall’odore dell’oceano, inseguendo un cowboy che odora di gin-tonic, prateria e legni secolari.
Il mondo Miller et Bertaux è fatto di mille piccoli dettagli, che ne fanno un brand da tenere sempre d’occhio e sotto il naso.
A differenza di molti marchi che non dichiarano la piramide olfattiva, le etichette dei loro profumi riportano le note principali della creazione, anticipando Agonist e The Different Company. Creatori di tendenza, ma sempre fuori dal gregge. A microfoni spenti ci confessano di lavorare su un nuovo profumo. Alla domanda quando uscirà, rispondono prima con un sorriso e poi con un “quando riterremo che sarà pronto. L’unico contratto che abbiamo siglato è con noi stessi e l’unica clausola contrattuale che dobbiamo onorare è quella di essere fedeli alle nostre esperienze emotive”. Parola di Francis Miller e Patrick Bertaux.
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