La nuova Collection 34 e Le Bazar du 34. L’autunno da “mille e un profumo” di Diptyque
Oggetti preziosi, profumi stupefacenti e cere inedite. L’autunno di Diptyque è ricco di nuove emozioni olfattive. A Fragranze 13, la maison è arrivata con un bastimento carico di novità: un nuovo capitolo de La Collection 34 e una linea esclusiva, disponibile solo nelle boutique Diptyque, Le Bazar du 34.
Inaugurata nel 2014, La Collection 34 reinterpreta lo spirito della primissima boutique creata dai fondatori Christiane Gautrot, Desmond Knox-Leet e Yves Coueslant che, oltre ad esporvi le loro creazioni tessili, vi hanno sempre presentato edizioni limitate di oggetti raccolti qua e là. Un gioioso mix di generi che continua a nutrire di nuove suggestioni il raffinato universo Diptyque. La Collection 34 dell’autunno 2015 si apre con un nuovo jus per Essences Insensées, una linea che sposa il ritmo della terra e distilla fiori capricciosi che non sono mai gli stessi da un’annata all’altra. Dopo la mimosa nel 2014, è un fiore bianco che ispira le Essences Insensées: un gelsomino del tutto particolare, cresciuto a Grasse e colto in autunno, alla fine della stagione, quando assume una sfaccettatura fruttata, quasi candita. Il Naso Fabrice Pellegrin lo ha lavorato ad occhi chiusi e con il cuore colmo di emozione, memore dell’odore indimenticabile che emanava il grembiule di sua nonna, raccoglitrice di gelsomini a Grasse. Per realizzare questo gelsomino in eccesso, Pellegrin ha utilizzato due raccolti, uno autunnale, saporito, con accenti di fragola, l’altro più classico, dal profumo di petali e inebriante.
Un gelsomino che sulla pelle scrive la parola “insensato”. Il bouquet si apre delicatamente con un’essenza di basilico, si arrotola e si spiega, come un fiore che si schiude incessantemente. Un frattale olfattivo di un’estrema purezza, così voluminoso da credere che nel cuore si sia rannicchiato un fiore di tuberosa. Una meraviglia racchiusa in un flacone firmato Waltersperger, ultimo maestro vetraio semiautomatico in Francia. Il vetro color ambra è tinto in massa, ecco perché nessun flacone è perfettamente identico. Diptyque ha declinato Essences Insensées anche in profumo solido, conservato in uno scrigno di metallo.
Accanto al suo gelsomino dissennato, la maison accende nuove luci profumate e crea un turbinio di odori e di ceramica. Creata nel 2014 in occasione del lancio de La Collection 34, la candela profumata Le Redouté è affiancata nel 2015 da un’altra composizione olfattiva dedicata alla casa. In origine, Le Redouté era un pot-pourri immaginato dai fondatori di diptyque. Quando sono stati ritrovati, i pochi grammi conservati per decenni odoravano ancora miracolosamente. È così che hanno ispirato la creazione di questa candela colata in una ceramica dai riflessi neri e crema.
Oggi, nelle cere odorose del 34 si aggiunge un altro pezzetto della storia dei fondatori. La Prouveresse è il nome del sentiero che percorreva Yves Coueslant quando soggiornava nella sua dimora nei pressi di Grasse. Un sentiero fiancheggiato da fichi, cipressi, erbe aromatiche e foglie croccanti. Da questa passeggiata solare, il profumiere Fabrice Pellegrin ha raccolto il legno di fico e le note agresti del sud. Racchiusa in un vaso di ceramica, realizzato artigianalmente in Portogallo come quello de Le Redouté, questa nuova cera assume colori inediti. Un chiaroscuro di paste di porcellana color grigio azzurrato, nero ed erba recisa che, una volta animate manualmente su un tornio, vanno a formare una tinta unica. In questo caos di nuance che si scontrano casualmente, per poi fondersi le une alle altre, si esprimono tutti quegli incidenti poetici che rendono l’oggetto inimitabile. Occorrono tre giorni di fabbricazione perché prenda vita ogni vaso.
Il bazar, secondo Diptyque: fragranze emozionanti, ceramiche artigianali dai colori unici, fotofori in vetro foggiati da un maestro vetraio, sentori originali. Perfettamente inutili e risolutamente indispensabili, questo tintinnio di creazioni eclettiche assomiglia a un caleidoscopio di emozioni. Un patchwork di sorrisi e di fantasia. Nel frastuono creativo dei bazar, non c’è alcuna strategia. Giusto un desiderio, quello di proporre oggetti singolari scovati in giro per il mondo cui ci si affeziona nel corso degli anni come a un tesoro.
E Diptyque creò Le Bazar du 34. Imboccare la strada senza sapere esattamente dove e quando si arriverà a destinazione. È con questa folle libertà che la maison ha incaricato i suoi profumieri di elaborare tre composizioni stupefacenti, racchiuse in flaconi inediti. Una volta soffiato il vetro, è immerso nell’acqua ghiacciata: lo shock termico è talmente improvviso che il flacone comincia a screpolarsi. E poi, ci sono i tappi, in malachite o in frantumi di biscuit riciclati e trasformati a contatto con metalli preziosi, che rievocano una parete della boutique del 34 di boulevard Saint-Germain. Situata nel retrobottega, a sinistra, si tratta di un trompe-l’oeil realizzato dal cofondatore Desmond Knox-Leet accumulando delle pietre. Minerali che oggi ispirano il cappuccio di tre sorprendenti concentrati: Ôponé, L’Eau Mage e Benjoin Bohème.
