Love for Beauty: Hocus Pocus
Creature affascinanti, anticamente erano costrette a nascondersi perché la superstizione le credeva sposate al demonio e per questo erano temute. Maledette e perseguitate, morivano bruciate sui roghi. Oggi le streghe non hanno più paura, escono allo scoperto, anche se continuano ad amare il nero, il buio e l’oscuro. Per loro la profumeria distilla erbe e fiori dalle proprietà psicotrope, crea potenti filtri magici e jus simili ad arcani: gli ultimi sono Malia di Nobile 1942 e Odor 93 di Meo Fusciuni. Non è da meno lo skincare che inventa creme dal cuore wicca con semi di zucca, sangue di drago e carbone. Camminano fiere e sicure in mezzo a noi, non solo la notte di Halloween. Come si riconoscono? Indossano lunghe vesti drappeggiate, hanno occhi bistrati di nero, una pelle pallidissima e un sorriso sereno che disorienta e incanta. Non hanno smesso di fare magie: ribaltano e inventano ogni giorno la propria vita, con le spalle dritte e il passo deciso. E la sera spignattano cosmetici bio in cucina.
1. Datura Noir – Serge Lutens
Un sabba olfattivo che culmina in un delirio di sensualità. Serge Lutens crea un fiorito opulento, più narcotico della tuberosa, più pericoloso del gelsomino. Si ispira alla datura, un fiore bianco, apparentemente soave, che però nasconde un’anima nera e perfida: la sua linfa è velenosa e quando non porta alla morte crea terribili allucinazioni. Non a caso negli erbari antichi prendeva il nome di “fiore del diavolo” o “erba delle streghe”. Datura Noir è una fragranza inebriante, che si mostra innocua e piacevole attraverso tocchi fruttati e gourmand di albicocca e cocco. Morbida e femminile, grazie a un accordo di osmanto, eliotropo e tuberosa. Diventa poi insidiosa e per questo più affascinante quando si vela di una sfumatura amara di benzaldeide rivelando solo alla fine, con una coda di fava tonka, mirra e vaniglia, quando ormai è troppo tardi, la sua sua vera natura: un incantesimo liquido che non lascia scampo.
2. R.I.P. Scented Candle – Fornasetti
Diffonde il logo-profumo di Fornasetti, “Otto”, composto da Olivier Polge con le erbe selvatiche che crescevano attorno alla sua casa e con le essenze che il maestro impiegava per la progettazione di mobili e interni. Fiammeggia tra note di timo, lavanda, iris, legno di cedro e fumi di betulla, balsamo del Tolu, storace e labdano. Una candela macabra e delicata che riporta il volto enigmatico della cantata lirica Lina Cavalieri, donna che stregò così tanto Fornasetti da diventare una presenza maniacale nella sua produzione artistica.
3. Gold Claw Candle Holder – D.L.& Co
Una zampa di gallina impressa sulla pelle. Era uno dei segni che nel Medioevo condannava una donna a strega. Entra, invece, nella mitologia russa per sorreggere la capanna della malefica Baba-Jaga. Impronta del diavolo e feticcio nelle messe voodoo, il brand californiano D.L.& Co la trasforma in un candeliere per riti notturni, da destinare a ceri rigorosamente neri.
4. Activated Charcoal Cleanser – Shamanuti
Il carbone. Una volta veniva usato come minaccia per ricattare i bambini indisciplinati. Oggi entra nella beauty routine quotidiana per rendere tutto più pulito, candido e luminoso. Si usa, infatti, per sbiancare i denti, lavare i capelli grassi e riequilibrare il ph della pelle. Più potente di una bacchetta magica, è un legno carbonizzato dalle virtù miracolose, solitamente ottenuto da betulla, faggio, pioppo o salice. Nero come la pece, il detergente viso al carbone attivo di Shamanuti è un toccasana per la pelle problematica: disintossica, purifica, illumina e libera dal maleficio dei pori ostruiti.
5. Le Soin Noir Masque Dentelle – Givenchy
L’ossessione di Riccardo Tisci per la trasfigurazione del volto: è stato il primo a nascondere il viso delle modelle sotto maschere tribali, gotiche e stregonesche, alternativa estrema al make-up che cancella i connotati, anziché esaltarli. La maison Givenchy ha assecondato il chiodo fisso del suo direttore artistico ideando una maschera haute couture rigenerante per il viso: una formula total black alle alghe, levigante e rassodante, che vanta una texture d’eccezione, come il pizzo nero di Calais.
6. Yohji Yamamoto Fall-Winter 2015/2016
Il colore nero è un verso poetico, quando a usarlo è un genio come Yohji Yamamoto. E’ il designer che è riuscito a trasformare il colore della vedovanza in una nuance radiosa e sognante, tanto che dopo una sua sfilata viene voglia di sposarsi in nero. Il suo inverno è popolato da donne enigmatiche che riescono a essere sensuali mostrando solo pochi centimetri di pelle nuda. Per loro ha disegnato una collezione monocroma con abiti dai tessuti pesanti che scivolano sul corpo con leggerezza e grazia. Il makeup è sbavato, asimmetrico, fuori da ogni regola, coerente al suo credo: “Voglio cicatrici, fallimenti, disordine […] Penso che la perfezione sia brutta.”
7. Ayami Nishimura by Rankin
Il makeup è una forma d’arte. Rankin, fotografo inglese e co-fondatore di Dazed & Confused, è il suo narratore ufficiale. Uno dei suoi libri più belli è quello in cui fissa con l’obiettivo le sperimentazioni cromatiche di Ayami Nishimura, artista che scolpisce a colpi di pennello un mondo onirico attraversato da geishe cyber, sciamane pop e streghe colourful.
8. Black Satin 219 Le Vernis – Chanel
La stella nera che brilla più intensamente nel firmamento di Chanel non è la celebre Rouge Noir, bensì la Black Satin: una lacca che sembra la preziosa Urushi giapponese per quanto è coprente, brillante e levigata. La sua formula presenta un’alta concentrazione di pigmenti, ceramidi e un particolare principio di origine vegetale marina, il phicocorail, che nutre e fornisce calcio, ferro, zinco e magnesio, ingredienti essenziali alla salute dell’unghia.
9. La Potion Infinie – Argentum
Un trattamento dal nome suggestivo che promette di regalare l’eterna giovinezza sfruttando l’antico potere dell’argento, elemento noto per le proprietà anti-batteriche e anti-infiammatorie. Contiene infatti argento colloidale e DNA HP, ingrediente che arriva dagli abissi marini, al quale è stato riconosciuto un grande potere rigenerante tissutale. Stimola il rinnovamento cellulare, nutre e rassoda. Ma la sua particolarità non termina qui. Oltre a fornire una ricarica di energia alla pelle, La Potion Infinie regala anche una lettura del futuro. Argentum, il misterioso brand londinese che la produce, la correda di una carta profetica ogni volta diversa, scelta dal destino tra le dodici figure dei tarocchi. Chi riceve La Potion Infinie, oltre a una pelle levigata, si garantisce anche uno sguardo sull’ignoto.
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