La Liturgie des Heures (Jovoy) in Molto forte, incredibilmente vicino (Jonathan Safran Foer)
“A noi servono tasche molto più grandi, servono tasche enormi, tasche abbastanza grandi per le nostre famiglie, e per i nostri amici, e anche per le persone che non sono nelle nostre liste, gente che non abbiamo mai conosciuto ma vogliamo proteggere. Servono tasche per i distretti e per le città, una tasca che possa contenere l’universo. Però sapevo che non possono esistere tasche così grandi, e che alla fine tutti perdiamo tutti.”
(Jonathan Safran Foer; Molto forte, incredibilmente vicino)
Questa è la storia di una chiave.
Tutti noi abbiamo delle chiavi, se infiliamo la mano nella tasca ne sentiamo la superficie fredda.
Sono lì, aspettano di aprire porte, cassetti, veicoli, piccoli e grandi segreti.
La chiave ci porta sempre da un luogo ad un altro, da un sentimento ad un’altro, da una dimensione ad un’altra.
Oskar è un cucciolo d’uomo pieno di idee geniali, ma anche di timori e stranezze. Non è un bambino come gli altri Oskar, ma nessun bambino è mai come gli altri… “Quindi questa è una cosa assurda” direbbe Oskar che stringe la sua chiave misteriosa tra le mani.
“Molto forte, incredibilmente vicino” è la storia di una perdita e di un dono.
Tutti noi perdiamo qualcuno, è un’esperienza inevitabile della vita. Straziante perché lacera il nostro bisogno di sicurezze, il nostro senso del possesso.
Ma questo vuoto è forse solo la nostra umana finitezza che ci impedisce di vedere il dono dietro il vuoto.
Impara a guardare oltre Oskar, con l’incertezza della sua esistenza strozzata, ma una chiave, trovata per caso nell’armadio del padre, lo farà uscire di casa, e dalle sue paure, alla scoperta di un mondo inaspettato, fatto di persone, di storie, di amori e dolori, di vita che val la pena d’esser vissuta.
Ma il padre non c’è più e non potrà tornare, eppure… Ecco il dono che nessuno potrà togliergli.
E l’assenza che diventa scoperta, la solitudine che si riempie di ricordi, di pezzi di vita passata che riempiono il vuoto e che riconducono ad un senso la vita del piccolo Oskar.
Siamo tutti legati, gli uni agli altri e se qualcuno se ne va, non se ne va senza lasciare traccia, ma continua a esistere nei nostri gesti e nel nostro respiro.
E’ la ricostruzione, il ricomporre ciò che momentaneamente è stato sparpagliato.
E la vita riprende, ma arricchita, se sai vedere oltre.
La chiave, nei sogni, è il simbolo della vita.
Oskar riceve in eredità la possibilità di entrare nel mondo, come è successo a tutti noi, se proviamo a vedere oltre. Le persone che ci hanno cresciuto, che ci hanno amato, che ci hanno ferito o fatto soffrire. Tutte, tutte queste persone ci hanno lasciato un dono, che è quello che siamo ora, la possibilità di girare la chiave nella serratura ed entrare nel mondo.
Questo è il senso del dono: significa lasciare una traccia di sé nel cuore di una persona, significa vite che si intrecciano, che si contaminano, trasformandosi a vicenda. Significa reciprocità, attenzione, empatia. Significa lo sforzo dell’attesa e la gioia dell’incontro. Significa la forza del legame che non teme le distanze, i salti temporali, le “impossibilità”.
La Liturgie des Heures di Jovoy è un profumo netto, folgorante, che ti catapulta in un monastero in una fredda giornata dicembrina.
Le note balsamiche incontrano le note oscure, il cipresso e la mirra, l’incenso e il cisto portandoti un immediato ricordo di eternità. E’ un profumo essenziale, che induce a vedere l’essenziale, che è presente come una lanterna che conduce alla serenità. E questa scoperta, calma l’angoscia, ci riporta nella serenità che si era spezzata, nel nostro personale luogo di pace. I rumori si spengono, la luce si fa chiara, l’aria fresca lava il viso dalle lacrime e un odore delicato e verde ci arriva al cuore, sciogliendo il sorriso. L’olibano, fortifica il senso di pace accompagnandoci nel cuore profondo di quest’opera, che è oltre il profumo. E’ un attimo, lunghissimo, di profonda introspezione, nella quale scivoliamo cullati dalla mirra e dal muschio arrivando a comprendere, non con la testa, ma col cuore, che davvero siamo parte di un unico spirito, che davvero nessuno potrà mai finire.
Qualcuno, ora, si chiederà cosa c’entra con un libro su un bambino newyorkese! Entrambi, profumo e libro, parlano di ciò che è necessario.
Andare oltre la nostra finitezza è difficile, ma se proviamo a girare la chiave vedremmo la nostra vita nella giusta dimensione, sapremmo riconoscere ciò che conta e ciò che può essere lasciato andare. Senza timori sapremmo godere della serenità e sapremmo realmente cos’è un dono. Non è carta e lustrini, ma è amore, attenzione, fiducia, coraggio. E ricordo.
Il dono del libro, la chiave, è l’anima.
Il profumo è il profumo dell’anima.
“E’ sempre necessario. Ma spesso lo dimentichiamo, incastrati in un imbarazzo di ruoli e aspettative.“
“E’ sempre necessario”… Cercate questo punto nel libro… E capirete.
Questo è il mio dono per voi.
La Liturgie des Heures – Jovoy
Concentrazione e formato Eau de Parfum, 100 ml
Molto forte, incredibilmente vicino
Jonathan Safran Foer
Ugo Guanda Editore (2007)
Dal libro Molto forte, incredibilmente vicino è stato realizzato un film con Sandra Bullock e Tom Hanks
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Meravigliosa iniziativa!! Con un colpo solo acchiappate le mie due grandi passioni: i libri e i profumi. Bravi tutti!!
Il film è bello, il libro molto di più e consiglio a tutti di leggerlo almeno una volta nella vita. Sarà interessante riprenderlo in mano indossando la liturgia incensata di Jovoy…
Il profumo ce l’ho. Adesso devo assolutamente leggere il libro. Sono curiosa di ritrovare le stesse assonanze descritte da Anna, a cui vanno i miei più sinceri complimenti. Mi sono commossa leggendo quello che ha scritto.
Una delle fragranze più belle che abbia sentito negli ultimi tempi. La Liturgie è un incenso limpido, luminoso, il bacio di Dio a noi comuni mortali.
Brava Anna, ci hai regalato una recensione davvero appassionante anche se per una fragranza all’incenso avrei visto bene Il Nome della Rosa. Non vedo l’ora di leggere nuove corrispondenze letteral-profumate.
Ciao
Vera
Sono la “Anna” che cura la rubrica… Grazie a tutti per l’accoglienza e i vostri commenti! Mi piacerebbe che questa rubrica fosse uno spazio di confronto e riflessione.
@Vera: in effetti La liturgie è un profumo molto adatto a libri come Il nome della rosa (gran bel libro, peraltro!), ma ho voluto concentrarmi su alcuni aspetti del profumo e del libro che possiamo cercare e ritrovare nella nostra vita. La recensione intende essere una “provocazione”, un invito a cercare…
La descrizione si focalizza sul dare emozioni semplici ma forti, sperimentando l’istinto sincero dell’anima… bravissima!!!!
beh.. che dire fa’ venir voglia di spruzzarsi “utto “l profumo e e di corsa sul divano a leggere il libro.. hi hi complimenti per la recensione!
Il profumo che cercavo da un eternità