Kamasurabhi. Lorenzo Villoresi distilla l’aroma sensuale e sacro dell’India
“L’India è un oceano di fragranze. Ondate di benefici odori fluiscono dai fiori, dagli alberi, dai profumi, dalle polveri aromatiche, dalle offerte sacrificali…“. Le parole sono di Susanne Ficher-Rizzi e descrivono alla perfezione la matrice aromatica di questa terra diventata spesso la trama dei diari di viaggio di scrittori come Rudyard Kipling (I Profumi dei Viaggi) e Pier Paolo Pasolini (L’Odore dell’India). Ritenuta da molti la “terra santa del profumo”, non esiste un maestro d’essenza che almeno una volta nel corso della carriera non abbia varcato i suoi confini alla ricerca della giusta ispirazione per una grande fragranza. L’ha fatto Jean Paul Guerlain per creare Samsara e prima di lui suo nonno Jacques per Shalimar.
L’hanno “viaggiata” con il naso e poi evocata dentro una piramide quasi sempre opulenta e satura di essenze Sophie Grossman (Jaipur, Boucheron e Kashaya, Kenzo), François Demachy (Escale à Pondichéry, Dior), Jean Claude Ellena (Un Jardin après la Mousson, Hermes), Bertrand Duchaufour (Vaara, Penhaligon’s e Neela Vermeire Parfums), Jerome Epinette (Chembur e Flowerhead, Byredo) e Pierre Guillaume (Indian Rhapsody, Capsule Collection Parfumerie Generale). L’ultimo ad averle dedicato un profumo è Lorenzo Villoresi che racconta il volto languido e sensuale dell’India con Kamasurabhi, dal sanscrito “profumo di piacere”, un fiorito idealmente consacrato al culto di Kama, divinità dell’amore e del desiderio nel pantheon induista.
“Nel vocabolario indiano ‘amore’ e ‘profumo’ arrivano quasi a coincidere, scrive Alessandro Gusman nel saggio Antropologia dell’Olfatto. Il termine ‘mana’ significa ‘unirsi in matrimonio’, ma anche ‘emettere una fragranza’. In India, insomma, l’amore non solo è associato all’ambito dell’olfatto, ma è esso stesso una fragranza, sia nella forma terrena dell’amore tra uomo e donna, sia in quella mistica dell’unione tra Dio e l’uomo”. Con Kamasurabhi Lorenzo Villoresi unisce in matrimonio i fiori più ricchi e sontuosi appartenenti alla cultura profumiera occidentale – tuberosa, gelsomino e ylang ylang, rosa, narciso e fiori d’arancio – e quelli più amati della tradizione indiana che anticamente nascevano con nomi incomprensibili ma affascinanti come ketaki, mālatī, bakul, pārijāt, kadamba che nella piramide sono nascosti sotto la voce generica “fiori esotici”. Sensuale e intensa, era da Alamut che il maestro fiorentino non componeva una fragranza così voluttuosa e conturbante in cui fiori indiani delicati e variopinti, avvolti da sfumature di cuoio, ambra e musk, sbocciano dentro una foresta di sandalo, il più nobile e ricco tra tutti gli aromi, legno sacro fin dai tempi più antichi. Villoresi è tornato in Oriente, e questo ci rende tutti felici.
Piramide Olfattiva Kamasurabhi – Lorenzo Villoresi
Note di Testa: Fiori Esotici, Gelsomino Sambac, Rosa, Fiori d’Arancio
Note di Cuore: Tuberosa, Ylang Ylang, Narciso, Sandalo
Note di Fondo: Sandalo, Musk, Ambra, Cuoio, Patchouli
Concentrazione e Formato Kamasurabhi – Lorenzo Villoresi
Eau de Toilette, 100 ml
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E questa si che è una bella notizia perché Theseus e Aura mi avevano lasciata col naso deluso. Se il Kama è magnifico come Alamut sicuro che mi innamoro a occhi chiusi!
L’ho snasato qualche giorno fa a Firenze nella bottega delle meraviglie di Lorenzo: è un bel fiorito maturo e voluminoso con punte dominanti di tuberosa e qualche accenno indolico ma niente di opaco e pesante. Ha una chiusa lattonica molto decisa ma fresca con un sandalo che mi ha ricordato per un attimo il Majuscule. Decisamente bello bello!
