Legni forever: sotto la corteccia, tanti profumi
Voglia di natura, di legni, di foreste, di ecosostenibilità. Mentre la “Generazione Greta” protesta in difesa dell’ambiente e le teorie sulla Forest Bathing (letteralmente, bagno nella foresta, che deriva dalla pratica di benessere giapponese Shinrin-Yoku, diffusa già da tempo) prendono piede e confermano come un’immersione profonda nella natura sia in grado di garantire un’esperienza di sollecitazione per tutti i cinque sensi, a Fragranze 17 – in occasione di RAW, l’appuntamento dedicato alle materie prime – si è discusso di legni e di metodi per ricavare essenze senza incidere sull’ambiente.

«Gli accordi legnosi sono da sempre utilizzati in profumeria per dare persistenza e intensità a una creazione, tant’è vero che spesso caratterizzano il fondo della piramide olfattiva», ha detto durante il talk fiorentino Véronique Nyberg, vicepresidente di Emea Mane, colosso mondiale nella produzione di materie prime per i principali marchi. «La novità degli ultimi anni è la varietà dei legni: da una parte ci sono sempre i tradizionali che vengono sfruttati in ogni sfaccettatura, anche inedita, dall’altra la ricerca esplora nuove specie, soprattutto, estrazioni sostenibili che tutelino l’ambiente dei paesi da dove provengono».
E così continuano a dominare la scena gli evergreen, come il cedro, il vetiver e il sandalo, anche se assumono risvolti diversi. «Se il sandalo può essere molto avvolgente e cremoso, il vetiver a volte è freschissimo, quasi frizzante, come se fosse pompelmo», continua la vicepresidente. «Le tecniche di lavorazione sono sempre più all’avanguardia e, soprattutto, rispettose della natura, frutto di accordi siglati con i paesi produttori: per esempio il sandalo proviene dall’Australia e dall’India, il patchouli dall’Indonesia, mentre in Madagascar si trova il vetiver Bourbon, anche se è sempre più raro, per cui la conservazione diventa prioritaria». Certo, perché se fino a qualche tempo fa il mondo olfattivo era spesso avvolto da mistero, in particolare la professione del Naso – vista un po’ come una figura di genio e sregolatezza – e le sue fasi creative, oggi è richiesta tracciabilità e trasparenza, specialmente riguardo all’origine delle materie prime, che deve essere sostenibile ed eco-friendly.

Lo stesso criterio vale per i legni più rari e meno conosciuti che caratterizzano la sperimentazione più all’avanguardia. Uno dei fiori all’occhiello di Mane è il Bushman Candle della Namibia che viene estratto dalla corteccia di un albero e ha un odore balsamico e vanigliato. Viene adoperato dalle popolazioni anche per il make-up e l’azienda ne utilizza solo la parte eccedente per i profumi prestando attenzione che la quantità per uso locale sia sempre garantita.
Molto gettonati attualmente sono il Driftwood, che di solito si trova sulle spiagge ed è formato da detriti marini, e il legno di liquirizia, che ha un côté caramelloso e un bagaglio carico di emozioni intense, dal momento che riporta ai ricordi infantili. «La nostra azienda da anni detiene il brevetto mondiale di Jungle Essence, che è un metodo di estrazione che si avvale dell’anidride carbonica per riprodurre in laboratorio con estrema fedeltà gli odori vegetali», precisa Nyberg. «Un processo enviromental–friendly che realizza estratti di grandissima purezza e qualità in grado anche per la stessa materia prima di garantire declinazioni diverse, molto originali, da combinare in sinergia». Insomma, i legni, in tutte le loro accezioni, sono tra gli ingredienti più apprezzati in questo momento.

«Il nostro brand li utilizza come componente quasi esclusivo“, dice Sophie Bruneau, fondatrice di Affinessence, un marchio distribuito da Olfattorio che, appunto, propone fragranze realizzate solo con note di fondo, tra queste c’è Santal-Basmati, composizione che omaggia l’aroma vellutato del pregiato Santalum album. «Sono la quintessenza della profumeria: hanno un sentore così sensuale, potente e profondo che garantisce un sillage unico al bouquet capace di coinvolgere tutti i sensi“.
Anche Omer Ipekci, creatore turco e firma della collezione Pekji che ha debuttato a Fragranze 17, è appassionato di legni. Nella sua ultima fragranza Odoon (significa “legno” in turco) questo materiale rappresenta il motore principale della creazione ed è presente in ogni sua parte: dalla foresta ai laboratori, dalla linfa alla cenere, è un elemento elegante, contemplativo e in grado di suscitare forti emozioni.
Lascia il tuo commento…