Prima destinazione: Ôponé. Questo antico porto della Somalia, lungo la Strada delle Spezie, a sud di Cap de Gwardafuy, ispira una fragranza di una ricchezza assoluta, composta da Olivia Giacobetti. Colonna portante della formula, la rosa turca, declinata in essenza e in assoluta, che si utilizza in concentrazione indecente. Un fiore riscaldato da una punta di zafferano, un pizzico di cumino e legno di gaiac dagli accenti di cuoio, fumo e liquirizia.
L’Eau Mage, invece, è nata mentre Fabrice Pellegrin rifletteva sui profumi capaci d’incarnare l’anima del 34. Per il numero magico di Diptyque, l’autore di fragranze iconiche come Tam Dao e Do Son ha quindi elaborato un sentore in contropiede con le sue creazioni precedenti. Un gioco androgeno costruito attorno a una molecola persistente, l’ambroxan. Agli accenti ambrati e sensuali, ha associato qualche scorza di mandarino, un tocco di rosa, spezie e muschio, riuscendo così a creare un profumo verticale e irresistibile.
Da cinque anni ormai, si prepara e cura le sue finiture. Una conversazione profumata avviata nel 2010 tra il naso Olivier Pescheux e Myriam Badault, direttrice marketing e creatrice dei prodotti. Oggi nasce con il nome di Benjoin Bohème. Eccentrico ed evolutivo, questo benzoino è derivato da una produzione sostenibile nel Laos. Un balsamo di razza. In compagnia di semi di angelica, legno di sandalo, storace e patchouli, l’ingrediente laotiano diventa indiscreto. E ha mille aneddoti da mormorare sulla pelle.
Per conferire inediti riflessi cangianti e colorati all’ambiente, Diptyque propone per l’autunno 2015 nuove creazione per profumare e decorare l’ambiente: fotofori e ceri nati dalle mani di abili artigiani, che dipingono infiniti giochi di luci e colori.
Il primo fotoforo è un autentico ricamo di metallo, il cui motivo è stato realizzato dalla coppia di illustratori e grafici francesi Anamorphée che, nel rispetto del patrimonio grafico di Diptyque, ha immaginato questa decorazione inedita. Ispirandosi agli uccelli di legno dipinti che campeggiavano nella vetrina del 34 di boulevard Saint-Germain negli anni ‘60, Anamorphée ha immaginato una colonia di piume e di becchi beffeggiatori, di cui si indovinano i contorni quando si accende la candela. Gli altri due fotofori sono opera di un artista di Lione: Vincent Breed. Questo esperto del vetro si è prima immerso negli archivi del brand. Scoprendo che la cofondatrice Christiane Gautrot vendeva collane da lei stessa realizzate con perle di vetro, ha creato un pezzo soffiato, poi arrotolato e disseminato di minuscole particelle colorate. A contatto con il calore del vetro, le perle colorate si sciolgono e assumono forme inaspettate. Il terzo fotoforo, invece, dai riflessi scuri e leggermente azzurrati, ricorre a uno stampo avvolto in una rete. Questo rilievo raffinato diffrange ulteriormente la percezione della luce della candela all’interno. Altrettante esplorazioni creative, artigianali e non riproducibili. Ogni fotoforo è completato con la propria base, “Oiseaux” in legno, “Ombre” in calcestruzzo e “Vitrail” in biscuit blu notte.
Imponenti e generosi, i ceri propongono un altro piacere all’arte di profumare la casa. Una luce tenue, che addolcisce i contorni e diffonde con raffinatezza sentori irresistibili. Nel 2015, La Prouveresse (disponibile anche in candela da 220 g) si affianca a Le Redouté lanciato nel 2014. E per completare questa coppia singolare, entra in scena una terza creazione, Le Marché aux Epices. Composto da Olivia Giacobetti, questo cero profumato è indubbiamente uno di quelli che si avvicina maggiormente alla storia olfattiva di Diptyque: un bazar di spezie, sullo sfondo di un panorama mediterraneo, dove il cumino la fa da padrone. Piccante, animale, pungente, fa eco a fragranze mitiche di Diptyque, come L’Autre.
La Collection 34 (nuova edizione) – Diptyque
Essences Insensées (edizione limitata 2015)
Eau de Parfum, 75 ml – Profumo solido, 3,6 g
La Prouveresse e Le Redouté
candela profumata, 220 g
Le Bazar du 34 – Diptyque
(disponibile in esclusiva nella boutique Diptyque di Milano)
Eau Mage, Ôponé e Benjoin Bohème
Eau de Parfum, 100 ml
Ombre (base in cemento), Vitrail (base in porcellana), Oiseaux (base in legno)
Fotoforo per candela in edizione limitata
La Prouveresse, Le Marché aux Epices e Le Redouté
cero profumato, 450 g
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Che meraviglia… vorrei averli tutti!
Un profumo allo benzoino, mi piace! E’ raro trovarne uno, solitamente è usato come sottofondo fissativo. Grande Diptyque!!!
Insieme a Mink e Secretions M. l’Autre è uno dei profumi più terribili e puzzolenti che abbia mai sentito. Insopportabile e importabile.