La Religieuse. Serge Lutens e il lato oscuro della mistica
Con le sue ultime creazioni, Serge Lutens, sembra essersi incamminato nel difficile sentiero della metafisica, riuscendo ogni volta a inquietare il nostro olfatto e ad ammaliarlo irrevocabilmente. Dopo L’Orpheline, ecco La Religieuse che uscirà il 30 Gennaio prossimo, presso la boutique di Palais Royal, ma che sarà disponibile da Marzo anche nelle profumerie italiane. A passi lenti, Serge Lutens si ispira alla vita eremitica che conduce a Marrakesh per svelare il lato oscuro della sua mistica.
La Religieuse gioca con l’ambivalenza del gelsomino, fiore cardine di alcune tra le più amate creazioni lutensiane, lasciando ammirare il candore dei petali, inebriando con la carnalità del suo aroma. Come in un gioco di specchi, però, Serge Lutens ci mostra il lato morboso della fede, di ogni fede, sia essa terrena o ultraterrena, il peccato dentro la santità; mescola il candore della neve, restituito da note pure di incenso, all’odore umido della pelle sotto le vesti nere, fondendo l’ascesa con le note carnali di zibetto e muschio.
La Religieuse porta la firma di Christopher Sheldrake, già co-creatore di capolavori come À la Nuit e Sarrasins, dove però il gelsomino aveva ben diversa natura, più terrena e diretta. Qui Sheldrake porta agli estremi olfattivi un gelsomino estatico, indolico anche nelle sue note pure e oscuro al contempo. La scelta, precisa, chirurgica, delle note più animali, rimanda ad un tema ormai mitico in casa Lutens: l’ambivalenza della realtà. Nessuno come Serge Lutens riesce a svelare le ombre della vita, con l’eleganza che lo contraddistingue.
La Religieuse occhieggia non vista dal liquido violaceo, anch’esso richiamo a creazioni mitiche come De Profundis, e ci obbliga a considerare che ogni purezza è tale grazie al peccato e che ogni nostro gesto porta in sé, nell’ombra o in potenza, il suo opposto. Si dipinge sulla pelle un disegno di vene in estasi che lasciano cadere gocce di sangue su cristalli di neve, un’immagine gloriosa di appassionata fedeltà al proprio credo, siano essi mitici dei o note olfattive.
Attraverso La Religieuse, Serge Lutens punta il dito verso la nostra anima, reclamandola nel silenzio ovattato di un tempo sospeso. Siete pronti a offrirgliela?
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Meraviglioso!! Non vedo l’ora… anche se con Lutens ultimamente ci vado cauta, l’Orpheline mi ha lasciata alquanto perplessa, è troppo freddo e severo, per non parlare di Laine de Verre. L’utlima volta che ho sospirato d’amore per lui è stato con De Profundis e la Vierge.
Anch’io prima snaso e poi esulto, anche se poi me li comprerei tutti. E un giorno lo farò!
Vedo in giro tanti profumi del passato rimessi a nuovo, ma non sarebbe fantastico se Nostro Signore Serge Lutens riportasse in vita Nombre Noir e Murasaki? Non so voi ma io farei follie per ritornare ad indossarli.
Profumi così non si dimenticano facilmente. Farei carte false per riavere Nombre Noir, non capisco perché Shiseido non abbia mai considerato l’ipotesi di rimetterlo in circolazione, anche solo in una limited edition.
Un profumo che sentirò in religioso silenzio, io voglio che questo uomo sia beatificato!!
Senza parole… Se la religiosa è esattamente come l’hai descritta, a ‘sto giro prendo i voti!
E sì, anche questa volta l’aspettativa è altissima! Mi aspetto un capolavoro e senza riserva perchè il viola porta bene a Lutens, per capirlo provate a guardare i riflessi di De Profundis, Oeillet, Sarrasin e FdB…
Sia lodato il Signore, un nuovo Lutens!
Salve! ho usato questo profumo e veramente exeptionale e speciale in tutto te da la confidensa,ma spero che lo mettono inuna botteglia piu speciale come il porfumo e piu resistible,grazie