Non toccatemi Theseus! Sapete dirmi se è unisex, dalla descrizione mi pare di capire che sia un femminile. Grazie
Ciao Mat
il Kama è un fioritone molto strutturato stile anni ’80 e anche se sul finale scende sul legnoso non lo vedo bene su un maschietto… poi non conosco i tuoi gusti eh…
Kamacosa??? OMG… avevo letto Kamasutra AHAHAHAHAHAHAH ho la vista annebbiata dal caldo. I profumi di Villoresi non sono acqua e il suo naso è sempre una garanzia!
Ehhhhh…. No! Non mi piace. Senza offendere nessuno, lo trovo quasi banale. Chi ha indossato Alamut, non può percorrere a ritroso la strada degli orientali… Mi dispiace, ma non lo ritengo all’altezza delle altre creazioni del Maestro.
“Villoresi è tornato in Oriente, e questo ci rende tutti felici.” Suona ambiguamente pro-emigrazione: “Era ora che se ne andasse!Lo facesse pure Renzi!” tipo.
Ammiro molto alcune opere di questo Pioniere della Nicchia come Ambra o Teint de Neige. Ma trovo le sue ultime fragranze sempre più sintetiche e piatte.
Lui, che aborriva i prodotti di sintesi ora ci propina questa nuova fragranza stracolma di ISO E Super e santaliff o polysantol al posto del sandalo. Peraltro questa modernità di materie prima non rende la fragranza meno Signorona post Milf, altra caratteristica dei profumi Villoresi. Tuberose sfrontate, fiori grassi e note fruttate in stile metà anni 80 primi 90.
Oriente dove? Sembra una fragranza da ex formosa baywatch che potresti sentire su sunset boulevard.
“Per me è No”
Ciao Fleur, mai scritto che Kamasurabhi è un orientale, l’ho presentato come un fiorito. E’ orientale invece lo scenario in cui è stato inserito. Riguardo al tuo giudizio, lo rispetto e ti ringrazio per averlo condiviso con noi. Ti dirò, non mi dispiacerebbe un ritorno agli anni’80/’90 in profumeria, ho nostalgia di quel periodo… forse perché sono cresciuta con Oscar de la Renta, Alchimie, Casmir, Parfum de Peau. Meglio un Villoresi che le acquette insipide e stupide che circolano oggi.
Ho scritto “oriente” non “orientale”.
Il nome stesso, Kamasurabhi, e la fonte d’ispirazione dichiarata, l’India, reclamano l’Oriente.
Ma se non pregiudicassimo da questi, a sentirlo, non lo si direbbe un profumo “indiano”. Non per il concetto che ne abbiamo in occidente almeno.
Sfido chiunque che per la prima volta annusi ad occhi chiusi questo profumo, senza indizi e certo senza saperne il nome, a definirlo un profumo indiano o che faccia pensare anche lontanamente all’oriente ove appunto l’India è sita.
Narcisi e Tuberose mi fanno pensare più a bionde californiane che non ad olivastre corvine balinesi. Forse inconsciamente mi ricorda Giorgio Beverly Hills chissà.
Ma forse è opinione personale.
Andrò in giro con fialetta e mouillettes e domanderò “questo profumo quali luoghi, terre ed epoche vi ricorda?”.
Non ho detto che il profumo in sé non mi piaccia affatto, mi piacque molto al primo spruzzo ed anche il genere 80 90 non mi dispiace affatto. Ben venga un ritorno.
Dico solo che nonostante l’abuso di moderni sintetici, e che se un tempo facevano molto Molecule ed Hellena ora fanno molto l’Oreal, questo profumo è un po’ troppo deja-vu.
Ma per i nostalgici di LouLou e Narcisse, per chi ama i superfioriti voluttuosi, o per neofiti di quell’Era: andrà benissimo.
scrivo sempre Ellena con la H perche lo fondo con Hermes.
Ma se dentro questo profumo si sentisse l’India e l’oriente non risulterebbe un lavoro didascalico?
Probablimente. Sarebbe didascalico.
Ma se mettessi sulla scatola di un profumo l’immagine di una ballerina di flamenco, lo chiamassi Carmen, e poi sapesse degli agrumi di L’eau d’Orange Verte o di Cool Water o Green Irish Tweed: mi spieghi il nesso?
Buonasera,
Provato oggi per la prima volta (sono un uomo) e lo ritengo stupendo, secondo me i profumi non dovrebbero avere una connotazione maschile o femminile, ma solo piacere puro. Il profumo è un viaggio, l’India non deve essere confusa con l’Oriente anche perché ha “sfumature” molto diverse da quello che può essere la Cina, il Giappone o paesi affini. Comunque quando metto questo profumo mi sento bene ed in sintonia con me stesso