Masque. Quando il made in Italy è un’opera in divenire
L’attesa è una catena che unisce tutti i nostri piaceri.
(Charles-Louis de Montesquieu)
L’eccellenza non è un traguardo per chi ha fretta. Necessita di tempo, concentrazione, costanza in un alternarsi continuo di riflessione e azione. Lo sanno bene Alessandro Brun e Riccardo Tedeschi quando nell’aprile 2010 fondano Masque, vessillo pregiato della profumeria artistica made in Italy.
Italiani doc, Brun e Tedeschi condividono tratti e passioni che li uniscono in un sodalizio professionale tra i più riusciti e prosperi degli ultimi anni. Passioni fatte di arte, design, odori, ricordi di vita, ma anche di studio e ricerca che non si accontenta dell’approssimazione e ambisce a realizzare ciò che le due menti creative immaginano: tutto questo è Masque.
L’opera lirica è lo scheletro che sostiene l’evoluzione del marchio, declinato in quattro atti, come capitoli tematici che racchiudono tutto l’evolversi dell’evento scenico, dove l’attore è il Naso che, indossando una maschera, altro grande archetipo teatrale, dà corpo e vita all’idea e alla storia. E’ questa la strada scelta dai fondatori di Masque: esaltare l’immenso patrimonio artistico e culturale tipico italiano che non trova eguali nel resto del mondo.
Ricerca, studio, incontri, attese pazienti e, dopo tre anni dalla fondazione del marchio, nel 2013 Masque presenta le sue prime tre fragranze, Terralba, Montecristo, Luci ed Ombre, annunciando che nell’affollato mondo della profumeria artistica sarebbe stato necessario far posto a una ritrovata eccellenza italiana.
Da quel momento, Masque non si ferma più, dando vita ad una florida opera creativa coadiuvata dal talento di Nasi emergenti. Un connubio artistico che porta alla creazione di fragranze straordinarie. Escono poi Russian Tea, Romanza, Tango e fioccano premi e riconoscimenti a livello mondiale, ma Masque non si lascia irretire dal facile successo e, come nella migliore tradizione del lusso italiano, continua a capo chino la propria ricerca.
Fragranze così ricche di personalità da non aver bisogno di ammantarsi di snobismo per essere riconosciute come prodotti eleganti e lussuosi. Masque fa centro dentro, ma anche fuori grazie a un packaging dal forte impatto, solido e prezioso. Coerenza e dedizione sono cifre stilistiche e così Alessandro e Riccardo fanno capire che probabilmente qualcosa cambierà, che la loro ricerca del bello non è ancora arrivata al capolinea. Poi si chiudono nel silenzio, lasciandoci in attesa.
Gli artigiani creativi, in fondo, sono proprio così: possono far intuire che un’idea sta nascendo, ma poi vi si buttano a capofitto e non riemergono al mondo finchè l’idea non diventa realtà, concreta, lucida, eccellente. Dunque non ci è rimasto altro che attendere con pazienza. Attesa piacevole, ovviamente, che ancora non durerà a lungo perché Masque è pronto a svelare il proprio segreto al prossimo Esxence.
Se la bellezza è mutamento, Masque vi si attiene fedelmente portando, a distanza di sei anni dalla nascita del brand, un cambio sostanziale nel packaging. I nuovi flaconi, su disegno esclusivo per il marchio, puntano ancora più in alto, grazie a una bottiglia non più cilindrica, ma circolare e rastremata sul fondo, un tappo non più nero e pesante, ma in legno, fatto a mano, che mantiene le tre righe orizzontali e riporta sul top bombato numeri di atto e scena di riferimento. Linee più gentili, dunque, che riportano con delicatezza anche alla serigrafia sulla bottiglia, non più nera, troppo dura e pesante, ma bianca e più piccola.
Anche il logo subisce delle modifiche che viene riprodotto con tratti più sottili, mentre la placca sulla spalla del flacone diventa in alluminio anodizzato, in modo da armonizzarsi con la pompa senza stacchi o discromie.
