Luce di Meo Fusciuni incontra Hagakure di Yamamoto Tsunetomo
“Si può imparare qualcosa da un temporale. Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentanto di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente. Se invece, sin dal principio, accettiamo di bagnarci eviteremo ogni incertezza e non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose.” (I, 79)
Camminare. Respirare. Guardare.
Una successione di attimi compone l’infinità dei giorni. Un passo conduce il viaggio.
Inspirare. Espirare. L’alternanza di nascita e morte muove il cuore nella vita. L’aria porta dentro odori, l’aria porta fuori me.
Guardare.
Voltarsi verso ogni direzione e guardare la propria personale alternanza dei giorni. Voltarsi dentro il sé e vedersi. Non è l’inizio o la fine dell’anno, non è il giorno del nostro compleanno, non è successo nulla di apparentemente significativo. Solo, ad un certo punto sembra che i passi siano terminati, che nei nostri piedi non ce ne sia rimasto uno.
Fermare. Fermarsi.
E guardare in ogni direzione. Vedere la propria vita come fosse la sua prima apparizione. Cos’ho fatto? Finora, cos’ho fatto. Levare una mano, il palmo verso il mondo e chiedere silenzio. Respirare. L’aria entra ed esce da noi, unico contatto vivo, nel bianco latte della mente. Riconnettersi al cuore. Un battito, due, tre. Perdere il conto. Ascoltare. Ascoltare, il respiro, nel silenzio dei passi immobili.
Osservare la propria vita e chiedersi se ne è valsa la pena, se è come noi siamo.
E’ una domanda essenziale. Dovremmo porcela, prima o poi, senza temere la vertigine.
Respirare. Restare. Chiedersi.
Questa non è una recensione. E’ un invito.
Non è un profumo, Luce, l’ultima creazione di Meo Fusciuni.
Non è un libro, Hagakure.
Sono richiami alla nostra parte più profonda, sono inviti a immergersi nel bianco latte della mente, nel suono pulsante del cuore.
Si dice che Hagakure sia la trascrizione degli insegnamenti che Yamamoto Tsunetomo impartì al suo allievo Tashiro Tsuramoto sul finir della vita.
Hagakure in realtà è composto da undici volumi ed è un codice, una serie di aforismi attraverso i quali i Samurai potevano intraprendere la Via, il Bushido. E’ un libro non libro, controverso, amato e odiato nei secoli, ma giunto fino a noi, almeno in alcune parti.
La vita, la Via, in fondo, non può essere una serena evoluzione di piacevoli passi.
“Quando ero giovane, tenevo un diario dei rimpianti in cui annotavo i miei errori. E non passava mai un solo giorno senza che lo dovessi aprire venti o trenta volte. Non appena capii che sarebbe stato sempre così, decisi di abbandonarlo. Ancora oggi, quando medito prima di addormentarmi sulla giornata trascorsa, non c’è giorno in cui non abbia commesso qualche sbaglio. E’ quasi impossibile vivere senza commettere errori, ma le persone saccenti non sono pronte ad ammetterlo.” (I,173)
Eppure è necessario non perdersi d’animo e nel silenzio trovare il proprio punto di equilibrio, riconoscere le proprie mete e con calma, riconoscendo l’essenziale, rimettersi in cammino verso di esse.
Osservate la vostra vita, ora, in questo preciso istante.
Quanti elementi realmente essenziali riconoscete?
Forse nemmeno questa lettura lo è.
“Di certo esiste solo il particolare scopo del momento presente. Tutta la vita è fatta di attimi che si susseguono. Una volta compresa questa regola fondamentale, il samurai non deve più manifestare impazienza né porsi altri scopi. L’esistenza scorre semplicemente.” (II, 17)

photo credits Federica Castellani
Luce è il profumo di una ricerca, un atto di volontà, il voler nuotare nel sé alla ricerca del proprio punto di silenzio, dove ogni equilibrio è dato, dove tutto è chiaro. E quando raggiungi l’equilibrio, tutto il rumore del mondo ti appare evidente, diviene respiro nel quale ricominci a muoverti pacificato. E puoi riprendere ad amare gli inizi, che riempiono di meraviglia la vita, com’era solito dire Louis Khan.
La parola Hagakure è composta da due ideogrammi che significano “foglia” e “nascondere”, perciò potremmo tradurre Hagakure con “nascosto dalle foglie”. Sono foglie di Cedro quelle di Luce, foglie che si uniscono ai sentori di Betulla e di bergamotto, come camminare a piedi scalzi sul mondo, alla ricerca del proprio punto, fondendo l’odore della pelle con quello della natura limpida, serena, immobile nonostante gli accadimenti, senza timore di sbagliare, senza paura di cadere e di rialzarsi.
È la ricerca della propria anima, resa da un patchouli che riconosci come il “capo chino verso il cuore” alla ricerca di un’unione tra elementi solo apparentemente opposti: la luce e il buio, la mente e il cuore, l’uomo e la natura.
Per questo troviamo in Luce un’armonica danza di chiari e scuri, poiché luce è data dal buio e viceversa, non può esservi oscurità se non c’è assenza di luce. Ecco le note resinose e più calde dell’ambra, della vaniglia, del tabacco, del sandalo che fermano la luce come coscienza del sé. Ecco perché scrivo che, questo, non è un profumo.
È l’odore del mondo, l’odore del silenzio, l’odore del proprio centro ritrovato.
Occorre molto coraggio per decidere d’intraprendere questo viaggio.
Bisogna armarsi di umiltà, attenzione, pazienza.
Ma se accettiamo di bagnarci, se non ci fermiamo di fronte alla paura, se capiamo che ogni cosa accade perché noi possiamo continuare a imparare, allora la nostra natura raggiungerà il proprio stato di silenzio. La propria Luce.
“Quando si è determinati, l’impossibile non esiste: allora si possono muovere cielo e terra. Ma quando l’uomo è privo di coraggio, non può persuadersene. Muovere cielo e terra senza sforzo è una semplice questione di concentrazione.” (I, 144)
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Hai proprio fatto percepire le sensazioni che può dare… un vortice di forti sensazioni :) grazie Anna :)
Luce è davvero un profumo che mi ha colpita! Senti che non è solo un profumo, ma un viaggio dentro sè stessi…è coraggio e conoscenza! Ti consiglio vivamente di cercarlo!
La tua associazione è molto originale, potrebbe apparire un po’ atipica ma ho letto questo libro e più di una volta è stato fonte di illuminazione… quindi con Luce ci sta tutto! (scusa la battuta :) )
In effetti, come ho scritto, Hagakure è un’opera che nei secoli ha avuto letture più o meno strumentalizzate, ma resta una lettura per me fondamentale. Illuminante come ben scrivi tu! Ti consiglio di sentire Luce, se ancora non hai avuto occasione, capirai ancor meglio l’associazione con il libro!