Le radici indiane di Miller et Bertaux in Indian Study/Sandalo+++
“L’Asia non è solo un continente, ma un luogo ben definito eppure misterioso, situato da qualche parte fra l’India e la Cina. Da lì sono venuti i popoli, le loro dottrine e le loro religioni; lì sono le radici di tutto il genere umano e le oscure sorgenti di tutte le vite; da lì provengono le immagini degli dèi e le tavole delle leggi,”
(Hermann Hesse)
In India gli induisti sono soliti dedicare l’inizio del giorno alla preghiera, cercando in essa la verità; ma poiché è privilegio di pochi poter rimanere costantemente in preghiera, i bindi sulla fronte delle donne e i tilak su quella degli uomini divengono propagazione della preghiera stessa e memento per la ricerca della verità.
La simbologia indiana è complessa e ricca di significati, così anche questi segni racchiudono segreti, protezioni e benefici. Per la casta dei bramini, ad esempio, il tilak è un segno bianco di pasta di sandalo, che significa purezza. Le implicazioni ayurvediche sono importanti, poiché si pensa che il sandalo serva a calmare lo spirito ed equilibrare i chakra.
Il sandalo è forse una delle più antiche materie prime che l’uomo ha utilizzato ai fini ritualistici. Vantando una storia di quattromila anni, ritroviamo templi e dimore regali costruite con legno di sandalo e incensi che amplificano il potere purificatore di quest’albero capace di resistere anche in terre aride.
I maalaa, fatti di semi o sfere di legno infilate in corde colorate, usate nella pratica buddista, sono preparati con un rituale complesso dove le fumigazioni si alternano ad immersioni in oli e tra i maalaa più preziosi troviamo quelli in legno di sandalo. Sfregare un maalaa in legno di sandalo sulla fronte contribuisce a risolvere i problemi quotidiani e a tranquillizzare la persona.
Si dice che l’effluvio del prezioso legno connoti l’odore dell’India, così come una donna che si senta sicura di sé e del proprio magnetismo non possa mancare di utilizzare l’olio di sandalo per profumare la pelle. Ascetismo e carnalità, infatti, si fondono perfettamente nelle note subito avvolgenti, dai tratti distintamente balsamici che non mancano di dolcezza e sfumature animaliche.
Miller et Barteaux, forse tra i pochi a saper perpetrare la tradizione dei viaggiatori europei d’inizio novecento, non fanno mistero del loro amore per l’oriente. Già in passato hanno descritto, con sorprendente fedeltà, i profumi di questa terra che è cuore del mondo.
La Bali buddista di OM, le lande e il viaggio libero di Spiritus/Land #2 e l’elogio indiano con gli splendidi A quiet morning e Shanti Shanti delineano un percorso di ricerca ed essenzialità con tratti nitidi che sanno distinguersi nel mare spesso un po’ troppo rumoroso della profumeria artistica.
Oggi, Francis Miller e Patrick Bertaux tornano nel continente indiano per parlare del contrasto olfattivo del legno di sandalo e lo fanno con Indian Study/Sandalo+++.
La nuova eau de parfum racchiude un equilibrio perfetto dove la tensione tra spiritualità e istinti primari tendono un filo rosso sul quale camminiamo sin dalle prime note della fragranza.
Il sandalo è usato senza mezzi termini e inaugura questo viaggio nella sua forma più preziosa con note balsamiche di sandalo di Mysore, il luogo d’estrazione per eccellenza del prezioso liquido che conferisce all’apertura le caratteristiche note intense del legno.
Se l’apertura è un’eco di spiritualità, subito questa si adagia in una dimensione quasi boscosa grazie al sandalo amyris, meno pregiato del Mysore, ma capace di dare una spinta sostanziale all’evoluzione della fragranza. Grazie alla proiezione che Indian Study/Sandalo+++ garantisce, l’India senza compromessi è già in piena espansione e subito ci ritroviamo in una nuvola speziata di cumino e masala, mentre in lontananza avvertiamo del curry caldo e solare. La traccia del legno di sandalo è comunque ben percepibile anche se ci sentiamo persi in un dedalo caotico di strade, di volti, di occhi che scrutano e di puja in lontananza.
Tutto si sviluppa in fretta, ma con una tempistica che sembra studiata da un maestro d’opera. Il tempo delle spezie è un tempo lungo che dà corposità alla fragranza, smorzando il sentore balsamico, esaltando il lato animalico del sandalo e portandolo dalla spiritualità verso il suo lato carnale. Le stille preziose si sporcano infatti di vita, adagiandosi su istinti atavici. La fame, la sete, il sesso prendono qui la sostanza olfattiva delle note speziate più corpose e poi toccano il suolo estenuato dai milioni di passi dove note di legno verniciato e muschio si iniziano ad avvertire.
Il fondo della fragranza fluidifica i sentori terpenici e li unisce a quelli morbidi e carnali di un muschio che è chiaro richiamo al calore della pelle umana. Ed è qui che il sandalo diviene una donna avvolta in un sari colorato, la preghiera appena conclusa, il bindi dal colore acceso sulla fronte, lo sguardo profondo che fluidifica il sangue nelle vene. E poi in un lampo lei si perde tra la folla, resta solo sospeso nell’aria il profumo intenso del sandalo spirituale e carnale. Indian Study/Sandalo+++ si chiude così, come un libro che non vuol finire, che ha ancora molto da svelare.
Il terzo capitolo indiano di Miller et Bertaux lascia i suoi segni sulla pelle per lungo tempo ed è una storia che difficilmente stancherà.
Ci si può chiedere se dopo creazioni emozionanti come A quiet morning e Shanti Shanti ci fosse davvero bisogno di farci tornare in India.
Noi rispondiamo senza indugio “Si!”.
Note olfattive Indian Study/Sandalo+++ – Miller et Bertaux: sandalo del Mysore, sandalo Amyris, curry, masala, cumino, legno verniciato, muschio sensuale.
Concentrazione e formato Indian Study/Sandalo+++ – Miller et Bertaux
Eau de Parfum – 100 ml
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Bellissima recensione!
Quando è prevista l’uscita?
Ciao Enrico,
arriverà in profumeria alla fine di settembre. Se ami lo stile Miller et Bertaux, questa creazione non ti deluderà!
A presto,
Simona