Da questi piccoli indizi, dunque, pare che Masque sia pronto a offrirci ancora nuove spettacolari sorprese. Il 31 marzo in fondo non è così distante, dobbiamo solo riempire i giorni dell’attesa, perché Masque non si ferma al nuovo packaging. A Esxence infatti presenterà la sua ultima fragranza interpretata da Luca Maffei, nuovo attore-Naso, dopo nomi eccellenti come Cécile Zarokian, Delphine Thierry, Meo Fusciuni, Julien Rasquinet e Cristiano Canali.
Atto terzo, scena prima. Una sera d’estate. In casa, tutto è pronto per l’incontro.
Le luci in platea si spengono, un occhio di bue illumina una figura solitaria sul palco nudo.
Ore, stati, parole, preparativi. Piccoli gesti misurati e lenti per non tradire la trepidazione, le aspettative che gonfiano l’anima. L’incontro è quasi giunto a compimento, ma ora è il momento dell’attesa.
I rumori lontani della strada accarezzano la figura solitaria che si aggira concentrata nell’ultimo controllo affinchè tutto sia pronto e perfetto. L’abito è di buona fattura, fresco di tintoria. Le luci calibrate del palco in un gioco di chiaroscuri che sembrano danzare al ritmo soffuso del vecchio disco jazz che si espande, scaldando la scena.
Non ci sono parole, nessun monologo, ma i movimenti dell’attore-Naso riescono a inchiodare l’attenzione del pubblico: è la magia del teatro, che lega indissolubilmente attori e spettatori, nel punto di reciproco riconoscimento. Ed è L’Attesa, l’attesa dell’amore che tutti abbiamo vissuto e della quale abbiamo goduto, il tema e il nome dell’eau de parfum che verrà presentata da Masque a Esxence 2016.
Un’ode a quegli attimi che precedono le azioni, quando tutto è pronto e null’altro si può fare se non sedersi ad ammirare la scena preparata. L’interpretazione riesce a mantenersi in perfetto equilibrio tra passato e presente, ottenendo un risultato di assoluta modernità. L’apertura frizzante di bergamotto italiano, ammorbidito da un neroli importante, delinea il palco come il migliore scenografo e prepara lo spettatore al colpo secco dell’accordo di champagne, vero coup de theatre della fragranza che rende la scena veramente elettrizzante.
L’Attesa apre infatti con quel colpo secco e aromatico tipico di uno champagne il cui profumo arriva alle narici ben prima di aver posato le labbra sul bicchiere e solletica preparando l’animo all’incontro. L’accordo champagne, con le sue note fungine di lieviti, cala un velo di attesa sul cuore della fragranza, riuscendo a strappare la scena per lunghi minuti all’imperioso iris che però lentamente si insinua, come il fremito del cuore nel corpo rilassato.
Una fragranza elegante, tutta declinata attorno all’iris, che sale sul palco in dosi potenti con due concrete, di iris italiano e iris francese, e una assoluta di iris per un effetto morbido, polveroso, quasi tossico, che è capace di accendere i sensi e di renderli pronti e attenti. Il risultato richiama l’odore di un rossetto d’ottima marca, le cui tracce pastose evocano ricordi indelebili, però senza stancare, perchè accorrono pronte le note più fiorite e calde dell’ylang ylang, miscelate con piccoli tocchi di assoluta di tuberosa. E’ un cuore denso, carnale, come l’attesa della pressione calda di una carezza sensuale sulla pelle. Lo champagne è scivolato nelle pieghe fiorite che si fanno imperiose, opulente, nello splendore dell’iris che non cede la scena nemmeno al gran finale, quando i riflettori si accendono su note morbide di sandalo di Mysore, muschio di quercia e un lontano accordo di cuoio che tenta di smorzare le note del cuore, si insinua sulla pelle e poi sale ad accendere i sensi.
Sentiamo le farfalle nello stomaco, il cuore palpita, il respiro si fa caldo, i minuti scivolano veloci. Il momento si avvicina. Il gusto dell’attesa tiene la scena e si prepara per il gran finale.
A fondo scena si scorge una sagoma. Ecco, è arrivata.
Buio. Sipario. Applausi.
Siamo certi che L’Attesa strapperà una standing ovation. Chapeau Masque!
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