Lye ~ Gabriella Chieffo (Perfume Review)
Dialogano con i sensi e toccano l’anima. La prima volta che le indossi non fanno niente per conquistarti, non si sforzano di essere belle, sexy, brillanti, anzi. Sono spigolose, in alcuni casi anche sfuggenti, fino a quando non capisci che non sono profumi ma chiavi invisibili che aprono serrature dentro noi stessi, viaggi iniziatici che attraverso la pelle e l’olfatto ci portano a scoprire il nostro mondo interiore, quella parte di noi che spesso dimentichiamo di coltivare presi come siamo dalla frenesia dell’apparenza. Chiamarle fragranze significa ingabbiarle in una definizione che ne limita il potere evocativo e suggestivo. I profumi di Gabriella Chieffo sono così: enigmi da decifrare, cubi di Rubik che se risolti raccontano storie antiche e risvegliano ricordi sedimentati nell’Es, come l’ultima fragranza Acquasala che mescola acqua turchese e cristalli di sale per evocare il liquido amniotico che protegge, avvolge e nutre la vita.
E’ invece infusa di incenso Lye, creazione facente parte della Collezione ’14 che si ispira alla liscivia, antico miscuglio di cenere e acqua bollente usato per rimuovere lo sporco dai tessuti.
Concepita come un’essenza purificatrice che riporta la memoria olfattiva all’età dell’innocenza, Lye è espressione di un candore immacolato, non ancora turbato dalle disillusioni del vivere; la sua formula si manifesta con volute argentee diluite in un jus dai riflessi cristallini.
Un odore che sa di buono e di pulito. Negli anni passati diversi brand hanno affrontato questo tema, tra i quali Maison Francis Kurkdjian (Aqua Universalis), Serge Lutens (L’Eau), Byredo (Blanche), utilizzando note agrumate, fiori bianchi e tante aldeidi dentro composizioni che si limitavano a evocare il sentore soffice del bucato steso al sole o la sensazione sulla pelle di una camicia bianca appena stirata. Gabriella Chieffo travalica questo confine catturando l’odore della bianchezza e della purezza dalle vesti battesimali, e lo fa con la nota più grigia e fredda che esiste nel mondo delle essenze, con un filo di fumo di incenso che dissolve, purifica, illumina e rasserena, sciolto in una composizione orientale lavorata principalmente con note dense e lente.
Lye si apre vivace e luminoso, con la tipica freschezza delle scorze mediterranee, con bergamotto calabrese e limone italiano chiamati a rappresentare le uniche note di testa della piramide. Una scintilla solare che rischiara la composizione ma svanisce dopo pochi minuti per lasciare spazio a un incenso liturgico che avvolge lentamente la composizione e traduce in odore il significato più profondo del bianco, colore simbolo di castità, purezza e rettitudine, con la complicità di una sfumatura di iris incastonata nel cuore. Una coda di note penetranti assicurano stabilità e regalano alla piramide una lunga evoluzione. Patchouli, opoponaco e cuoio sono stati epurati da sfaccettature grasse, terrose e ruvide per assicurare un finale privo di peccato ma intenso di piacere.
“Una nuvola di buono fa capolino ad ogni respiro per far conoscere il profumo del bianco. E dentro soffia la sensazione che nulla è mai stato così nitido e pulito: l’armonia tratteggia il primo sorriso caldo e placido di fronte ad un odore che racconta i sogni di bambino e quelli di una vita.” Gabriella Chieffo
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