La Douceur de Siam. L’arte della seduzione secondo Dusita
La cura dei dettagli nel packaging è indice di un’accuratezza superiore; contribuisce a creare un racconto ancor prima di conoscere una fragranza con il naso. Un esempio è la custodia bianca del sample di La Douceur de Siam di Dusita: affianca alcuni melanconici versi del padre poeta di Pissara Umavijani all’immagine stilizzata di una donna orientale. Con i grandi occhi a mandorla trasmette tutta la sensualità della tradizione siamese ma non solo; la suggestione di quei pochi tratti si amplifica a dismisura non appena si annusa il sample.
D’improvviso non solo la Thailandia ma tutto l’Oriente ci investe con il suo mondo. E quella figura femminile aggraziata ma anche misteriosa ci consente di viaggiare lontano e dal Siam approdiamo in… Giappone.
“Non puoi considerarti una vera geisha finché non riuscirai a fermare un uomo per la strada con un solo sguardo.”
(Dal film “Memorie di una geisha” di Rob Marshall, 2005)
Secondo la tradizione nipponica il punto più sensuale di ogni donna è il collo: per questo motivo, anche la complicata vestizione delle geishe risparmia questa porzione di corpo da tessuti e trucchi troppo coprenti. Come non notare la coincidenza che vede il collo come il miglior posto in cui spruzzarsi il profumo anche qui in Europa, rendendo palese l’atavica genesi di certi rituali seduttivi.
Ennesimo affondo riuscito di Pissara Umavijani, La Douceur de Siam – uscito nel 2016 – si può spiegare come anello di congiunzione fra Oriente e Occidente di intendere l’arte della seduzione.
Il mondo delle geishe (letteralmente “persona versata nelle arti”) ebbe massima espansione fra il XVIII e il XIX secolo; ambiente segreto, enigmatico, oggi sta scomparendo e sopravvive solo in forza di tradizioni secolari. Le regole che lo governano lo rendono quasi inaccessibile concettualmente a noi europei; infatti travisiamo l’operato di queste donne speciali, paragonandole a delle cortigiane moderne il cui fine ultimo sia l’atto sessuale: nulla di più sbagliato. Le geishe rappresentavano gli unici esempi nella civiltà giapponese di donne emancipate e libere. L’esercizio della professione di geisha richiedeva e tuttora richiede anni di severa preparazione per poter essere in grado di eccellere in numerose arti giapponesi tra le quali canto, danza, i complessi cerimoniali del tè (cha no yu) e lo studio dello shamisen, strumento musicale a tre corde.
Le bianche figure avvolte da pesanti kimono variopinti non sono semplici accompagnatrici né tantomeno mogli: vendono suggestione estetica e creano su loro stesse un “altrove“ in cui regnano sovrane non solo la bellezza e l’abilità artistica, ma anche l’oratoria e la cultura.
La Douceur de Siam è una fragranza a dir poco incantevole che ci trasporta con la sua delicata balsamica dolcezza floreale a Kyoto, ex capitale imperiale del Giappone, città in cui il mito della geisha ancora sopravvive. Con il suo alternarsi di momenti freddi e caldi, delicati e profondi, floreali e legnosi, incarna i numerosi aspetti del ruolo di una geisha e ne sposa, anche olfattivamente, l’iconica figura.
È l’ora del crepuscolo nello storico quartiere di Gion, sulla riva del fiume Kamo; luogo piuttosto ordinario nelle ore diurne, con lo scendere della sera muta in un quadro d’altri tempi: lanterne rosse illuminano antiche sale da tè, profumi orientali solleticano ogni sorta di fantasia e le stradine si popolano di raffinati uomini d’affari appena usciti da eleganti ristoranti. D’improvviso ci si imbatte in una maiko (apprendista geisha) che nel suo incedere ci riempie di stupore. Così La Douceur de Siam, con una finissima rosa di maggio, apre il bouquet in un fulgido, fresco inizio togliendoci il respiro. La rosellina procede a passi corti con i piedini stretti stretti nel sandalo di Mysore, inanellando un complesso numero di danza per stupire il suo danna (cliente) qui nelle vesti di un verdissimo garofano. È curioso come in questa fase il blend prenda l’etereo sapore di un ottimo gyokuro, tè fra i più pregiati di Kyoto chiamato anche “rugiada preziosa”.
La creazione di Dusita sembra quasi acquatica, scorrendo limpida fino ad asciugarsi su note più dolci e morbide. Sul viso dipinto di bianco candore si forma un rossore vellutato di champaca, ombrellino solare fine come carta di riso, soffice ed esotico che si strugge di piacere in un cuore vibrante di ylang ylang. Ricami millesimali di foglie di violetta dipingono un alone di malinconia sugli occhi truccati di nero conferendo un velo di spiccata drammaticità.
Il cuore della fragranza è un tumulto di movenze setose, che ti mette a tuo agio solo come una geisha di prim’ordine sa fare. Un duetto formato da una delicata cannella – per nulla speziata, ma quasi “disegnata” briciola per briciola – e dall’eccezionale thai chalood bark (un legno originario del Siam che evoca la sensuale dolcezza della vaniglia) permea come un afrodisiaco l’evoluzione armonizzando l’incipit balsamico alla tropicale seduttività del drydown.
Il buio della notte cala su Gion; le maiko appariscenti nei loro kimono elaborati si preparano alle loro esibizioni; l’atmosfera si fa sottilmente calda, ma di un seduttivo creato a colpi di sguardi, parole sussurrate, gesti studiati ad arte, movimenti sublimi. Il fiorito orientale di Dusita si ammanta di una notte d’ambra grigia che stimola i sensi insieme a gocce di preziosissima assoluta di vaniglia che ammicca dietro i lineamenti disegnati.
Fragranza rarefatta, di un’eleganza estrema, squisitamente femminile, La Douceur de Siam ha una performance che è frutto di lungimirante attenzione per i particolari e non trascura la potenza della durata; ci accompagna concedendosi generosa per molte ore in un vagheggio olfattivo fra Thailandia e Giappone accompagnandoci con calma, ma solo fin dove è lecito, come una vera geisha.
Note olfattive La Douceur de Siam – Dusita: rosa di maggio, champaca, ylang ylang, garofano, foglie di violetta, cannella, legno di sandalo, vaniglia, ambra grigia
Concentrazione e formato La Douceur de Siam – Dusita
Eau de Parfum – 50 ml
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