La prima volta di Technique Indiscrete. Inside Pitti Fragranze 8 – Post #2
Chiedetemi qual è stato il profumo, tra tutti quelli sentiti al Pitti Fragranze 8, che ha mandato in fibrillazione i miei sensi e fatto schizzare a mille la mia produzione di feniletilamina? Vi rispondo senza esitazioni!
E’ Veloutine, una meravigliosa composizione modulata intorno alla violetta presentata nella collezione di fragranze pour soi e per ambiente di Technique Indiscrete creata dal designer belga Libertin Louison, talento dallo stile gotico diplomato alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa, la stessa che ha sfornato nomi del calibro di Dries van Notes, Ann Demeulemeester e Martin Margiela, che dopo aver disegnato per l’haute couture francese ha mollato tutto per dedicarsi all’arte del profumo.
Premessa indispensabile prima di parlare di note olfattive e accordi. Libertin non è uno stilista che si è riciclato come naso e i suoi profumi non si sono inventati dal nulla, ma sono il frutto di una formazione di tutto rispetto intrapresa diversi anni fa, dopo aver lasciato la moda, studiando le formule segrete che regolano i meccanismi della creazione applicata al profumo presso la Cinquième Sens di Parigi, attraverso un percorso simile a quello compiuto da un naso più famoso di lui, Lyn Harris. In fiera, Technique Indiscrete spiccava per il suo rigore asciutto: flaconi standard, decor azzerato ai minimi livelli, nessuna cartella stampa disponibile e samples offerti in semplici bustine di carta. Uno stile a dir poco essenziale che non esaltava la presentazione della collezione ma anzi la mortificava non poco rispetto alle boccette tutte luccichii e riflessi esposte dagli altri marchi. Ironia della sorte, era stato messo accanto a Agonist e il confronto con il luxury handcrafted svedese era abbastanza pesante. Una giornalista di moda, avrebbe visto in tutto ciò un richiamo al tanto rinomato minimalismo belga e un omaggio al design senza parole di Margiela. Per fortuna, le sue fragranze sotto il mio naso si sono comportate bene. Vista la stagione che da lì a poco sarebbe arrivata e che di solito non mi vede propensa a praticare il giardinaggio e potare siepi profumate, ho archiviato velocemente le sue fragranze piene di fiori, erbe e pensieri femminili. Indiscrete, Plaisir d’Amour e Delivre-Moi non mi hanno convinta appieno. Ho trovato in esse dosi sovrabbondanti di note fiorite e uno stile usurato e abusato. Troppe romanticherie frou frou e passaggi a tratti sgrammaticati. Messi da parte in un istante!
La folgorazione di cui vi parlavo qualche riga fa è arrivata inaspettata da Veloutine, appunto, un incontro che mi ha provocato un overdose di feniletilamina. E’ stato amore al primo respiro e godimento al secondo sniffo. Veloutine – nomen omen – è una violetta vellutata, ripulita da accenti verdi, lontana dal modello “Berdoues”. Un caldo fiorellino di sottobosco, umido di bruma legnosa, gocce di cuoio e salycilates, dai toni blu notte. Cocotte senza essere volgare, deliziosa senza essere stucchevole. Mi ha ricordato la bellezza pallida delle donne dipinte da Boldini. Sguardo di fuoco nero, velluti drappeggiati, toni scuri e uno splendore indefinibile. Di diritto, Veloutine è entrata a far parte della mia parure di violette extra-ordinaries accanto a Bois de Violette di Serge Lutens e Exultat di Maria Candida Gentile. Visti gli effetti collaterali di Veloutine su di me, devo ammettere che la conoscenza di Technique Indiscrete è proseguita con più entusiasmo. Mentre frugavo nello stand in cerca di qualcosa di caldo, Louison mi ha presentato Safran Nobile, un altro suo esercizio olfattivo che mi ha colpito questa volta solo piacevolmente. Un profumo avvolgente e soffice come un golfino di cashmere. Lo zafferano è una nota di cui spesso mi dimentico ma ogni volta che la ritrovo mi scappa sempre la frase: “ma quanto sei bella!” Mi piace il suo calore esotico e quel potere evocativo, a mio avviso, sottovalutato in profumeria. Safran Nobile ha un’anima speziata di zafferano e cardamomo, caramellata con patchouli, vaniglia e benzoino. Unica nota amara è l’innesto di semi di anice nel cuore, nota fuori dal coro che disturba l’armoniosa liquefazione della piramide olfattiva… ma forse è un effetto voluto da Louison. Troppa armonia alla lunga stanca.
E infine, Santa Subito!
Dare un nome così a un profumo è a dir poco geniale. Quando ho chiesto a Louison il perché di questo titolo, lui mi ha risposto candidamente ”Semplice, perché quando lo indossi diventi subito una santa!” Beh, su di me non ha sortito nessun effetto e la santità promessa dal jus, io non l’ho proprio respirata. Al contrario. Mi aspettavo di essere invasa di celestiale beatitudine grazie ad un santuario costruito con incensi liturgici, note angelicate e spirituali, mazzi di gigli fioriti sotto cori gregoriani. Niente di più sbagliato. Io, dentro Santa Subito, ci ho trovato l’estasi orgasmatica di Santa Teresa. Un sacro mistero di passione e piacere dal profumo di patchouli, cedro, muschio e sandalo. Niente incensi, quindi. In lontananza però ho avvertito una leggera nota di trementina e questo dettaglio mi ha riportato alla memoria lo scricchiolio delle panche delle chiese. Meno male!
Ultima deliziosa sorpresa scovata questa volta tra le candele di Technique Indiscrete è Black Olive, straordinaria fantasticheria sotto forma di candela profumante di olive nere greche. Annusare per credere.
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che bello Simo abbiamo gli stessi gusti. Anche a me è piaciuto tantissimo il velours di violeeeeee.